È uscito il nuovo album di Achille Lauro, dal titolo “Lauro”: un racconto sulle tante sfaccettature di un essere umano, sulle infinite emozioni che in questo ultimo anno Lauro ha attraversato e che ha tentato di raccogliere, prima che queste sfuggissero, fissandole nei suoi testi.
“Il 2020 è stato un anno difficile – dichiara Lauro – durante il quale siamo stati costretti a stare chiusi nelle nostre case. In questa tremenda emergenza sanitaria, ho cercato di fare di questo disastro qualcosa di buono. Mi sono ritrovato ad avere tra le mani un centinaio di brani. Questo album rappresenta veramente me stesso. (…) Sono riflessioni su di me, su chi sono, sull’amore, l’attrazione sessuale, tutto, qualunque cosa. 12 canzoni, 12 facce di me che hanno qualcosa da dire e cui tengo molto.”
L’album si può dividere in due aree: una che raccoglie i testi più introspettivi, e l’altra che esprime la parte più sognatrice e punk rock, come lui stesso la definisce. Ma i generi che attraversa sono molteplici, e rappresentano tante parti di sé, tante emozioni che risvegliano anche un atteggiamento critico verso il mondo in cui vive e che osserva attentamente. Lo racconta parlando a proposito della copertina del disco, che a primo impatto può sembrare molto semplice, spoglia, ma che, invece, racchiude tutto questo:
“Dopo tutto quello che ho fatto in questi anni, è una cover minimalista. È un mio quadro, una mia tela. Questa è un po’ la metafora della vita, la contraddizione del gioco per bambini che rappresenta l’impiccato. Non puoi finire il disegno dell’impiccato avendo anche completato la parola. Ma questa immagine dice no, non è la fine: la O rossa rappresenta il rifiuto di una fine, un nuovo inizio. Ogni lettera rappresenta un genere musicale, non solo per il genere stesso che ha influenzato magari la mia musica, ma anche per l’essenza e i concetti che si nascondono dietro a ognuno di questi : il glam rock, manifesto di libertà di essere tutto e di essere niente; rock and roll, voglia di rinascita, di sessualità; il pop, che in Italia è visto ancora come qualcosa di frivolo, a differenza di altri paesi; il punk rock, l’anticonformismo, l’essere sempre unico e originale; e infine la classic orchestra“.
“Ho letto tante stupidaggini su di me – continua poi il cantautore -. C’è chi dice che sono un prodotto di marketing, chi che voglio fare il modello di Gucci. Nulla di più falso. Io cerco sempre qualcosa di unico. Io non sono solo parrucca e vestito, dietro quello che faccio ci sono ispirazioni, ci sono notti insonni, sveglie al mattino presto. Sono ossessionato dai dettagli e spesso cerco di perfezionare aspetti che il pubblico neanche riesce a sentire, ma che per me sono particolari fondamentali. Quando scrivo i testi cerco sempre la parola giusta. Io e tutti quelli che lavorano con me amano quello che fanno. Siamo artigiani e quello che abbiamo fatto sin dal primo giorno lo abbiamo costruito mattone su mattone, contemplando anche la possibilità di fallire”.