Poete appénna ammattìte #1

2

 

Tu senti quello che dicono, ma comprendi quello che sentono?

In punta di piedi, con una matita tra le dita riempio uno spazio in Gagarin Orbite Culturali di poesia per raccontare e raccordare. Le visuali saranno diverse, talvolta a brandelli. Questi tasselli comporranno un mondo senza soluzione di continuità, con suggestioni sovrapposte, troppo presbiti per essere comprese nell’istante. È l’incantesimo della voce poetica, polifonica, stridula, greve e acida, fino all’afonia, al silenzio imperante dello spazio bianco. Il bianco è accecante, foriero di promesse e disillusioni come le voci delle poete appénna ammattìte. Già titolo, con gli accenti incrociati e le doppie malandrine, di un libretto poetico di una giovane poeta italiana, Caterina Saviane, precocemente scomparsa, che con le parole giocava leggera, tanto quanto le pesava la vita. Con i versi di Saviane e le altre seguiremo lo sviluppo di vite, il prosciugarsi di aspirazioni, l’attorcigliarsi di emozioni. L’appuntamento è mensile senza adepte, ma con amanti per la parola recitata, parlata e scritta.

Preferisco la punta fine e il tratto grosso, le emozioni nude, l’originalità del vestire. Per questo ci saranno nomi noti, appena conosciuti o voci che sono germogli. Prediligerò le raccolte, le recenti pubblicazioni e i dialoghi tra le grandi voci poetiche del Novecento. Ut crystallum, scriveva Marguerite Yourcenar. Che siano splendenti come cristallo, è l’impegno gradito: arricchire l’immaginario dell’oggi con versi liberi o rimati, con il lavoro di lima di queste artiste che hanno scritto poesie, perché non potevano farne a meno. “Ha scritto poco, e le piacerebbe aver scritto meno” dice di sé una delle nostre protagoniste Cristina Campo.

 

Gertrud Kolmar

 

Un’altra, Gertrud Kolmar: “Sono una poetessa, questo lo so; ma non vorrei mai essere una scrittrice”.  Con lei, ebrea tedesca, deceduta ad Auschwitz nel 1943, meglio con un suo verso interrogativo mi congedo al limitare del 27 gennaio, giornata della memoria, per ritrovarci tra un mese:

Questo libro è un vestito di ragazza,
può essere bello e rosso o poveramente sbiadito
e sempre soltanto da dita amate
si lascerà gualcire, qualche volta macchiare.

Perciò sono qui a mostrare quello che mi è accaduto;
quello che un forte candeggio ha sbiadito
senza poter del tutto cancellare.
Perciò ti chiamo. Il mio richiamo è leggero e sottile.

Tu senti quello che dice, ma comprendi quello che sente?

 

Citazioni tratte da:
Caterina Saviane, appénna ammattìta, Nottetempo, 2015
Marguerite Yourcenar, Anna soror, da Come l’acqua che scorre, Einaudi, 2014
Cristina Campo, Gli imperdonabili, Adelphi, 1987
Gertrud Kolmar, Il canto del gallo nero, Essedue Edizioni, 1990

 

2 Commenti

  1. Luana sei bellissima fra le radici! quelle radici che tutte noi pensiamo di avere o vorremmo avere. Dalle nostre radici prendiamo il mutrimento per vivere!

Comments are closed.