Everyday Design: vita, morte e miracoli della vite metallica

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Dovete assolutamente guardare un breve video*, nel sito web della Red Bull Racing, in cui la telecamera segue le varie fasi di disegno, costruzione, sperimentazione e infine utilizzo di un unico bullone, che finirà nella sospensione di una vettura per la Formula 1.
Allora scoprirete che meraviglioso concentrato di intelligenza, matematica, fisica e meccanica di precisione ci sia, dietro ad uno degli oggetti più comuni della nostra vita quotidiana.

Wikipedia la definisce con parole umili ed altisonanti insieme: una macchina semplice in grado di trasformare il moto circolare in moto rettilineo. Una specie di magia, insomma.

L’invenzione pare si debba al matematico greco Archita, di scuola Pitagorica e amico di Platone, vissuto fra il IV e il III secolo aC. Nel bacino del Mediterraneo le viti in legno si diffusero dal I secolo aC. – si usavano nelle presse per la spremitura di olive e di uva.

Ma per secoli, le forme di fissaggio in uso sono state legate al lavoro del carpentiere o del fabbro, e richiedevano componenti come i tasselli e gli spilli, i cunei, i fili e gli anelli, i denti, i chiodi, senza contare i molti tipi di legami e nodi con cavi in pelle o fibra.

La vite metallica, come la conosciamo noi, apparve in Europa nel XV secolo, ma si diffuse in modo capillare solo alla fine del XVIII, quando furono costruite le macchine utensili per la loro produzione di massa. I protagonisti di questa fase furono inglesi: i fratelli Job e William Wyatt di Staffordshire, che nel 1760 brevettarono una specie di primitivo tornio per la filettatura; il costruttore di strumenti Jesse Ramsden, che perfezionò il taglio a vite, e infine l’ingegnere Henry Maudslay che brevettò un tornio per la fabbricazione di viti nel 1797. Un dispositivo simile fu brevettato l’anno successivo negli Stati Uniti da David Wilkinson.

La standardizzazione delle forme filettate è iniziata quasi immediatamente, ma non è certo stata completata rapidamente: furono le necessità degli apparati militari nella Seconda Guerra Mondiale a promuoverla, per consentire alle nazioni alleate lo scambio di componenti e pezzi di ricambio.

La vite con testa a croce fu inventata nel 1932 dall’americano J. P. Thompson, che poi vendette il brevetto a Henry Phillips, fondatore della Phillips Screw Company.

Ah, non dimentichiamo l’etimologia: si chiama vite proprio perché la sua spirale ricorda i tralci della mia pianta preferita…

* www.redbull.com/it-it/la-vita-di-un-bullone-di-f1

Roberto Ossani – Docente di Design della Comunicazione – ISIA Faenza