La P420 fino al prossimo 7 novembre presenta nei suoi spazi di via Azzo Gardino un inedito dilago tra due mostre indipendenti che segnano la riapertura della stagione espositiva della galleria bolognese. Due novità, l’inizio di nuove collaborazioni, che portano per la prima volta nel capoluogo emiliano la raffinata pittura di Merlin James (Cardiff, UK 1960) e gli interventi site specific del duo italo-francese Marie Cool Fabio Balducci (Valenciennes, FR 1961; Ostra, 1961).
Per Merlin James, la scelta dei galleristi è quella di portare un nucleo di opere che raccontino le diverse fasi della sua ricerca che si presenta in continuo divenire, contraddistinta da serie “aperte”, opere eterogenee e a volte persino contrastanti tra loro, che trovano un motivo comune nel piccolo formato che le contraddistingue.
All’apparenza silenziosa e tranquilla, la pittura di James necessita di un tempo di visione lungo in cui si possa cogliere la complessità della sua natura, della tecnica e dei rimandi citazionistici che accompagnano una figurazione schietta e visionaria; un tempo in cui l’occhio abbia modo di abituarsi ai continui salti e alle repentine mutazioni dell’arte di James che non si risparmia di aggredire anche il supporto principale, la tela, annulandola e rendondola elemento effimero in un gioco di partiture in cui cornice e telaio diventano protagonisti.
Nella seconda sala, il duo Cool-Balducci ricrea uno scenario rarefatto e desolato, fatto di oggetti monolitici pausati da grandi spazi vuoti che esaltano questa loro valenza di resti, come si potrebbero meglio definire, o macerie di un’esistenza che c’era e che oggi non c’è più: tavoli, fotocopiatrici, scrivanie ed elementi d’arredo recuperati da fallimenti di Società o riduzioni d’organico. Sono questi oggetti-tesmonianze che per il duo italo-francese raccontano di un individuo respinto dal ciclo produttivo e di come, da questa azione violenta, egli ritrovi la sua personalità troppo spesso ingabbiata delle costrizioni che l’inquadramento lavorativo impone. In una conversazione con Simone Menegoi pubblicata su Flash Art nel febbraio 2017, i due chiariscono il senso di questi arredi:
“Il tavolo per noi rappresenta la superficie della produzione comune, uno spazio di produttività e di socialità. È però anche un oggetto attraverso cui può esplicitarsi una gerarchia fra persone e fra cose. Noi proviamo a focalizzare la superficie per eccellenza della società odierna, cerchiamo di ostacolare il senso automatico delle azioni che si effettuano su questo spazio quotidianamente. La maggior parte degli oggetti che utilizziamo per bloccare il tavolo sono oggetti praticamente desueti nella pratica attuale del lavoro, desueti come l’individualità singola all’interno della logica sistemica. Non a caso nelle azioni utilizziamo la lentezza: come pratica oppositiva”.
Lo spazio della galleria si fa scena per un’azione che traduce in gesto il loro pensiero, in cui confluisce l’esperienza sul corpo maturata nella danza contemporanea da Cool, e quella nella visione che Balducci ricava nei suoi studi sul cinema. Un intervento live fortemente emotivo, pausato e iptonico nelle gestualità ripetute da Cool che propone azioni minime e ritmiche, di cui oggi resta traccia nei video che ripropongono le azioni registrate nei due giorni dell’inaugurazione.
Fino al 7 novembre 2020
Bologna, Galleria P420, via Azzo Gardino, 9. Info & Orari: p420.it