Per una nuova scultura. Sperimentazioni e traiettorie lungo la via Emilia

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Mattia Vernocchi, Letto, 2010

Fino al prossimo al 19 settembre 2022 all’interno della Festa de l’Unità provinciale di Modena a Ponte Alto (MO) sarà visitabile la mostra “Per una nuova scultura. Sperimentazioni e traiettorie lungo la via Emilia”, ampia disamina sulla scultura contemporanea.

Curata da Andrea Capucci e Alessandro Mescoli con opere di 19 scultori e ceramisti provenienti dalle provincie di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Forlì, Imola e Rimini, l’esposizione si propone di restituire una fotografia delle arti plastiche lungo la direttrice della via Emilia, asse culturale, luogo di esplorazioni, di viaggi e di scambi tra artisti e intellettuali, incubatrice del cambiamento, visivo e umano.

Facendo tesoro delle esperienze di Luigi Ghirri, Franco Vaccari, di Pier Vittorio Tondelli, Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati e molti altri, gli artisti invitati – Amaaro e Michelangelo Galliani (Reggio Emilia), Daniele  Cabri, Andrea Capucci, Giuliano Della Casa, Alice Padovani, Laura  Renna, Mattia Scappini, Laura Serri, Gianni Valbonesi (Modena), Giulia Bonora, David Casini, Shafei Xia (Bologna), Zeno Bertozzi (Imola), Luca Freschi, Matteo Lucca, Mattia Vernocchi (Forlì), Georgia Matteini Palmerini e Marika Ricchi (Rimini) – espongono le loro sculture e installazioni, alcune delle quali inedite, all’interno dei 600 metri quadrati dell’Hangar Ex Libreria, dove saranno organizzati anche talk e dibattiti.

«Abbiamo voluto includere questa esposizione nel contesto di una manifestazione popolare come la festa dell’Unità – spiega Roberto Solomita, segretario provinciale del Partito democratico di Modena – perché pensiamo sia giusto e necessario contribuire alla valorizzazione e alla divulgazione dei linguaggi e delle riflessioni proprie della nostra contemporaneità, e degli artisti del nostro territorio che ne fanno l’oggetto della loro ricerca».

«Abbiamo immaginato la mostra – dichiarano i curatori Andrea Capucci e Alessandro Mescoli – come una concisa sintesi e mappatura dei fenomeni artistici più interessanti e trasversali, germogliati nelle città che si affacciano sulla via Emilia. Questa esposizione si pone l’ambizioso obiettivo di sintetizzare ricerche e tendenze nella scultura contemporanea lungo l’asse della via Emilia, una via importante, non solo per il trasporto, ma anche per lo scambio e la diffusione delle idee; origine di un vero e proprio nomadismo artistico e culturale».

«Come riuscire a cogliere il sentire di una strada che percorriamo ogni giorno senza avvedersene, presi da una frenesia del presente che non consiglia mai alcuna deviazione dal tracciato maestro? – si chiede Enrico Turchi. La sensibilità degli artisti, e il mezzo della scultura in particolare, ci suggeriscono un tempo congelato, dove poter afferrare l’unicità dei fossi, dei campi sconfinati, dei pioppi che si stagliano alti come scritture nel paesaggio. Allora risulterà chiaro quanto abbia in comune ciò che ora riusciamo a vedere con la scrittura, il lavoro del comporre l’opera scultorea, e l’arte stessa, in una sua disamina più complessiva».

«Connettore materiale e simbolico di territori e culture – aggiunge Tatiana Basso – il corso della via Emilia assurge a metafora dell’articolata temperie plastica odierna. Nell’approcciare la vasta gamma materica dei lavori esposti, i ricorsi al repertorio tecnico e formale della storia dell’arte, l’espediente dell’ironia frequentemente calato sulle forme della tradizione, essa offre un modello d’indagine che collega idealmente passato e contemporaneità del luogo nel segno della pluralità linguistica».

«L’arte non è solo visione – conclude Maria Chiara Wang – così come l’esperienza estetica non è una funzione esclusiva del vedere. Esistono anche una lettura e una fruizione tattili dell’arte e, in un periodo storico come quello contemporaneo caratterizzato da un impellente desiderio di ritrovare il contatto, un registro percettivo che azzera le distanze e abbatte le barriere dell’estraneità risulta quanto mai attuale e necessario. E quale espressione artistica più della scultura può suscitare quella sensazione epidermica che consente di accedere alla materia?».

L’esposizione è promossa dal Coordinamento provinciale del Partito democratico di Modena in collaborazione con Ricognizioni sull’arte APS, associazione culturale modenese che opera nell’ambito della promozione e della valorizzazione delle culture contemporanee e delle sensibilità ambientali.

Un giornale di mostra, realizzato da Gregorio Vaccari e Agenzia Tracce, fornirà ai visitatori le coordinate utili per la visita, a partire dai ritratti degli artisti firmati da Zhai Dewei. Nel corso dell’esposizione sarà realizzato il catalogo ufficiale (composizione grafica a cura di Agenzia Tracce e Gregorio Vaccari) con testo istituzionale di Roberto Solomita, prefazione dei curatori Andrea Capucci e Alessandro Mescoli, contributi critici di Maria Chiara Wang, Enrico Turchi e Tatiana Basso e reportage fotografico di Mauro Terzi, autore anche di un documentario dedicato all’allestimento.

Sulla parete esterna dell’Hangar, gli studenti del liceo artistico Venturi di Modena, guidati dal professor Mattia Scappini, realizzeranno una pittura murale, nell’ambito di un progetto di didattica dell’arte.

Fino al 19 Settembre 

Ponte Alto, Modena, Festa dell’Unità. Orari: tutti i giorni dalle 19.30 alle 23.30. Per informazioni: T. +39 339 3921900, ricognizionisullarte@gmail.com.