Mischiare le carte. Conversazione con Ariele Monti | Area Sismica

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ph Area Sismica

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Buone notizie: per la seconda volta consecutiva Area Sismica si riconferma tra i selezionati nel bando jazz della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.

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Che tipo di jazz si potrà ascoltare da voi, nei prossimi mesi, grazie al sostegno che vi è stato appena assegnato?

Il nostro approccio sarà sempre un focus sullo snodo tra arte e contesto attuale, al di là degli steccati di genere. Anche in ambito jazz cerchiamo di offrire un panorama sul presente e valorizzare artisti che non guardino esclusivamente agli stilemi passati, che abbiano voglia di mischiare le carte. Nulla contro le forme musicali più rassicuranti, ma se si punta giustamente su musicisti e musiciste delle nuove generazioni va da sé che si debba valorizzare chi ha effettivamente un punto di vista inedito.

Il jazz è solo una parte della vostra attività, il cui focus è principalmente centrato su avanguardie, improvvisazione, musica contemporanea e di ricerca. Quali principi regolano la selezione degli artisti che accogliete?

Non vi è un solo principio, ogni rassegna ha un fil rouge che si decide stagione per stagione. Poi vi sono le questioni contingenti, dovute al rapporto proposte interessanti/date disponibili che è enormemente sbilanciato verso il numeratore. Per cui l’incastro dei diversi fattori è una sintesi di tutto ciò e ovviamente sono molti di più i concerti a cui dobbiamo rinunciare rispetto a quelli che si riescono a fissare. Inoltre vi sono anche aspetti legati a coincidenze e casualità. Ad esempio, recentemente un concerto di portata direi storica, di quelli da piazzare sempre e comunque, è sfuggito perché la proposta era finita nello spam e me ne sono accorto tardi…

 

ph Ariele Monti | Area Sismica

 

Il percorso di Area Sismica è in evoluzione da oltre trent’anni. Puoi sintetizzare come si è modificata la fruizione di ciò che proponete? Nello specifico: è mutata la disponibilità ad accostarsi a mondi sonori non conosciuti e, soprattutto, spesso non facilmente definibili?

Non è cambiata volutamente. L’occhio è sempre rivolto alla musica del presente, mutando il contesto mutano le urgenze espressive. Non vi è preclusione rispetto a nessun mondo sonoro, ma riteniamo che si abbia qualcosa da dire solo se non ci si siede su tratti distintivi triti e ritriti.

Avete riscontrato variazioni nell’affluenza in questa fase post-pandemica, rispetto al passato?

Abbiamo vissuto il pre, il post, ma anche il passaggio attraverso la pandemia. Nel 2020 siamo ripartiti il giorno dopo la data indicata dal protocollo anticovid “estivo”. Ma sia prima, sia durante e sia ora stiamo vedendo una fetta di presenza di pubblico giovane. E questa è davvero una grande gioia. Vi è una ritrovata curiosità o si sono semplicemente rotti i maroni della sottile violenza mediatica che spaccia per alternative forme d’arte che scimmiottano approcci del secolo scorso.

 

ph Area Sismica

 

Oltre alla consueta attività a Ravaldino in Monte, stai lavorando a un progetto estivo. Ce lo racconti?

È un progetto che è stato fin da subito molto attrattivo, ma che ancora ha contorni indefiniti, per ora mi godo gli ultimi concerti invernali ad Area Sismica, poi ci sarà una pausa dove prenderà forma l’idea della rassegna estiva di Area Sismica, la cui ubicazione sarà totalmente inedita rispetto a quelle organizzate fino a ora, ma i contenuti saranno gli stessi. Una bella scommessa.

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