Rilevamenti d’archivio. Il MAMbo inaugura una sezione dedicata a Le Settimane Internazionali della Performance.

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Prima Settimana Internazionale della Performance Antonio Masotti Marina Abramović / Ulay, Imponderabilia Archivio MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna

Rilevamenti d’archivio. Le Settimane Internazionali della Performance e gli anni ’60 e ’70 a Bologna e in Emilia Romagna, sezione completamente nuova all’interno del percorso delle collezioni del MAMbo, è la prima iniziativa a carattere espositivo realizzata con il contributo finanziario e operativo del Trust per l’Arte Contemporanea. La mostra si inserisce in un programma di riallestimento “a tappe” delle collezioni del MAMbo, il cui filo conduttore è l’individuazione di specifiche congiunture geografico-temporali, riferite all’arte italiana degli ultimi decenni, delle quali il museo conserva significative testimonianze. La nuova sezione si sviluppa come una sorta di regesto illustrato, volto a contestualizzare le Settimane Internazionali della Performance che si tennero tra il 1977 e il 1982 all’interno del ricco panorama di fenomeni creativi che caratterizzò l’intera Emilia-Romagna tra gli anni ’60 e ’70, coprendo un arco temporale che va dal 1967 al 1982.

Integrando la propria documentazione con immagini, documenti, filmati provenienti dagli archivi di altre istituzioni pubbliche e da raccolte private, il MAMbo tenta una prima articolata ricognizione delle connessioni intercorrenti tra diversi fenomeni coevi e tra manifestazioni culturali indipendenti ed eventi di natura istituzionale, con un progetto che si sviluppa attraverso 18 capitoli, ciascuno dedicato a un episodio significativo dell’evoluzione della Performance in Emilia-Romagna.

Prima Settimana Internazionale della Performance, Antonio Masotti. Fried Rosenstock, Hic et nunc
Archivio MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Pur rispettando una sequenza cronologica, la rassegna, intesa come una piattaforma aperta a ulteriori approfondimenti e aggiunte, consente al visitatore di cogliere, scorrendo tra i moduli dell’allestimento appositamente elaborato dallo Studio Pierluigi Molteni Architetti in collaborazione con D+ Studio, i molti rimandi possibili tra le varie vicende presentate. L’allestimento è infatti concepito come un dispositivo estetico-tecnologico-funzionale, flessibile ed estensibile, in grado di accogliere un racconto complesso composto con materiali eterogenei.

Prendendo le mosse dalle sperimentazioni di Pier Paolo e Lamberto Calzolari, Luigi Ontani, Gianni Castagnoli ed altri artisti attivi negli studi di Palazzo Bentivoglio alla fine degli anni ’60 del XX secolo, la rassegna documenta altri episodi rilevanti di quegli anni, come Parole sui muri, manifestazione che si svolse a Fiumalbo nel 1967 e nel 1968, e la mostra Gennaio 70, prima rassegna italiana in cui comparvero video-opere e video-performance appositamente realizzate.

Prima Settimana Internazionale della Performance, Antonio Masotti. Vincenzo Agnetti, Il corpo del reato
Archivio MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna

Vengono poi illustrate le partecipazioni di Gino De Dominicis e Franco Vaccari alla Biennale di Venezia del 1972, la presenza della performance nelle gallerie private bolognesi e le prime performance, rispettivamente di Fabio Mauri e di Gina Pane, eseguite alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1975 e nel 1976.
A un capitolo dedicato allo stand di Rosanna Chiessi e Peppe Morra ad Arte Fiera 1976 e all’attività di Rosanna Chiessi a Cavriago seguono le tappe dedicate alle attività didattiche di Giuliano Scabia e Gianni Celati al DAMS e al ’77 a Bologna.

Su questo sfondo si colloca la presentazione delle sei edizioni delle Settimane Internazionali della Performance curate da Renato Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, con un ulteriore capitolo dedicato all’evento Alla Ricerca del silenzio perduto. Il treno di John Cage che il compositore americano creò a Bologna nel 1978.

Le Settimane suscitarono fin da subito uno straordinario interesse e sono tra le manifestazioni più conosciute e studiate fra quelle realizzate al museo, sia per la presenza di artisti già famosi o destinati ad avere un’ampia notorietà internazionale in seguito, sia per le reazioni suscitate da alcune delle performance realizzate. Tra i 49 artisti che presero parte alla prima edizione del 1977 vi erano, tra gli altri: Marina Abramović e Ulay, Laurie Anderson, Vincenzo Agnetti, Renate Bertlmann, Giuseppe Chiari, Robert Kushner, Suzanne Lacy, Fabio Mauri, Hermann Nitsch, Luigi Ontani, Luca Patella, Vettor Pisani, Fabrizio Plessi e Christina Kubisch, Angela Ricci Lucchi e Yervant Gianikian, Michele Sambin, Franco Vaccari.
In uno spazio contiguo alla nuova sezione, trasformato in sala video, è infine possibile vedere l’intera serie dei filmati realizzati da Mario Carbone per documentare sette performance della prima Settimana – quelle di Marina Abramović, Vincenzo Agnetti, Renate Bertlmann, Giordano Falzoni, Geoffrey Hendricks e Brian Buczak, Robert Kushner, Hermann Nitsch – e due documentari di Emanuele Angiuli sulla Bologna degli anni ‘70.

Otre a rendere conto di eventi ed opere di carattere effimero, l’esposizione ha lo scopo di rendere intelligibili i documenti conservati presso il museo nella loro funzione sia di rappresentazioni immediate di opere estetiche immateriali, la cui trasmissione è resa possibile dai mezzi forniti dalla tecnologia, sia di fonti per la ricerca storica. In questo senso la mostra si propone anche come un contributo alla riflessione sulla natura peculiare degli archivi museali, che a tutti gli effetti costituiscono un patrimonio essenziale non solo per la memoria istituzionale degli enti produttori, ma anche come riferimenti imprescindibili per gli studi storico-artistici.

Gran parte della documentazione visiva presentata in mostra è stata eseguita da fotografi e registi che spesso prendevano autonomamente l’iniziativa di riprendere questi eventi, realizzando a loro volta opere di rilevante interesse estetico. Tra gli autori presenti nella rassegna compaiono Cesare Bastelli, Giuseppe Cannistrà, Mario Carbone, Barbara Berti Ceroni, Giovanni Giovannetti, Carlo Gajani, Silvia Lelli, Antonio Masotti, Roberto Masotti, Nino Migliori, Enrico Scuro.

Il MAMbo ringrazia le istituzioni che hanno concesso la presentazione di opere e materiali di loro proprietà:

ASAC – Archivio Storico della Biennale di Venezia, Biblioteca Panizzi (Reggio Emilia), Fondazione Modena Arti Visive, Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (Ferrara), Musei Civici d’Arte Antica | Istituzione Bologna Musei.

 

Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna della Città di Bologna, via Don Minzoni, 14. 

Info & Orari: www.mambo-bologna.org