Il fatale incantesimo

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L’articolo è tratto dal nostro repertorio di numeri cartacei

Fino a pochi anni fa, avevo una paura folle della disabilità altrui. Non sapevo come comportarmi. Non sapevo dove guardare. Sentivo un profondo disagio. Pura ignoranza.

Ora le cose sono molto cambiate, non so come sia successo. Forse è stato la prima volta che un ragazzo down che si chiama Martino mi ha cominciato a cercare per potermi dire Ciao Martino e sentire la mia risposta Ciao Martino, o forse è stato quando un ragazzo di 50 anni, ritardato, che con il pittore Carlo Cola costruisce le famose Casine a Cesena, mi ha abbracciato, mi ha strizzato il culo e mi ha detto Sei il mio amore… Insomma, la disabilità è una brutta bestia (come dice qualcuno), ma l’ignoranza lo è molto di più (la mia in questo caso).

Il 2 aprile è stata la quarta Giornata Mondiale di sensibilizzazione sull’Autismo. Conoscevo poco questa malattia immortalata, in due forme non gravi a dire il vero, in Forrest Gump e Rain Man. L’ho conosciuta meglio leggendo il libro di Gina Codovilli di Riccione Il mio Principe – soffrire, crescere, sorridere con un figlio autistico.

Gina si accorge di essere incinta del terzo figlio, è felice, spera sia femmina, comincia a fantasticare… Il figlio è maschio, ma non è questo il dramma stavolta. Quando ha 10 mesi un medico le dice Vostro figlio è autistico. Ha già dato tutto quello che poteva dare. Gina non si rassegna, le prova tutte per risvegliare il figlio dal fatale incantesimo che lo tiene rinchiuso in un mondo tutto suo.

Oggi Andrea ha 23 anni, ha imparato ad andare a cavallo, in bicicletta, a pattinare, ha nuotato con il delfino Ulisse (quello che è diventato famoso perché curioso) e si è diplomato all’istituto alberghiero. Potrebbe addirittura lavorare come cameriere in alcuni contesti.

Il diario di Gina riconosce e svela in questo dramma (perché la drammaticità rimane), raccontato con sincerità, verità e un pizzico di ironia, il sacrificio d’amore che ogni genitore compie nell’accettare il dono che il figlio è, sano o diversamente amabile che sia (frase di Gina!). E pensare che aveva dato tutto.