Everyday Design: la paper clip, in italiano graffetta

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Se esistesse l’Oscar per la semplicità e l’eleganza, io lo assegnerei alla paper clip, la graffetta ferma fogli.

Se ne svolgete una, scoprirete che è costituita solamente da pochi centimetri di filo di acciaio piegato tre volte, e che la sua flessibilità e la sua memoria di forma sono le chiavi del suo funzionamento.

In realtà il problema non era mica semplice. Immaginiamo che la graffetta non esista. E che vi venga chiesto di ideare uno strumento per tenere insieme un po’ di fogli di carta, con alcuni vincoli. Tanto per cominciare, questo strumento dovrebbe esercitare una presa adeguata sulla carta. Ma non si vogliono stropicciamenti sui fogli, e tantomeno fori o tagli. Il suo uso dev’essere intuitivo, dev’essere facile da inserire e da estrarre. Non vogliamo macchie di ruggine sulla carta, né colla, ovviamente. Dev’essere un oggetto molto economico, facile da produrre, riutilizzabile all’infinito. Ah, dimenticavo: niente aggrovigliamenti nella scatola.

Forse adesso cominciamo a capire perché, quasi fino alla fine dell’800, per tenere insieme i fogli di carta, si usassero nastri o cordicelle. Il problema non era affatto facile.

Il primo brevetto registrato per una graffetta risale al 1867, a nome dell’americano Samuel B. Fay. In realtà il suo scopo era il fissaggio di biglietti su tessuti (non si poteva rovinare la seta…), ma il brevetto citava la possibilità di tenere insieme anche fogli di carta. In effetti il disegno era molto diverso dalla clip come la conosciamo noi, diciamo più simile a quelle che troviamo oggi sulle camicie vendute piegate.

Nei decenni successivi furono registrati diversi modelli di graffette (i più importanti furono quelli di Erlman J. Wright nel 1877 e di Frank Angell nel 1889), ma anche questi erano piuttosto lontani dalla forma più diffusa attualmente.

La prima apparizione della clip evoluta, nella configurazione odierna, risale al 1899, in un brevetto intestato a William Middlebrook.

Il problema è che il brevetto non riguardava la graffetta. Middlebrook brevettò una macchina per produrre le graffette.

E, in un angolo del suo disegno, c’era la clip che la sua macchina poteva produrre.

Qualche storico ha dimostrato che quella forma era già in commercio, in quegli anni. Quindi, sostanzialmente, il progetto della paper clip è anonimo.

Dal brevetto di Middlebrook la graffetta fu chiamata Gem clip, perché la macchina fu progettata su incarico della Gem Company, in Inghilterra.

Da allora ne sono state prodotte centinaia di tipologie, in infiniti colori e forme, ma la Gem clip originale è nel primo cassetto di ogni scrivania. E rimane inalterato il fascino di questo sottilissimo tondino di acciaio piegato, senza saldature, senza viti, senza batteria, che noi tutti utilizziamo quotidianamente senza pensare all’intelligenza che c’è, dietro a un oggetto così piccolo e umile…

Roberto Ossani, Docente di Design della Comunicazione, ISIA Faenza