Trekking ai Prati Piani

0
ph Francesco Donati

 

Link per consultare il percorso:
Parte 1: ANDATA
Parte 2: RITORNO

Partenza da Crespino del Lamone

Il quarto Giretto di questa Rubrica è un anello che, diversamente dagli altri, ho completato in doppia giornata, in quanto ho passato la notte nel bivacco “Prati Piani”.

L’anello è molto semplice, perciò non necessita di grandissime spiegazioni, solo d’essere vissuto. In una o due giornate: lasciatemi dire però che fare una notte fuori in un bivacco è un’esperienza che consiglierei a chiunque – naturalmente in buona compagnia – e che sicuramente da tutt’altro sapore a qualunque avventura escursionistica intrapresa, complessa o semplice che sia. Questa che vi propongo è ostica per un breve tratto, ma nel complesso agevole, e può essere dunque fatta anche in una sola giornata; difatti, si tratta di un trekking di circa 10km.

La partenza avviene da Crespino del Lamone: il punto di inizio è nel parcheggio del parco dov’è presente il famoso ossario del paesino, sacrario in memoria delle vittime dell’eccidio avvenuto qui nella Seconda Guerra Mondiale (al link una breve introduzione per informarsi sull’accaduto, dal momento che ricordare è sempre giusto – e un dovere, soprattutto in questi tempi). Di fronte al parcheggio vi è il sottopassaggio ferroviario che ci connette alla strada provinciale che abbiamo percorso per venire fin qua: raggiunto il bar-alimentari, ci addentriamo nel paesino dal vicolo che segue parallelo la strada principale, con indicazione al sentiero CAI 531 (quello che ci porterà ai Prati Piani). Arrivati alla chiesa di Crespino, percorriamo sulla destra il vicolo in ciottoli che risale: il vicolo si chiama via Bibbiana, nome dato dalla località verso cui ci porterà e che possiamo utilizzare come nostro “check-point” (si tratta di un complesso di 2-3 edifici). Qui stiamo attenti: ci troveremo di fronte a un bivio che ci proporrà a sinistra il CAI 531 e a destra il CAI 531A: noi dobbiamo prendere il 531, anche se entrambi portano al bivacco Prati Piani e si ricollegano poco prima della meta.

In breve tempo la strada da acciottolata diventa sterrata, e con una discreta salita ci porta fino a Bibbiana, arrivati alla quale dobbiamo risalire ancora verso la cresta che abbiamo di fronte, tenendo il complesso di case alla nostra sinistra: preparatevi, perché fino al rifugio sarà prevalentemente in salita. D’altro canto questa volta siamo fortunati, poiché anche se la segnaletica non è molto presente, il sentiero è ben battuto senza particolari deviazioni che possano mettere in dubbio e facile da seguire. L’unico punto in cui bisogna prestare attenzione si trova circa mezzo chilometro sorpassata Bibbiana: una volta arrivati alle pendici del crinale in roccia sulla nostra sinistra, il sentiero 531 si staccherà dalla strada sterrata su cui siamo per risalirlo (dobbiamo dunque deviare a sinistra). Da qui sarà tutta dritta fino al rifugio.

Il paesaggio che si propone di fronte a noi è particolare, bello e divertente da scalare: il crinale, spoglio e levigato magnificamente dall’erosione dei secoli passati, con un continuo saliscendi ci fa apprezzare i paesaggi tipici dell’appennino marradese.

Affrontate queste pendenze – alcune lievi, altre da farsi maledire – arriveremo al bivacco, che raggiungeremo dal basso sul suo lato sinistro.

 

 

Bivacco i Prati Piani

Questo bivacco, tra quelli provati e visti in zona, ha sempre goduto di un fascino diverso ai miei occhi. Sarà per le belle esperienze vissutoci assieme ad amici, sarà per una magia che ancora non mi è del tutto chiara, ma è sicuro che per posizione, ambiente circostante e struttura in sé, i Prati Piani sono un bivacco con la B maiuscola dove poter fermarsi a dormire la notte o, più semplicemente, effettuare una siesta per godersi un po’ di pace.

All’interno si possono trovare una decina di posti letto, in una stanza decisamente grande con fornello e tavolo dove sedersi comodamente in altrettante persone, raggiungibile da un’anticamera con camino, panchine per godersi in compagnia il fuoco e lavandino per stoviglie. Decisamente organizzato, e lo si capisce dalla grossa tanica per raccogliere acqua piovana fuori, il lato sinistro con attrezzature di vario tipo e la catasta di legno che, a volte più a volte meno, è sempre rifornita. La storia ce l’ha data uno dei volenterosi cacciatori che si prendono cura di questo luogo: prima d’essere bivacco, era esclusivamente un capanno da caccia costruito dai cacciatori delle zone limitrofe, che in seguito al condono edilizio furono portati a estendere l’uso dell’edificio alla comunità – in quanto più conveniente per la gestione, ribattezzandolo dunque come bivacco vero e proprio. Cacciatori che non è difficile incontrare se si viene qui, in quanto sono spesso presenti nei dintorni della struttura. Come ci hanno detto loro, è importante ricordare che in autunno – fino al 31 ottobre circa – il bivacco è costantemente occupato in quanto è pieno periodo di caccia.

Se farete questo Giretto, vi consiglio vivamente di farlo facendo l’esperienza del restare una notte: che sia in una struttura o in tenda, il senso di comunità che si crea nel condividere il cibo e acqua, le mansioni in cucina, fare legna, accendere e godersi assieme il fuoco penso sia impagabile. Me lo vivo come un ritorno alle esperienze dei campi estivi – parrocchiali e non – fatte da bambino, che unito a responsabilità ed esperienze più adulte mi trasporta sempre in un limbo senza età da cui è spesso difficile riprendersi ritornando a casa. A mio parere, un’esperienza tra le più terapeutiche che si possano provare in natura, e perché no, anche nella vita paradossalmente sia frenetica che statica di questo particolare periodo storico.

 

 

Ritorno a Crespino

Il ritorno verso Crespino risulta abbastanza semplice. Con i Prati Piani alle spalle, abbiamo tre direzioni in cui poter andare: sinistra (sentiero CAI AM 551A, direzione Casaglia), dritto (sentiero 531, direzione monte Archetta) o destra (sempre AM 551A, direzione Fogare). Noi andiamo a sinistra seguendo la parte di 551A in direzione Casaglia. Percorrendo questo sentiero ci troveremo a costeggiare un fiumiciattolo che poi dovremo attraversare. Il sentiero 551A, all’altezza di un piccolo tratto su roccia arenaria, ci porterà ad incrociare il lato sinistro del sentiero 547 (sentiero con direzione Crespino), in cui ci immetteremo proseguendo dritto. Da qui in poi è facile: seguiamo il sentiero e arriveremo sulla strada provinciale, sbucando a meno di mezzo chilometro da Crespino.

 

 

MAGNÊ

L’esperienza culinaria di questo Giretto non è passata tra le mura di un qualsivoglia ristorante, trattoria o chiosco locale, ma si è basato in uno dei fai-da-te culinari più gustosi che ci sia: la grigliata. Difatti, ai Prati Piani c’è la possibilità di poter grigliare nel camino interno, a patto che si rifornisca di legna il catasto da cui si attinge quest’ultima. Per questo consiglio di portare una piccola accetta con sé, anche se vi è presente un attrezzo per tagliare la legna su al bivacco.

Nonostante ciò, non vuol dire che non possa consigliare un luogo per il cosiddetto “magnê”. Se anche per i futuri Giretti non avrò la possibilità di assaggiare pietanze locali nei ristoranti della zona, consiglierò comunque negozi alimentari dove poter prendere materie prime romagnole di qualità.

Questa volta la mia compagnia si è rifornita dalla Macelleria Faentina, storica – se non tra le più antiche – bottega manfreda che potete trovare sotto il loggiato della torre in Piazza del Popolo. Tra le più antiche perché, dalla ricerca storica effettuata dai proprietari, possiamo leggere che le fonti storiche ne accertano la presenza sin dal 1890; ma, dove la leggenda prende il sopravvento sul dato certo, si narra che sin dal ‘500 questo fosse il loggiato dei macellai. Insomma, una tradizione in ogni caso lunga quanto basta per convincersi che qui, per delle grigliate in mezzo al nulla, troverai tutto il necessario per concederti un’esperienza in equilibrio tra il rustico e il lusso. Dalla carne più “classica” a quella più ricercata, qui puoi trovare ciò che più ti fa gola, facendoti consigliare da un personale esperto su ogni fronte.

Le esperienze che ti portano le gambe sotto alla tavola sono tutte belle da vivere, ma devo ammettere che prepararsi la cena in mezzo alla natura è qualcosa da provare assolutamente (se poi è una grigliata ancora meglio!). Fare legna e la preparazione, ancor più del mangiare tutti assieme, le vivo come l’apice di quel senso di comunità di cui ho scritto poco sopra: condividere queste esperienze con altre persone fortifica i legami con esse (o, alla meglio, ne fa scoprire lati nascosti di cui non si immaginava l’esistenza) e ripulisce le anime altamente stressate, spesso macchiate di egoismo inutile per via di una quotidianità non serena e poco attenta alla propria salute spirituale.

Dunque, se non avete mai vissuto questo tipo di piccole avventure il mio consiglio è di rimediare il prima possibile: mettetevi in gioco, mettetevi in cammino!

 

Articolo precedenteAspettando Mosto: Ilaria Gaspari al Chiostro di Pianetto
Prossimo articoloRitorno a Fiume diVino
Sono ragazzo faentino di 25 anni fortemente innamorato della propria terra, la Romagna. Le mie passioni principali sono viaggiare praticando trekking, cucinare e scrivere, ma soprattutto la costante ricerca dello stupore: è proprio quest’ultima mia tendenza ad essere la brace ardente che tiene viva la fiamma delle altre. Tutto ciò si traduce in una vita dinamica – a volte troppo – in cui cerco di voler scoprire sempre di più, di passare ininterrottamente da un’esperienza all’altra; e documentare ciò che scopro, cercando di trovare sempre il miglior modo possibile per esprimere le sensazioni che ho provato.