Vera Portatadino, la personale a OTTO Gallery

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Vera Portatadino, Power Out, 2022, olio su tavola, 30 x 24 cm, courtesy of the artist, photo credit Cosimo Filippini

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I lavori per il nuovo allestimento sono ormai al termine e alla OTTO Gallery di Bologna è ormai tutto pronto per l’inaugurazione della nuova personale di Vera Portatadino che resterà aperta al pubblico dal 22 ottobre al 23 gennaio

Something Filled Up My Heart With Nothing è il titolo scelto per questa nuova mostra, un titolo che “suggerisce già in partenza una dimensione disincantata, evocando l’immagine di un cuore che si riempie ma di niente”, racconta l’artista. “Quest’anno ho voluto cercare di raggiungere quest’atmosfera disincantata nella quale le aspettative restano disattese o comunque vengono soddisfatte da qualcosa che in realtà non è sufficiente”. 

La frase che dà il titolo e in qualche modo suggerisce l’essenza della mostra è tratta dall’incipit del brano “Wake Up” della band canadese degli Arcade Fire. Ma non è la prima volta che l’artista utilizza la musica per titolare le sue mostre. “Ascoltare musica fa parte della mia routine di lavoro, è come un rito: mi aiuta a concentrarmi ed così quando dipingo è come se anche tutto il mio corpo in quel momento fosse coinvolto in questa operazione”, specifica l’artista. “Ovviamente non scelgo canzoni a caso, ma brani che in qualche modo mi portano dove voglio arrivare, mi aiutano ad immergermi, un po’ come quando si legge un libro. La musica, la danza, anche i libri e i film sono per me elementi di nutrimento teorico che possono servire al mio scopo. Sono un po’ il mio palinsesto concettuale”. “Per fare questa mostra ho ascoltato moltissimo il Requiem di Mozart, l’ultimo album degli Arcade Fire ovviamente, anche se il brano che dà titolo alla mostra è una canzone molto vecchia”. 

L’atmosfera disincantata suggerita dal titolo è la stessa che permea le opere in mostra, e in generale la più recente ricerca artistica di Vera Portatadino, ricca di riflessioni e preoccupazioni ecologiche. La natura si pone al centro di un discorso a metà strada tra la figurazione e l’astrazione, con l’obiettivo di evocare, suggerire, sussurrare, lasciando che sia la pittura a fare da vera protagonista. “Da diversi anni dipingo con lo scopo di addentrarmi nella grammatica della pittura, però i soggetti delle mie opere fanno riferimento al mondo naturale e al rapporto tra uomo e natura. Si tratta di soggetti in bilico tra astrazione e figurazione, che in qualche modo evocano anche degli scenari di resti di elementi botanici in ambientazioni astratte o non perfettamente riconoscibili”, specifica Vera. 

 

Vera Portatadino, Une Année Sans Lumière, 2022, olio su lino, 190 x 160 cm, courtesy of the artist, photo credit Cosimo Filippini
Vera Portatadino, Une Année Sans Lumière, 2022, olio su lino, 190 x 160 cm, courtesy of the artist, photo credit Cosimo Filippini

 

“Una delle mie preoccupazioni è legata sicuramente all’ecologia e al ruolo della natura nella contemporaneità. Questo è anche per riferimento biografico: i luoghi della mia provenienza hanno in qualche modo ha formato la mia opera. Io mi avvicino alla pratica della pittura come ad una prassi e un’attitudine contemplativa, che rispetta la realtà prima di manipolarla e che si nutre e gode della bellezza e della purezza della natura. Da qui le atmosfere più inquiete delle mie opere, che testimoniano invece l’intervento dell’uomo su essa”. 

La mostra si snoda così tra tele e tavole che suscitano domande sul nostro rapporto con il tempo, con la natura e la vita contemplativa. Gli elementi botanici, spesso abbinati ad immagini di mani e all’elemento del fuoco, emergono come i protagonisti di terre aride e prati fioriti. “Questi elementi botanici sono dipinti dal vero, nel senso che ho l’abitudine di fare delle passeggiate e di raccogliere elementi botanici spesso ai margini della strada o del bosco. Anche questo interesse per il marginale è una cosa che mi ha sempre formato e ispirato, soprattutto nelle opere dove le campiture astratte si combinano con elementi più figurativi”. 

Nelle sue tele infatti, gli elementi botanici talvolta sembrano anche apparire dal nulla, sullo sfondo di campiture colorate e astratte. Qui, l’emergere degli “elementi figurativi, più riconoscibili, li fa apparire come delle sorta di reliquie, le stesse che io conservo dalle mie escursioni all’aperto”. In queste tele in particolare, ma in generale in tutta l’opera di Vera, il colore assume un ruolo importante, parte intrinseca del lavoro di un pittore che “guarda la realtà come se fosse un’opera. Quando scelgo il colore cerco sempre di raggiungere anche un’emotività e una vibrazione. Da qui opere che tendono ai verdi per cercare di evocare una sensazione corporea di sentirsi immersi in un prato o in un giardino; l’ocra rimanda invece a quella sensazione di terra e di aridità; c’è poi l’oro, accecante, e il rosa più sintetico che rappresenta invece tutto quello che è più astratto, un ipotetico mondo del domani dove chissà la natura quale posto avrà”. 

 

Vera Portatadino, As the Sun Burns the Ground, 2022, olio, acrilico e gesso su tela, 160 x 190 cm, courtesy of the artist, photo credit Cosimo Filippini
Vera Portatadino, As the Sun Burns the Ground, 2022, olio, acrilico e gesso su tela, 160 x 190 cm, courtesy of the artist, photo credit Cosimo Filippini

 

Gli ipotetici mondi dipinti da Vera appaiono come sospesi nello spazio e nel tempo, dove le dimensioni del passato, del presente e del futuro si intrecciano e si confondono, cosicché “un’opera sia in grado di raccontare qualcosa di sempre valido, eterno”. E in questa dispersione spazio-temporale la compilazione diviene un vero e proprio stile di vita che ci mostra come “la bellezza e la natura sono proprio di fronte a noi ed è sufficiente accorgersi di questo per decidere di goderne in un modo diverso”. 

Dal 22 ottobre al 23 gennaio, Something Filled Up My Heart With Nothing, OTTO Gallery Bologna. Inaugurazione 22 ottobre ore dalle 18.00 alle 21.00

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