Tutto chiede salvezza, serie TV sul disagio mentale

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Tutto Chiede Salvezza è una serie televisiva targata Netflix, basata sull’omonimo romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani 2020, con la regia di Francesco Bruni.

Ho deciso di fare questa recensione per tre semplici motivi.

Il primo: mi sono ritrovata nella medesima situazione.

Il secondo: credo che le malattie mentali non siano ancora considerate come malattie vere e proprie.

Terzo: è una serie che dovrebbero vedere tutti, forse le persone si sensibilizzerebbero e guarderebbero me e qualsiasi altra persona che soffre di queste patologie come una cosa del tutto normale, una cosa che può succedere a chiunque, a un fratello, a un padre, a un figlio.

 

 

Ditemi chi è che non va dallo psicologo o dallo psichiatra al giorno d’oggi?

Non siamo pazzi, non siamo rifiuti della società, siamo essere umani, esattamente come te, che stai leggendo, con un’elevata sensibilità che porta l’essere così, anche senza nessun motivo apparente o chi i motivi ce li ha eccome, come ad esempio chi ha subito dei traumi fin dalla tenera età.

Ci sono tante storie che bisogna ascoltare e cercare di capire, non allontanando il diverso, emarginandolo e declassarlo.

7 episodi, così come i giorni di ricovero in TSO (trattamento sanitario obbligatorio) a cui Daniele (Federico Cesari) viene sottoposto dopo aver avuto una crisi psicotica.

Inizialmente il protagonista non capisce perché sia stato richiuso lì dentro e ha una sorta di repulsione, perché pensa di non avere niente a che fare con i propri compagni di stanza.

Le cose però poi cambiano, Daniele non vede più i suoi vicini di letto come strani o pazzi, ma come anime con una storia, con ferite a volte dure da rimarginare.

Questa è la chiave per la salvezza, l’amore, la compassione, un semplice abbraccio.

 

 

Non è facile addentrarsi in una tematica così delicata, il regista e gli attori stessi sono stati magistrali ad interpretare questo mondo a parte.

Commovente, intensa, dalla quale non possiamo fare altro che imparare. Perché possiamo cadere tutti in questa o in un’altra vita.

Viviamo in un mondo di egoismo e menefreghismo, se segui il gregge vai bene, se evadi dalla cosiddetta normalità diventi la pecora nera.

Accogliere i vari stati d’animo dell’essere umano può fare paura, ci sono burrasche vere e proprie che navigano nella nostra mente. 

Aprite il vostro cuore e provate a mettervi nei panni di chi avete di fronte. Non alzate muri come quelli in cui sono rinchiuse queste anime, ma abbatteteli.

“Quei cinque pazzi sono la cosa più simile all’amicizia che abbia mai incontrato, di più, sono fratelli offerti dalla vita, trovati sulla stessa barca, in mezzo alla medesima tempesta, tra pazzia e qualche altra cosa che un giorno saprò nominare”. (Daniele Mencarelli)