Undicesimo comandamento

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Undicesimo comandamento - courtesy Davide Calì, Tommaso Carozzi e Kite Edizioni

 

Riflettere sulla guerra, sulle sue idee e pratiche di prepotenze, prevaricazioni, soprusi, violenze è un esercizio complicato, soprattutto se a farlo insieme a noi ci sono dei bambini.

Undicesimo comandamento è un grande strumento di aiuto in questo; è certamente un libro per adulti e ragazzi, ma a mio parere può essere preso in mano anche da bambini più piccoli, se supportati nella lettura dalla mediazione di un insegnante o di un altro adulto.

Il libro di Davide Calì e Tommaso Carozzi, pubblicato da Kite Edizioni nel 2022, è senza parole, al suo interno ci sono solo immagini; qui gli autori raccontano di una città scioccata dal fluttuare nel cielo di balene, la cui aggressività è tutto tranne che un dato di fatto: sono colossi pacifici, le cui fauci possiamo solo immaginare perché, nella grande maggioranza, dalla bocca chiusa.

Ad essere violenti sono invece gli uomini al potere che, terrorizzati dall’assurdità della situazione, sferrano un attacco irragionevole, spropositato, violento agli animali.

 

Undicesimo comandamento – courtesy Davide Calì, Tommaso Carozzi e Kite Edizioni

 

Qui la guerra, di cui si vedono le armi, le divise, e anche le assurdità, in primis nelle onorificenze delle medaglie, è quella che l’uomo perpetra nei confronti della natura.

Citando uno dei libri tra le pietre miliari dei silent book contemporanei – Martedì di David Wiesner nel quale volano rane (e non solo) – gli autori ci guidano passo dopo passo attraverso una storia surreale, che si differenzia immediatamente da una guerra vista in televisione, quest’ultima principalmente composta da immagini che sono frammenti e che come tali, non offrono un’adeguata contestualizzazione dell’evento, soprattutto se l’osservatore è un bambino che fatica a seguire il servizio televisivo.

Da un lato i colori della televisione, che poco lasciano all’immaginazione, gli stessi colori della vita di tutti i giorni, facilmente riconoscibili anche dai bambini più piccoli; dall’altro il bianco e nero di un libro che, a partire dal suo elemento surreale, ben dichiara di appartenere al regno del fantastico e che – cosa non di poco conto – esclude il rosso vivo e impressionante del sangue.

 

Undicesimo comandamento – courtesy Davide Calì, Tommaso Carozzi e Kite Edizioni

 

Il racconto di Calì e Carozzi non è un frammento, si articola sapientemente in dettagli, particolari visivi tra un inizio e una fine che tale poi non è: il finale – di nuovo, come in Martedì – è aperto, accenna, non si impone, facendo presagire un ritorno dell’uguale, ovvero l’invasione nei cieli di un altro animale, un ripetersi incessante della stessa situazione, scongiurato solo da un cambio di atteggiamento da parte dell’uomo.

In Undicesimo comandamento a volare sono balene, mastodontici mammiferi marini che visti in cielo e non negli abissi dell’oceano, come prima cosa potrebbero anche fare sorridere – come le rane in Martedì. Negli abitanti della città invasa suscitano principalmente sgomento; un bambino – sarà un caso? – le guarda da dentro un’automobile; le sue mani appoggiate al vetro sembrano toccare una delle balene, facendo intravedere una speranza di riconciliazione, o per lo meno evidenziando la sensibilità unica dei bambini, i loro sogni, il loro credere nella magia, la loro fascinazione per l’insolito.

Mentre gli umani, quelli adulti, spaventati da questa inaspettata irruzione del diverso, scelgono la via dell’attacco violento, della soppressione dell’altro, dell’imprevisto, l’annientamento di ciò che ostacola i loro piani di irrefrenabile supremazia.

 

Undicesimo comandamento – courtesy Davide Calì, Tommaso Carozzi e Kite Edizioni

 

Questo è un racconto ecologico, dal quale emerge la scelleratezza umana ai danni di una natura che viene sfruttata da ormai troppo tempo; è un racconto eziologico che mostra una delle cause delle innumerevoli assurdità ormai regola quotidiana.

La scelta del titolo è piuttosto radicale: la terminologia biblica sembra utilizzata come un monito, un avvertimento dell’infinita potenza divina – qui naturale – contro coloro che agiscono egoisticamente, senza considerare la relazione primaria, di sangue, che ci unisce a ciò che è altro da noi, e che – sarebbe bene tenerlo sempre a mente – ci aiuta a definirci.

Undicesimo comandamento è un’esperienza sincera; ci mette a nudo di fronte alle nostre scelleratezze; se condivisa, è una possibilità di dialogo sugli universali dell’uomo, sulle cosiddette “evidenze non persuasive”, azioni perpetrate, nonostante il presunto progresso, nonostante la scienza, nonostante la storia.

Leggerlo insieme ai bambini mi sembra importante non solo per raccontare loro una storia fantastica (poi non tanto dissimile da quella reale) ma anche per ascoltare le loro intuizioni, i loro punti di vista e contaminare così i nostri pensieri con le loro verità.