MEDUSE. Una collettiva al femminile

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Chiude domenica 10 Luglio 2022 la mostra collettiva “Meduse”, ospitata a Bologna negli spazi della MILLENIUM GALLERY. Il progetto nasce dalla volontà di un gruppo di artiste, di generazioni diverse, di dare visibilità a un’idea e svilupparla attraverso poetiche, stili, tecniche e modi di sentire del tutto soggettivi, improntati all’eterogeneità e, perché no, all’ambiguità dettata dallo stesso tema. Le artiste in mostra: Paola Sapori, Rebecca Michelini, Karin Andersen, Martina Scirpo, Maurizia Ragni, Annamaria Stanghellini, Maddalena Barletta, Armenia Panfolklorica, Viva, Ivana Giacalone, Paola Bitelli, Eleonora Loiacono. Gorgoni o Meduse? Secondo Diodoro Siculo le Gorgoni appartenevano a una razza di donne guerriere, abitanti della Libia, contro cui Perseo combatté; secondo Ovidio, Medusa era bellissima e Atena l’avrebbe trasformata in un mostro per gelosia. Sono innumerevoli le versioni di questo mito tramandate in letteratura; basti pensare che, nel mondo occidentale, Medusa è diventata un vero e proprio archetipo, grazie alle varie trasposizioni artistiche e letterarie, una fonte di ispirazione per pittori, scultori e poeti.

Le sue prime rappresentazioni la raffigurano come un mostro, solo successivamente come una donna bellissima. Il mito di Medusa nell’arte e nella letteratura ritorna, nel corso dei secoli, soprattutto nei momenti di rottura e mutamenti, ma appare più spesso quando si vivono momenti di disagio e di incertezza, fungendo per artisti e autori da incoraggiamento a non opporre resistenza ai cambiamenti. Con la sua funzione apotropaica Medusa è diventata, oltre che l’emblema della potenza della visione, anche una guida totemica, tanto che, in una religione diversa dalla nostra, potrebbe essere la protettrice degli artisti: infatti l’artista è colui che, come Medusa, ha il singolare potere di gettare lo sguardo sul mondo, immobilizzandone gli aspetti e staccandone un frammento. Ogni forma artistica reca in sé una metafora della visione come mezzo di trasformazione dal chaos al kosmos. In tedesco il verbo Guardare, che ha la stessa radice di warten e toward, può essere tradotto in vari modi, non solo con l’accezione di “osservare il mondo”, ma anche di “proteggersi”, “fare attenzione”, “stare in guardia”; in francese il prefisso iterativo re- in regarder, implica inoltre il gesto di rivolgere lo sguardo alle proprie spalle per accertarsi di non essere seguiti o minacciati.

Nella sua ambiguità, Medusa, che è allo stesso tempo uomo-donna, carnefice-vittima, orrore-seduzione, umano-animale, risveglia in noi le contraddizioni dell’essere e ci invita a esplorare la parte più profonda del nostro inconscio, offrendoci un aspetto multiforme della bellezza: ammaliante e spaventosa, fonte di attrazione e repulsione. Se l’arte è un rimando a citazioni, emozioni ed evocazioni, Medusa scruta nella mente di queste artiste e negli sguardi degli osservatori in un gioco di specchi senza soluzione di continuità.

Fino al 10 luglio

Millenium Gallery
Bologna, Via Riva Di Reno, 77A. Info & Orari: Millenium