Ryszard Kapuscinski, Cristo con il fucile in spalla

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Testimone di golpe, guerre civili, attentati, esecuzioni, rivoluzioni, migrazioni, guerriglia e povertà, l’inviato che con la sua scrittura ha narrato drammi politici e umani, ci descrive abilmente fervori del Medioriente, dell’America Latina e dell’Africa. Frutto di una visione sempre molto empatica e attenta, Cristo con il fucile in spalla uscito nel 1975, è una raccolta di reportage ricca d’immagini che fanno volare la mente e comprendere come la Palestina sia una nazione che si mantiene in piedi nella sopravvivenza dei “suoi” Fedayn; la Bolivia abbia avuto sei presidenti in tre giorni; o il Mozambico ha lottato contro il dominio portoghese, anche quando tutto stava cambiando e i guerriglieri iniziarono ad indossare le scarpe. “Negli anni cinquanta, impugnate le armi, avevano riportato soltanto una prima, anche se meravigliosa, vittoria; e da allora si erano convinti che la storia si schierasse automaticamente dalla parte delle cause più nobili”. Sono alcune delle parole, con cui Kapuscinski ci fornisce un’illuminante quadro di Guevara e Allende, nel loro differente, ma uguale destino.

Ryszard Kapuscinski, Cristo con il fucile in spalla, Feltrinelli, 2007.

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