Tutti i vincitori del Bellaria Film Festival

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Vernissage di Fabrizio Bellomo

Si è da pochi giorni conclusa la 39ma edizione del Bellaria Film Festival, una nuova edizione di grande successo che ha portato in sala oltre 4000 spettatori e ben ventisette documentari in gara che si sono contesi i premi Bei Doc e Bei Young Doc. A questi vanno aggiunte le diverse Menzioni Speciali, il Premio alla Carriera a Pupi Avanti e il Premio “Una vita da film” a Silvio Orlando.

Considerato tra i registi che più si sono distinti per un percorso autoriale importante, Pupi Avati si aggiudica il Premio alla Carriera, che mette in evidenza il suo talento nel passare dal cinema di genere alla commedia adottando sempre un stile estremamente personale. Il secondo premio speciale è andato a un caro amico, Silvio Orlando, a cui il Premio “Una vita da film” riconosce l’essere uno degli interpreti più amati e rappresentativi del cinema italiano contemporaneo.

I vincitori ufficiali del Festival sono invece Vernissage di Fabrizio Bellomo per la sezione Bei Doc e Africa bianca di Filippo Foscarini e Marta Violante per la sezione Bei Young Doc, dedicata ai documentaristi under 30. «Per lo stile fresco e allo stesso tempo radicale nel seguire un gruppo di ragazzini che reinventa uno spazio degradato con creatività e inventiva, e per il ritmo lento ed empatico che accompagna lo spettatore a conoscere la realtà difficile di giovani coinvolti in un progetto sociale e cinematografico»: questa la motivazione che ha spinto i giudici ad assegnare il premio a Vernissage, documentario che racconta la giornata estiva vissuta da un gruppo di ragazze e ragazzi all’estrema periferia di Bari, lungo la costa postindustriale in un susseguirsi di stabilimenti balneari dismessi e ruderi dimenticati. Africa bianca narra invece dell’invasione italiana dell’Etiopia nel 1936 attraverso i disegni del quaderno di un piccolo balilla e un’accurata selezione di suoni e immagini dell’epoca. Il documentario si è aggiudicato il premio «per la sensibilità dimostrata ad un tema che tocca un nervo scoperto della nostra storia, il colonialismo, con uno stile originale e coraggioso e per il lavoro di ricerca approfondito di materiali visivi e sonori, che testimonia una grande passione per la memoria e per la cinematografia».

Accanto ai due premi principali sono state assegnate da parte della giuria anche due Menzioni Speciali: per la sezione Bei Doc a Le storie che saremo di Daniele Atzeni, Marco Bertozzi, Claudio Casazza, Giulia Cosentino, Irene Dionisio, Martina Melilli, Matteo Zadra e per la sezione Bei Young Doc a Street Gam di Pawel Fabianek. Le storie che saremo è film che si interroga sul presente e sul futuro durante il periodo di isolamento causato dal Covid-19, partendo da materiali già esistenti, messi a disposizione dagli archivi dei film di famiglia. Street Game invece è un docufilm sul giovane beatboxer Karol, che coltiva questa sua passione musicale come una ragione di vita per le strade di Varsavia, dove si apposta con microfono e amplificatore per giocare con la voce.

Un’ulteriore premio è andato a Detenute fuori dall’ombra di Licia Ugo, che si è aggiudicata la Menzione Speciale “Pari Opportunità”: si tratta di un progetto delle volontarie UDI – Unione Donne in Italia realizzato nella sezione femminile del Carcere della Dozza di Bologna. Il documentario descrive il loro lavoro, la situazione carceraria e raccoglie anche il racconto e l’esperienza di due ex detenute.

Infine, il premio assegna dal pubblico, il Premio Luis Bacalov, è andato a The Titan di Medicine Madison, centrato sul Mihai Iordache, compositore e sassofonista cresciuto tra gli anni Settanta e Ottanta a Titan, il più grande quartiere di Bucarest.

Info: www.bellariafilmfestival.org/