Garantito da noi: ART di Yasmina Reza al Teatro Testori

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Sabato 25 febbraio andrà in scena al Teatro Giovanni Testori di Forlì lo spettacolo Art, una produzione della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse diretta da Emanuele Conte e interpretata da Graziano Sirressi, Enrico Pittaluga e Luca Mammoli, tre attori del collettivo Generazione Disagio.

Commedia crudele e divertente sull’amicizia, tradotta in oltre trenta lingue, Premio Moliére nel 1994, Art è un testo di Yasmina Reza, una delle maggiori drammaturghe in lingua francese, autrice, tra gli altri, de Il dio del massacro da cui Roman Polanski ha tratto il film Carnage.

Tre amici – Marc, Serge e Yvan – si confrontano sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco, discutendo sul prezzo altissimo per il quale è stato acquistato da uno dei tre. La discussione diventa presto un dibattito dai toni accesi sull’arte contemporanea per sfociare in un violento litigio che non riguarda più l’arte, ma il loro stesso rapporto di amicizia.

In un crescendo di dialoghi serratissimi, i tre protagonisti, sempre a distanza tra loro, giocano una partita a scacchi dentro quadrati di luce, in cui la realtà della loro relazione è resa evidente da una messa in scena estremamente essenziale, priva di ogni elemento naturalistico, nelle scenografie come nella recitazione, a totale servizio del testo. Un confronto nudo, frontale, quasi cinematografico, in cui personalità e nevrosi arrivano ad incrinare, forse in modo irreparabile, il loro stesso rapporto. Un terreno in cui entrano in gioco tutte le variabili dei rapporti umani; quale rapporto, anche il più intimo o il più felice, non è basato su qualche mezza verità, su qualche completa bugia o grande malinteso?

Si conoscono da una vita Marc, Serge e Yvan; si sono sempre voluti bene, si sono sempre piaciuti e stimati, ma di fronte a quella tela bianca, non si riconoscono più. Il bianco del quadro è lo spazio vuoto che diviene regno di equivoci, di non detti, di silenzi; uno specchio in cui si è costretti a scavarsi dentro, un terreno di confronto in cui ciascuno puo’ cercare di vedere quello che vuole oppure scegliere di non vedere assolutamente nulla.

“Per me non è bianco. Quando dico per me, intendo oggettivamente. Oggettivamente non è bianco. Ha un fondo bianco, ma con tutta una gradazione di grigi. C’è perfino del rosso. È molto pallido, diciamo. Fosse bianco non mi piacerebbe. Marc lo vede bianco… È il suo limite… Marc lo vede bianco perché si è fissato che è bianco. Yvan no. Yvan lo vede che non è bianco” (cit.).

Note di regia

A come amicizia, A come arte contemporanea. Un giorno sentii dire ad un uomo di teatro d’altri tempi: “Qui si fa il teatro con la A maiuscola” e Yasmina Reza, drammaturga raffinata e profonda, fa un teatro con la A maiuscola.

Le sue parole creano personaggi reali, indagano l’intimo dei rapporti umani, scoprono gli artifici che regolano le relazioni nella società contemporanea. Può addirittura sembrare spietata, ma il suo è amore per la verità. Dialoghi serrati, a tratti straordinariamente comici, eppure, poco a poco, mentre ridiamo scopriamo che capirsi è davvero difficile.

Quanti silenzi, quante bugie sono necessari per evitare la fine di un’antica amicizia o di un amore? La sincerità è davvero la via più efficace per dare continuità ad un rapporto? E l’arte? Che c’entra l’arte contemporanea con tutto questo? Esiste qualcosa di più soggettivo?

Un quadro bianco, tutto bianco, con delle scriminature quasi invisibili diventa il campo di battaglia dei sentimenti di questi tre grandi amici. Quanto vale quel quadro? Centinaia di migliaia di euro, per Serge, quello del gruppo che vorrebbe elevare il proprio stato sociale comprandoselo. Nulla vale invece per Marc che ha fatto del cinismo la sua arma per difendersi dal mondo.

Yvan no, non vorrebbe prendere una posizione, preferisce che la vita gli caschi addosso; piuttosto che essere protagonista della propria esistenza subisce tutto: future mogli, futuri suoceri, madri e amici; tutti vogliono qualcosa da lui  e lui tutti vorrebbe far contenti, un gioco di prestigio che non riesce quasi mai…

Tre “tipi” che rappresentano la gran parte degli uomini, quasi archetipi contemporanei di una società maschile di quarantenni, ormai in età per essere padri da tempo, ma ancora in difficoltà con le responsabilità della vita adulta.

[ Emanuele Conte ]

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sabato 25 febbraio, ore 20.30 – Teatro Giovanni Testori, Viale Amerigo Vespucci 13, Forlì – info e prenotazioni: 0543 722456 o progetti.teatrotestori@elsinor.net

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