Everyday Design: la lunga storia della pipa

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È un problema da tre pipe – diceva Sherlock Holmes, quando si trovava ad affrontare un caso particolarmente difficile.

Probabilmente quella del noto investigatore forma, insieme a quella dipinta da Magritte e sottotitolata Ceci n’est pas une pipe, la coppia di pipe più nota al grande pubblico. Quella di Holmes è una Calabash particolarmente incurvata, quella di Magritte è una Bent, anch’essa con cannello curvato.

È una storia davvero lunga, quella della pipa: nella Naturalis Historia, Plinio parla di fumo inalato attraverso un cannello, ed abbiamo documenti di usanze simili nell’antica Grecia e nell’antico Egitto. Probabilmente il fumo allora era legato a rituali apotropaici e funzioni curative.

I primi a fumare tabacco (nei famosi Calumet) furono invece i nativi del Nord America. Anche per loro il fumo da pipa rientrava nella sfera del sacro, ma il piacere personale e la condivisione sociale erano altrettanto importanti. E fu proprio questo uso che gli invasori europei appresero, e diffusero rapidamente nel Vecchio Continente.

Così nel XVII secolo in tutta Europa si usavano pipe di argilla, la cui forma era ispirata ai calumet, poi in terracotta, gesso, e ferro (immaginate le scottature…).

La produzione (quasi industriale) del XVIII secolo portò anche una evoluzione estetica – alcune erano delle vere opere d’arte – la cui varietà naturalmente consegnò alla pipa anche una funzione di status sociale…

Poi comparvero le pipe in legno e quelle in schiuma di mare (una pietra bianca originaria della Turchia) e finalmente, alla metà del XIX secolo, quelle in radica. La radica arborea, cioè la radice sotterranea dell’Erica arborea, tipico arbusto mediterraneo, si rivelò il materiale ideale: era robusto, compatto, resistente al calore, ed è tutt’oggi il legno più usato nella produzione di pipe.

Anche il design, nel frattempo si era evoluto, semplificato e ripulito da orpelli decorativi, fino a raggiungere le forme eleganti e pulite, codificate dallo stile inglese, che oggi sono diffuse in tutto il mondo.

Io ne consiglio l’uso d’inverno, davanti al caminetto, con un buon libro.

Roberto Ossani – Docente di Design della Comunicazione – ISIA Faenza