Al lettore di questa rubrica, vorrei fare una premessa.
Mi occuperò di libri, non per forza freschi di stampa o in vetta a qualche classifica. Anzi vorrei raccontare di libri che sono emersi come materia viva e infiammabile e hanno nutrito i miei pensieri. Libri che, pur nella loro potenza, non sono così conosciuti, recensiti, discussi. Magari libri che scavino nel non senso dell’esistenza, nella forza delle voci, soprattutto quelle femminili, nello stupore di fronte al mondo e nella ricerca instancabile del suo segreto, nella natura misteriosa, nell’anima dei luoghi e delle città.
Io trovo interesse alla lettura solo là dove questo accade.
L’imitazione della rosa è il racconto di una scrittrice brasiliana di origine ucraina, Clarice Lispector, la cui protagonista, Laura per l’appunto, non smette di interrogarsi sulla natura delle cose, rischiando di arrivare al delirio o per lo meno provando la sensazione di abitare un altrove irraggiungibile dagli altri.
Andrò raccontando di libri vecchi e nuovi che mi hanno acceso pensieri, senza la pretesa di dare qualche visione metodica e strutturata, di cui forse non sono capace, nonostante sia una lettrice onnivora e compulsiva e pratichi la scrittura in numerose svariate forme da lungo tempo.
Non vivo i libri come un esercizio culturale e nemmeno come un’occasione di svago. Ciò che mi impressiona rimane, mi accompagna, mi nutre e prende forme nuove e inaspettate.
Come dice Daniel Pennac, abbiamo il diritto di non leggere un libro fino alla fine. Ma è anche vero che l’incontro coi libri, come con le persone, non è dato una volta per sempre. Certe letture che non ci coinvolgevano in un dato momento della nostra vita, possono diventare coinvolgenti in altre stagioni.
In modo marginale parlerò di qualche libro di successo che non ho apprezzato, con la sola intenzione di aprire un dialogo con chi la vedesse in modo diverso da me.
LAURA GAMBI