Irène Némirovsky, Il Ballo

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Il ballo, è l’evento mondano che i Kampf vogliono offrire ad una schiera di persone e conoscenti della borghesia parigina della quale finalmente fanno anche loro parte. Presi dai preparativi e dalla smania di ribadire l’ingresso nell’élite di quell’epoca, avvenuta dopo una parte di vita passata a rincorrere quella posizione, in questa famiglia di arricchiti c’è Antoinette, la figlia quattordicenne che, pur in preda ai fervori adolescenziali, subisce le lamentele della madre Rosine, sempre intenta a bacchettarla e redarguirla al punto da farsi detestare. Sognando il debutto in società e la possibilità d’incontrare qualcuno che la corteggi, il ballo è l’occasione che Antoinette brama per se stessa. Sarà però il divieto categorico e beffardo a parteciparvi e la distrazione della sua tata, insegnante di inglese, a far maturare la vendetta della giovane. E sarà una rivalsa tremenda proprio perché non premeditata. Questo racconto, uscito nel 1930, è la seconda pubblicazione dell’autrice francese originaria di Kiev. Cresciuta in una famiglia di ricchi ebrei russi emigrati a Parigi, per tutti gli anni Trenta ha continuato a pubblicare romanzi con successo immutato. Sarà però solo dopo la Seconda Guerra Mondiale e la sua tragica morte nel campo di sterminio nazista di Auschwitz nel 1942, che a questa autrice verrà tributata la meritata popolarità. David Golder, La moglie di don Giovanni, Jezabel, Come le mosche d’autunno, I cani e i lupi e Il calore del sangue, sono tutti editi da Adelphi. E’ della stessa casa editrice anche il romanzo Suite francese, da cui è tratto l’omonimo adattamento cinematografico con Michelle Williams e che risale ad un diario ritrovato dalla nipote della Némirovsky all’interno di una valigia e che fu scritto febbrilmente poco prima della sua deportazione. Fino ad allora sconosciuto, uscì postumo nel 2004.