Piccolo inventario di una girovaga

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“Ma sei sempre in giro” è una frase che mi viene rivolta spesso. Non sono d’accordo. Vorrei esserlo molto di più. Cosa presuppone questo “stare in giro” è anche difficile da spiegare perchè il mio spostarmi risponde a due modalità: una è la classificazione dei luoghi, metto insieme le cose di natura affine. C’è la sezione “villaggi industriali”, quella “case cantoniere”, “motivi liberty nei cornicioni” oppure “insegne di botteghe chiuse”, “torri idrauliche nel Delta”, “torri colombaie del 500” e soprattutto “sale da tè”. Imputo le ragioni di questo ad un’inclinazione personale oltre al fatto che sono una bibliotecaria e il mio primo lavoro è stato quello di catalogatrice.

 

 

La seconda modalità è il bisogno di storie e siccome le storie crescono assieme a noi, è necessario andare alla scoperta per poi viverle e raccontarsele. Poi ognuno sceglie di cosa sono fatte le proprie storie: le mie non hanno bisogno di scorci pittoreschi, non cercano l’originalità ad ogni costo e assomigliano a quei gatti che si intravedono appena tra l’erba alta ma si sentono all’avventura nella Savana. In una fiaba raccolta da Afanasyev si dice “Andrò da qualche parte, non so dove; tornerò con qualcosa, non so cosa” ed è così che mi piace partire e quel che avrò trovato lo terrò nelle tasche per voi.

 

 

Questa rubrica racconterà di persone e luoghi spesso invisibili o troppo minuti per essere cercati oppure di ambienti che conoscete benissimo in cui, tuttavia, non vi era venuto in mente di entrare da quella porta, girare l’angolo o sostare in quel vicolo cieco. Non ha alcuna pretesa di esaustività, consegue un tipo anomalo di bellezza: quello che si raggiunge attraverso infinite discordanze e molteplici frammenti.

Questa rubrica non insegue luoghi suggestivi ad ogni costo, si bea nello stare “tra qui e lì“. Tanto su internet è già pieno di itinerari bellissimi e inflazionati, alcuni realizzati proprio per farvi trovare quello che vi aspettate di trovare: l’evento scenografico, quello instagrammabile per eccellenza. Le preferenze hanno la “coda lunga” ma qui non si ha alcuna pretesa di aggiungersi al proliferare di turismi di nicchia.

 

 

Non v’è giudizio di valore, me ne vado solo a spasso, attratta dai dettagli e dalle tracce del passaggio della mente, nei dintorni dei dintorni.

Che poi andarsene a zonzo implica sì un esercizio di sguardo ma anche di lettura. Mi piace l’idea che un paesaggio, un ambiente si possano percorrere con la natura del lettore: avido di storie, umile nell’imparare a distinguere e descrivere con sempre maggiore definizione ciò che i luoghi ci presentano.

 

 

Per ogni piccola storia ci sarà anche un libro ad accompagnarvi.

Inizio con il suggerirvi di camminare nella vostra stanza, a zigzag, rasente al muro ma senza una regola precisa. Vi gioverà a tal proposito la lettura di Il giro della stanza di Xavier De Maistre, La grande illusion. Per tutti gli amanti della microepica da pavimento, non esattamente un libro facile ma il punto è: lasciarsi guidare.

 

3 COMMENTS

  1. la mia curiosità è…..impaziente.
    Voyage autour de ma chambre….intanto è di autore francese
    Un romanzo di viaggio: interessante
    Per me che nel perimetro di una stanza/sala ampia costruisco un mondo di danze il LUOGO è sempre POSSIBILITA’ di VITA

  2. Suggestivo e poetico, invoglia davvero ad intraprendere un viaggio, anche se di pochi centimetri, così entusiasmante

  3. Mi piace, dei tuoi racconti, che più che descrivere la realtà delle cose nella sua oggettività, riporti quel che è la risonanza emotiva che ti procurano. Devi avere l’indole del viaggiatore, sempre aperta a “sentire” i luoghi e le persone che il tuo sguardo incontra…

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