Metamorfosi: festa del Ventennale del Museo Carlo Zauli

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Quello in corso sarà un anno speciale per il Museo Carlo Zauli di Faenza (RA).

Nel 2022 ricorre infatti il Ventennale della morte dell’artista e dalla nascita del Museo, considerato ormai anche in ambito internazionale un centro nevralgico per la ceramica contemporanea.

Lo spazio privato – ma gestito magistralmente come un luogo pubblico – sito in Via della Croce nel centro di Faenza, vedrà anche quest’anno le attività museali volte alla tutela e alla diffusione dell’opera di Carlo Zauli (1926-2002), considerato indiscutibilmente uno dei ceramisti più importanti del Novecento. Ma questa importante ricorrenza porterà il Museo a moltiplicare gli sforzi, che andranno a confluire in molteplici appuntamenti distribuiti nei mesi da qui a venire.

Valorizzazione del materiale ceramico, ricerca, didattica, creazione di reti culturali attive sul territorio e in contesti internazionali, mostre e incontri, progetti. Le celebrazioni e gli eventi si sprecano, così come le sinergie che tengono in vita il Museo, ne valorizzano il patrimonio e guardano con occhi ambiziosi al futuro, bensì con le radici ben salde nel passato.

Sinergie, appunto. Così come ricorda il figlio Matteo Zauli “anche questo Ventennale nasce da una forte collaborazione con le istituzioni. Su tutte il Comune di Faenza, la Regione, il Mic e l’ISIA”, che negli anni hanno instaurato, e continuano a coltivare, un forte legame che permette la valorizzazione della ceramica e del design.

 

 

Ecco quindi un ricco e affascinante programma che nasce dalla collaborazione del Museo con alcune giovanissime eccellenze come il Collettivo NN, gruppo curatore sperimentale, il Gruppo Fotografia Aula 21 o, tra gli altri, la Camerata degli Ammutinati. Logo e immagine guida dell’evento, invece, a cura della grafica Beatrice Bassi. E da sottolineare, ancora una volta, la condivisione degli eventi con l’ISIA di Faenza, che a settembre dedicherà i laboratori ceramici a Carlo Zauli: l’artista, infatti, fu il primo presidente dell’istituto tra il 1980 e il 1984.

Alcuni appuntamenti sono già in corso (tra questi ricordiamo la mostra alla biennale internazionale di Arte Ceramica di Jingdezhen), mentre altri vedranno la luce nelle prossime settimane.

Su tutti l’appuntamento che apre ufficialmente il sipario sul Ventennale. Ovvero gli eventi in programma nel week end del 28 e 29 maggio. Una festa inaugurale, un momento performativo e concerto-djset nella giornata di sabato, in concomitanza con la ‘cena itinerante’ organizzata dal Distretto A Weekend. Mentre, durante la domenica, presso il Parco Bucci avverrà l’installazione dell’opera di Giulia Dal Monte e Isabela Benavides, vincitrici della call organizzata dal Collettivo NN.

In programma invece per giovedì 9 giugno alle 18,40 presso il MIC Zauli a sorpresa una visita guidata alle opere dell’artista seguita da un laboratorio per adulti con Dario Valli.

Soltanto qualche giorno dopo, tra venerdì 17 e sabato 18 giugno, ecco la straordinaria e affascinante visita guidata da record – di ben 20 ore! – che vedrà Matteo Zauli e l’intero staff ripercorrere tutta la storia del Museo e del Maestro Carlo Zauli.

Da settembre, invece, il Ventennale MCZ fa tappa a Bologna, nella Mostra spazio Alchemilla, in un connubio di artisti, tra rimandi e omaggi all’artista Zauli.

Da ricordare, inoltre, il ‘Festival dei Calanchi’, dall’8 al 18 settembre, in occasione dell’inaugurazione del Parco Culturale delle Argille Azzurre e dei Calanchi della Romagna Faentina. Un progetto che ha come obiettivo la valorizzazione della zona geografica dei cosiddetti ‘calanchi delle argille azzurre’, la zona compresa tra i territori di Faenza, Brisighella, Riolo Terme, Castel Bolognese, alla base dell’intera storia della ceramica di tutto il nostro territorio e che fu d’ispirazione per molti artisti, su tutti proprio Carlo Zauli.

Continuano parallelamente, inoltre, eventi correlati al Ventennale come corsi di ceramica e workshop per avvicinare il pubblico all’arte, ai linguaggi contemporanei e tramandare la storia di un grande artista.

 

FABRIZIO NALDONI

 

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Per (quasi) tutti, Il Faber. Come De André, col quale però, per umiltà, condivide solo il nome di battesimo, e non la vena poetica. Animalista, ambientalista o, più in generale, antispecista e attivista. E altre molte cose che terminano con -ista. Per cui, va da sé, anche garbatamente feticista: anzitutto di taralli e sangiovese, social e selfie, viaggi (non solo mentali) senza mèta e biciclettate fuorisella. Oltre che di piedi, of course. Laureato in comunicazione, anche se continuano a crederci in pochi. A Gagarin per raccontare. E per restituire dignità alla punteggiatura.