UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA

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Nott Longa, personaggi © Amhardcore

 

Chiusi in una stanza senza vie di fuga, abbiamo giocato per decine di ore a Nott Lönga, stupefacente videogioco folk creato e ambientato in Romagna.

La pila dei piatti sporchi, sulla madia ai piedi del letto, è ormai un convitato di ceramica le cui occhiate di biasimo fingo di non vedere. I 9 metri quadri della stanza paiono 6, in diminuzione. Giorno 18 di quarantena. Mi sforzo di ricordare i lati positivi della questione: 1 sono riuscito a isolarmi prima di venire in contatto con Laura e contagiarla, 2 uno stendipanni di indumenti puliti è un ottimo guardaroba nel breve periodo, 3 i pasti serviti in una ciotola sul pavimento fuori la stanza sono un buon modo per allungare la schiena tre volte al giorno.

Per completare questa regressione tardo-adolescenziale fatta di scarsa igiene personale, dormite da competizione e onanismo alla bisogna, manca solamente l’ultimo pilastro: una maratona notturna di videogaming.

Nott Longa, schermata di introduzione © Amhardcore

Mi viene in aiuto l’augusto Direttore con la richiesta di un pezzo «che solo tu puoi scrivere» su questa Nott Lönga, retrogame in salsa folk creato da Amhardcore (il nome è tutto un programma davvero), duo romagnolo composto da Luisa Maria Mengolini, studentessa di arti visive e grafica, e Michele Malpezzi, studente di matematica e programmatore. Sviluppato a partire da marzo 2021 con il supporto di Almagià Creative Hub – la piattaforma che promuove sperimentazione artistica, imprenditorialità e rigenerazione urbana e creativa nel quartiere Darsena di Ravenna – il videogioco è acquistabile dallo scorso novembre.

Vorrei dirvi che si tratta di una pietra preziosa, che è una di quelle cose che mi fanno sempre pensare alla Romagna come a un posto inimitabile. Vorrei spiegarvi di come Nott Lönga – con quel mix di indizi fatti di proverbi, oggetti tradizionali e personaggi troppo belli per non essere veri, sia l’ideale per far divertire insieme nonni e nipoti. Vorrei dirvi che mi è entrato nel cuore prima ancora che nella testa.

Vorrei. Ma non ho nemmeno il tempo di scaricarlo dalla piattaforma Steam al prezzo di € 3.99 e ne sono già stregato. Devo giocarci subito, fino a quando lo vedremo poi.

Non si tratta del classico arcade tipo Space Invaders, su cui ogni luminoso figlio degli anni ’70 ha mosso i primi passi nel gaming, ma a tutta quella sfera di senso si ispira. Nott Lönga tecnicamente è un graphic adventure game, in cui il giocatore deve muoversi in uno scenario esplorabile selezionando le azioni da compiere e gli oggetti da utilizzare per raggiungere passo dopo passo l’obiettivo finale.

Nott Longa, schermata di gioco_04 © Amhardcore

Mengolini e Malpezzi hanno creato un ibrido psichedelico incrociando il folklore anfibio di quella Romagna che pare Louisiana, le sue poetiche, persino la sua umidità, con le fascinazioni tecnologiche e l’amore per l’immaginazione che questa provincia dell’impero è così sorprendentemente brava a coltivare.

Il gioco inizia quando ci si trova intrappolati in un luogo spettrale in cui il sole ha smesso di sorgere ma in cui è ugualmente possibile riconoscere la Darsena, il Cimitero monumentale e altri dintorni di Ravenna. Tra le ombre di Nott Lönga si incontrano arzdôre, extraterrestri, umarèll e creature mitiche del folklore come la Piligrena – lo spirito dei fuochi fatui – e la Bessabova – l’antico mostro che presiede alle bufere.

Un sentito ringraziamento ad Amhardcore per aver creato grafiche in bianco e nero: quella che a un occhio profano parrebbe una scelta cheap ha in realtà due grandi vantaggi: amplifica note horror e relative angosce del giocatore; preserva le retine da sanguinamenti modello madonna di Civitavecchia quando il time counter del gioco supera le 10 ore senza pause.

Lasso che ho abbondantemente superato. Tre volte. Sto giocando da due giorni, quasi senza pause. Al buio. Realizzo che stamattina non ho nemmeno tirato su la tapparella. Una Nott Lönga appunto. Sono sfinito. Accartocciato alla tastiera vago tra i mondi paralleli di questo videogioco senza più un barlume di costrutto. Ho già chiesto una proroga sulla consegna del pezzo. Il termine è scaduto l’altro ieri. O forse era il giorno prima ancora?

Nott Longa, Borda © Amhardcore

Il punto più basso (o più alto) l’ho raggiunto dopo 4 ore di sforzi per trovare l’uscita dal labirinto/macello: mi sono autofilmato con lo smartphone per poi ricavare una mappa del dedalo su fogli di carta uniti con lo scotch. Un lenzuolo di dieci A4 fusi insieme che mi hanno condotto in salvo dopo un numero di tentativi in tripla cifra e di bestemmie abbondantemente in quadrupla.

Una parte di me giubila, l’altra, quel 5% di coscienza su cui ho ancora controllo, invece si rende conto che la fine del gioco è lontana. Senza oppor loro resistenza ritrovo le mie dita avanzare verso l’abisso. Là dove ogni onore è perduto.

«Salve Luisa Maria, sono Alessandro Ancarani della redazione di Gagarin Orbite Culturali. Devo scrivere un “Testato da noi” su Nott Lönga a cui sto giocando ininterrottamente da circa 28 ore. Mi chiedevo se potresti darmi qualche dritta su come venirne a capo…»

In un sussulto di lucidità chiudo gmail e riprendo febbrilmente a giocare. Passano altre ore. Ormai contarle non ha più molto significato. Dalla sala, Laura mi rammenta che sono vecchio: «Questo non è come i videogiochi a cui eri abituato tu. Vedrai che da qualche parte c’è l’accesso alla community degli altri gamer online. Puoi chiedere aiuto a loro in chat per fare progressi».

Ma questo significa barare! Così nulla ha più significato! In sala giochi la cifra della tua moralità potevi quantificarla a colpo d’occhio, nella pila delle 200 lire accatastate accanto ai pulsanti. Vuoi tentare una mossa rischiosa ragazzino? Quanti gelati sei disposto a sacrificare? Per quante domeniche resterai senza Corriere dei Piccoli? Qui invece si copia dal vicino di schermo…

«Ma no, non è barare, è proprio una filosofia di condivisione dei risultati raggiunti». La voce oltre la porta non mi sembra nemmeno più quella di Laura, pare Matteo Renzi.

Ad ogni modo il demone che da giorni si è impossessato di me accede alla community e senza il minimo ritegno etico si mette a seguire i consigli di lulela999, sviluppatore del gioco, che ormai sia io che lui identifichiamo con Luisa Maria. Io traduco le imbeccate in lingua inglese su Google e il demone mi sostituisce alla tastiera mentre faccio un po’ di stretching.

Le dritte di lulela999 però sono sibilline. I passi avanti arrivano ma non sono ancora sufficienti per risolvere gli enigmi di questa perla del gaming. Ho bisogno d’aria. Apro la finestra e respiro a pieni polmoni la notte gelata di Villa Inferno. Le prime luci dell’alba soffiano via il chiarore lunare. Sta per sorgere il Sol dell’avvenir. Sul fascicolo elettronico arrivano i risultati del terzo tampone molecolare: negativo.

La Nott Lönga è finita. Spengo il pc, apro la porta e finalmente esco a riveder le stelle. Le ritrovo addormentate sul divano, Luna dentro l’altra. Do loro un bacio e mi metto a preparare il caffè.