Si prepara un doppio appuntamento teatrale alle Artificerie Almagià che vede salire sul palco le compagnie Fanny & Alexander e Menoventi, rispettivamente nelle giornate di martedì 16 novembre alle ore 17.30 e giovedì 18 novembre alle ore 21.
Fanny & Alexander presenta OZ, uno spettacolo-game di Chiara Lagani e Luigi De Angelis tratto dalle storie di Oz, universo caleidoscopico nel quale si muovono Dorothy e gli altri personaggi fantastici dei racconti di Frank L. Baum. Uno spettacolo che coinvolge i suoi piccoli spettatori nel compiere delle scelte insieme ai personaggi, determinando così lo sviluppo delle varie vicende. Il tema della scelta si pone infatti al centro di questo spettacolo-game, intessendo una riflessione su come scegliere significhi misurarsi non solo con la libertà, ma anche con delle conseguenze e che spesso è necessario rinunciare a qualcosa e talvolta perdersi anche per riuscire a ritrovarsi. La scelta, atto solitario per definizione, trova nel teatro e in questo spettacolo una forma di condivisione.
Al termine dello spettacolo, RADIO ZOLFO, il talk-radio in diretta curato in collaborazione con Altre Velocità, intratterrà il pubblico con una puntata dedicata ai grandi classici per l’infanzia rivisitati per il teatro, in compagnia di Mariangela Gualtieri, drammaturga di Teatro Valdoca, Cesare Ronconi, regista di Teatro Valdoca, Chiara Lagani, drammaturga e attrice di Fanny & Alexander, Roberto Magnani, autore e attore del Teatro delle Albe.
Menoventi sale invece sul palco con Il defunto odiava i pettegolezzi, l’ultima parte di un percorso di ricerca triennale che i membri della compagnia hanno dedicato a Majakovskji, ideato da Consuelo Battiston e Gianni Farina partendo dall’omonimo romanzo di Serena Vitale. Dopo l’attuazione di formati che intrecciano diverse discipline, dallo spettacolo teatrale alla mise én espace, dal reading all’incontro interdisciplinare, fino al radiodramma, il percorso di riflessione di Menoventi sugli ultimi giorni di vita del poeta approda a questo spettacolo finale. Raccontare gli ultimi giorni di Majakovskij significa raccontare la fine di una generazione straordinaria, la rapidissima parabola di un manipolo di ragazzi che si riunirono sotto il vessillo della Rivoluzione d’Ottobre, trasformarono radicalmente il modo di concepire le rispettive discipline e, soffocati dalla deriva autoritaria della loro utopia, terminarono con violenza la produzione artistica o la vita stessa.
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