Remote Armonie. Al CUBO Unipol

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Matteo Nasini, Mangiastelle Assiale, 2021. Lana, stoffa, courtesy L'artista. Ph. Francesco Demichelis

Nell’ottica di proseguire nel tracciato virtuoso segnato da das – dialoghi artistici sperimentali​, la rassegna dedicata al dialogo artistico e culturale sui temi della contemporaneità alla sua quarta edizione, CUBO presenta Remote Armonie, la prima mostra a Bologna di Matteo Nasini curata da Treti Galaxie (Ramona Ponzini e Matteo Mottin).
Da gennaio ad aprile, un calendario di appuntamenti online dispiega il progetto espositivo e ne declina gli argomenti salienti aprendo al dialogo artistico e alla contaminazione multidisciplinare. Gli appuntamenti del Public Program sono a cura di Federica Patti.

Durante una notte tersa, osservando il cielo stellato, affascinati da quello spettacolo lontano, tra le molte domande che questa visione naturalmente può suscitare, vi è mai capitato di chiedervi quale tipo di musica potrebbe generare il movimento degli astri?

Spazio Arte risponde a questo interrogativo proponendo l’inedito progetto artistico di Matteo Nasini nel quale l’artista presenta al pubblico una nuova serie di opere ispirata dalla possibilità di tradurre il movimento delle stelle della Via Lattea in suono, un percorso coinvolgente che guarda al cielo in cerca di risposte ad ancestrali domande e mira ad essere una spinta trainante per l’evoluzione del pensiero umano.
Accostandosi al tema della Musica delle Sfere, che in origine vedeva il pianeta Terra come centro immobile dell’intero universo, l’intero progetto intende minare la sua concezione antropocentrica ed inoltre enfatizzare l’isolamento del nostro pianeta rispetto al resto della galassia, con la speranza che le polifonie generate dalla sua ispezione dello spazio possano rendere l’umanità consapevole dell’arbitrarietà di tutte le divisioni che generano conflitti, producendo un sentimento di comunità universale e rivelando l’effettiva unione di tutta l’umanità nel medesimo viaggio verso l’ignoto.
L’artista ha sviluppato un complesso algoritmo in grado di elaborare i dati del catalogo di Gaia stilati dall’European Space Agency e coordinarli con una particolare posizione GPS. Da questa coordinata l’algoritmo costruisce una linea immaginaria al suo zenit e la proietta fino ai limiti della Via Lattea. Quando un oggetto celeste intercetta questa retta ideale ne varia la lunghezza accorciandola, e l’algoritmo ne calcola la posizione traducendola in una sequenza di note, rendendo così udibile su scala umana il transito degli astri della nostra galassia.

Il progetto espositivo propone una selezione di lavori ottenuti da alcune delle molteplici applicazioni e traduzioni in campo artistico dei risultati dell’algoritmo: Mangiastelle assiale, un arazzo di grosse dimensioni realizzato a mano, Sidereo, una scultura sonora prodotta in parte artigianalmente e in parte con macchinari a controllo numerico e la sua trascrizione calligrafica e Transtamburo, un gruppo scultoreo in ceramica a stampa 3D. Opere rispondenti a tecniche e materiali usati fin dall’antichità ma realizzate attraverso le più recenti tecnologie contemporanee, concretizzazioni di lontane possibilità inespresse.​

Tenendo conto dell’emergenza sanitaria COVID_19 in atto, CUBO ha scelto un display espositivo che possa garantire la massima salvaguardia della salute degli spettatori e del personale di sala e al contempo permettere una ottimale fruizione delle opere esposte. Dall’esterno, oltre a fruire la mostra dalla grande vetrata che si affaccia sui giardini pensili del quartier generale del Gruppo Unipol in Porta Europa, è possibile attivare la componente sonora dell’opera attraverso la CUBO APP, un’applicazione multimediale costruita ad hoc che arricchisce il progetto e permette di ampliare in modo intuitivo e autonomo i contenuti inerenti la mostra (Apple Store e Google Play).

Fino al 29 maggio

Bologna, CUBO in Porta Europa. Piazza Vieira de Mello, 3 e 5 Info & Orari: cubounipol.it