Si intitola Sick to the Bone il nuovo album di Laino & Broken Seeds, in uscita il 28 maggio per l’etichetta tedesca Off Label Records. Registrato poco prima che l’Italia entrasse nel primo lockdown, il mixaggio del secondo album del gruppo viene ultimato oltreoceano, a Chicago, dove il produttore J.D. Foster – celebre musicista e produttore statunitense che ha già collaborato con diversi artisti internazionali e non come Calexico, Marc Ribot, Lucinda Williams, Vinicio Capossela – completa il lavoro. La copertina dell’album, disegnata dal milanese Nanà “Oktopus” Dalla Porta, richiama un immaginario tra l’onirico e il post-apocalittico.
Il gruppo oggi è formato da Andrea Laino, voce e chitarre, Gaetano Alfonsi alla batteria e percussioni, e Salvatore Lauriola al basso elettrico. Andrea Laino è un musicista e un cantautore che vive a Bologna sin dai primi 2000. Si laurea in Dams Musica e frequenta gli ambienti legati al jazz e al rock della città. Da amante del blues decide di partire per gli Stati Uniti per osservare da vicino la scena musicale, in particolare quella dei club di New York City. Inizia così a scrivere i primi brani in inglese e li testa suonandoli in strada a Bologna. Decide così di formare una band: nel 2014 esce l’EP autoprodotto Broken Seeds che vede alla batteria Gaetano Alfonsi, al contrabbasso Andrea Lamacchia e Diego Cofone al sax. Nel 2017 esce il primo album dei Laino & Broken Seeds per l’etichetta tedesca Off Label Records. Un esordio che viene accolto con notevole favore da pubblico e critica. La band si concentra su una formazione tipicamente blues-rock/garage: un duo chitarra e batteria. Al disco tuttavia partecipano alcuni musicisti della scena italiana di un certo rilievo: Mauro Ottolini al susafono e Eloisa Atti ai cori. Dal vivo la band si è fatta sentire in festival nazionali come Vicenza Jazz, Deltablues Festival, Mojo Shakes, e nei club di Italia, Svizzera e Germania.
Quella di Laino & Broken Seeds è una musica che affonda le proprie radici nel blues ma che trova un proprio linguaggio originale spingendo i confini di questo genere a contaminarsi con il rock psichedelico e i ritmi delle marching band di New Orleans.
Il titolo dell’album Sick to the Bone è la traduzione di Vite Malate, unico brano in italiano del disco. In questa title-track sono espresse varie metafore che accompagnano la storia di un uomo a confronto con una natura panteistica e allucinata allo stesso tempo. Si sente malato, perché non riesce a trovare in questo panorama un ruolo che lo soddisfi.
Un amore per le sonorità vintage, polverose, di un passato di cui si è parlato già nello scorso disco, The Dust I Own, porta la band a scegliere di produrre un album destinato per l’incisione su vinile. Si tratta di una doppia edizione a tiratura limitata, sia in vinile colorato che in vinile nero.
“Completato durante il lockdown, questo album ha preso un aspetto molto diverso da quello che mi ero immaginato all’inizio delle riprese in studio. Ripensare al suo titolo Sick to the Bone, in italiano Vite malate, durante un anno come il 2020 mi è sembrato proprio straniante. Mi sono chiesto se aveva ancora un senso – afferma Andrea Laino – Eppure in questo 2021 ricco di speranze contraddette, ma anche di energie che tornano a farsi vive, le vite malate di cui si racconta attraverso sonorità vintage e più elettriche che nel lavoro precedente continuano ad averlo un senso. Mi rimandano alla voglia di rivivere la socialità che ci è mancata, nonostante il mondo che abbiamo messo in standby non fosse per niente un mondo perfetto.”