Uno al mese

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Una rubrica di libri con immagini.

Uno al mese è il titolo di questa rubrica, da oggi su Gagarin.

A scriverla sono io, Elena, una libraia specializzata in arte contemporanea, con una passione per la pittura, la fotografia, l’illustrazione e, non da ultimo, per la musica, che, da sempre motore invisibile di relazioni importanti nella mia vita, ha dato spesso il via a progetti artistici.

Il titolo della rubrica è piuttosto diretto e si spiega da sé: ogni mese vi proporrò un libro da me scelto, dopo averlo letto e riletto, osservato e riosservato.

Principalmente, recensirò libri con immagini: cataloghi d’arte, photobook, albi illustrati, con l’intento di analizzare la loro specificità, di raccontare le loro possibilità e di interpretare il loro senso.

L’immagine è il centro nevralgico del discorso, l’elemento attorno al quale si articoleranno i pensieri ospitati qui; un’immagine che si legge, ma ancora prima di tutto che si osserva e che si può interpretare a più livelli, a seconda della posizione di colui che guarda e delle informazioni che si hanno a disposizione.

Il luogo della libreria è cambiato negli anni: spesso più persone scelgono di ordinare libri online e, anche quando lo fanno rivolgendosi a un negozio fisico, la loro presenza in libreria diventa sempre più rara. In questo modo, più rara è anche la possibilità di scambiare riflessioni intorno ai libri, consigliarne, leggerne e guardarne insieme parti; una grave perdita non solo per la filiera editoriale tutta, ma anche per quanto riguarda i nostri rapporti umani, di cui il libro è volano, occasione, riflesso. Così la libreria perde ciò che l’ha sempre differenziata dagli altri negozi; l’essere un luogo di commercio, certo, ma non secondariamente un centro dove poter fare esperienza culturale.

In più, la velocità della comunicazione sui social non favorisce una riflessione lenta: i tempi estremamente accelerati impoveriscono drammaticamente la qualità del contenuto del messaggio, appiattendo il libro e standardizzando la sua recensione, che risuona invariata da un continente all’altro (eh sì, la globalizzazione interessa anche le cosiddette librerie indipendenti).

Questa rubrica vorrebbe creare uno luogo di ascolto lento, dove alla quantità si preferisce la qualità: vi proporrò un libro al mese, recensito da me o raccontato attraverso un’intervista al suo autore.

A priori c’è una precisa idea di libro: se lo sguardo di una persona, che sia autore o lettore del libro, non può essere mai neutro – e su questo ci saranno poche obiezioni – similmente credo che il libro sia simbolo delle relazioni che lo compongono: certo un “oggetto” che in primis apre a una specifica conoscenza, ma che è anche dispositivo, messaggio, strumento d’analisi, quando non addirittura un vero e proprio manifesto.

Considerato questo, che condividiate o meno la mia opinione, vi invito a seguire la rubrica, a commentare, creare un contraddittorio, condividere pensieri e a parlare di libri, con tutti.

Grazie in anticipo!

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Da qualche anno faccio la libraia (non sono, per fare una precisazione cara a Sartre); potrei dirmi una persona ecclettica, per interessi e per aver fatto i lavori più disparati, dalla cameriera all’assistente alla direzione di gallerie d’arte, un po’ in giro per il mondo, da Roma a Londra, allungandomi in Australia. Ho studiato filosofia e continuo tuttora a farlo guardando le immagini nei libri. Ogni tanto leggo anche parole.