AngelicA Festival, la nuova edizione a Bologna

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Wadada Leo Smith

siGiappone, Etiopia, Svezia, Inghilterra, Stati Uniti, Islanda, Vietnam, Scozia, Svizzera, Australia, Germania, Francia, Olanda, Norvegia, Canada, Italia. Sedici Paesi per sedici concerti quest’anno alla 33esima edizione di AngelicA, il festival dedicato alla musica internazionale contemporanea e di ricerca. Dal 2 al 31 maggio il Teatro San Leonardo di Bologna diviene un palcoscenico per la musica internazionale da tutto il mondo.

“Siamo nella piena tradizione di ricerca AngelicA”, racconta il direttore artistico Massimo Simonini. “La tradizione di AngelicA, fin dal 1991, è far concorrere insieme tanti elementi e tanta musica diversa, anche se sempre di ricerca musicale si tratta. Quest’anno ci sono ben nove curatori, per sedici concerti in dodici serate. Un numero importante di persone ha quindi contribuito a costruire il programma. Talvolta, devo svolgere il ruolo di vigile urbano: sulla base delle risorse, dell’idea, della composizione del programma e di quello che, a mio avviso, sono le necessità, cerco di rintracciare una sorta di equilibrio. Non solo tra le varie espressioni musicali, ma anche tra i curatori. Quindi accanto alla grande varietà c’è anche la ricerca di un equilibrio”.

Un programma estremamente variegato di appuntamenti, che non manca tuttavia di tratteggiare un percorso, fatto di rimandi e di ricorrenze. “Una volta che il programma è pronto, si notano sempre delle relazioni. Ad esempio, quest’anno è il duo Eiko Ishibashi & Jim O’Rourke ad aprire il festival (2 maggio), con un discorso più legato alla musica elettronica, mentre il giorno successivo ci sarà sempre un altro duo, Musho, formato da Sofia Jernberg e Alexander Hawkins (3 maggio), che sono invece in acustico, per pianoforte e voce. Così, già con il primo e il secondo giorno possiamo vedere due i mondi differenti, dell’elettronica e dell’acustica, che si specchiano”.

Un uomo e una donna per entrambi i primi due concerti della nuova edizione del Festival. Un dato non indifferente, perché la presenza delle donne nel panorama musicale non va data per scontato.

“La presenza femminile non è scontata AngelicA. In ambito contemporaneo e nella musica si ricerca la figura femminile è presente ed interessante, però è ancora molto diffusa la presenza maschile. Questo non significa che non siano presenti numerosi musiciste e compositrici e nel programma di Angelica questo aspetto emerge. Ad esempio, nel gruppo di Wadada Leo Smith (nell’ambito del Create Festival del 5 e 6 maggio) ci sono ben quattro musiciste donne. Il 10 maggio, inoltre, abbiamo due musiciste vietnamite, Lương Huệ Trinh e Ngô Trà My, che si presentano con strumenti tradizionali ed elettronica dal vivo. Prima di loro ci sarà anche il solo Lauren Sarah Hayes a cura dei Matmos. Insomma, una giornata tutta al femminile”.

Con Wadada Leo Smith si entra in un’altra dimensione musicale, quella del jazz, in un festival dentro al festival dal nome Create Festival (5 e 6 maggio). Wadada Leo Smith, per l’occasione, “mette insieme un organico di musicisti inedito, Purple Kikuyu, un sestetto che, si alternerà ai membri del quartetto bolognese Istantanea. Due giorni con composizioni in prima italiana, prima europea e prima assoluta che coprono cinquant’anni dell’attività compositiva di Wadada”, racconta Simonini.

Dopo la parentesi del Create Festival, il programma di AngelicA festival prosegue il 15 maggio, con Oren Ambarchi che presenta Carpe Diem. “Qui siamo in una dimensione più compositiva”, racconta il direttore artistico, “ma che accosta strumenti diversi in maniera particolare e unisce improvvisazione, musica minimale, fughe che portano in ambito rock e jazz”.

Si passa poi al 17 maggio per celebrare un importante anniversario: i cinqunt’anni del sintetizzatore modulare Serge, brevettato da Serge Tcherepnin. A suonarlo ad AngelicA sarà Thomas Ankersmit, uno dei più rinomati esperti di questo sintetizzatore, ispirandosi al lavoro della compositrice Maryanne Amacher.

Nella stessa serata, AngelicA festival ospiterà un ensemble tutto italiano, Azione_Improvvisa, che unisce approcci musicali differenti, esplorando nuove sonorità mediante l’utilizzo di strumenti di epoche diverse. “Si tratta di un quartetto straordinario”, specifica Simonini, “perché mette insieme strumenti molto particolari: la tiorba, la fisarmonica, la chitarra elettrica e l’elettronica. Per me è veramente speciale, perché nel deserto italiano – che per quanto ricco presenta sempre una tipologia più o meno standard di organici (il quartetto d’archi o trio) – ha quest’idea di mettere insieme strumenti così distanti e farli suonare insieme. Questo ensemble di musica contemporanea chiede ai compositori di scrivere per loro e dare vita a un suono particolare e che, nel panorama italiano, merita di essere rappresentato”.

Il programma prosegue con Maja S. K. Ratkje e Stian Westerhus, che si esibiscono per la prima volta insieme (18 maggio) e in veste rigorosamente acustica. Il 24 maggio sarà invece il turno del batterista e compositore Andrea Belfi che, insieme alla trombonista Hilary Jeffery, presenta il progetto Eternally Frozen: una serie di composizioni per ottoni, percussioni e sintetizzatore basate sulla tecnica del canone. Una serata speciale sarà invece quella del 25 maggio presso la Basilica di Santa Maria dei Servi con Sarah Davachi. Una performance unica, che esplorerà le complessità dell’organo a canne della Basilica.

Parte dell’anima di AngelicA festival consiste nel far incontrare il panorama musicale internazionale proprio con il territorio che li ospita e i suoi artisti. “L’idea è mettere insieme musicisti che vengono dal resto del mondo con musicisti che lavorano in città o comunque italiani”, racconta il direttore artistico. Lo testimoniano non solo la presenza italiane in programma, ma anche i due eventi di chiusura del Festival: l’esibizione del Piccolo Coro Angelico e Otomo Yoshihide alla direzione dell’orchestra del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna.

Il Piccolo Coro Angelico, il laboratorio di sperimentazione vocale per bambini tra i 5 e i 12 anni promosso da AngelicA, sarà protagonista della serata del 27 maggio portando sul palco alcune grandi interpretazioni di Franco Battiato, John Cage, Gioacchino Rossini e Gianna Nannini. “Un mix di canzoni e pezzi eseguite in modo originale dai bimbi, seguiti da vicino dalle loro insegnanti”.

A chiudere AngelicA festival sarà invece Otomo Yoshihide, che si esibirà in un set in solo per giradischi e feedback, e condurrà, dopo tre giorni di workshop, un’orchestra formata da sedici allievi del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, che lavorerà su sue composizioni su di brani di Eric Dolphy e dal repertorio Gagaku, la musica tradizionale giapponese eseguita alla corte imperiale.

“Il progetto, in co-produzione tra Angelica e il conservatorio, presenta un’orchestra formata da strumenti antichi e moderni: batterie, percussioni, cembalo, viola da gamba, chitarra elettrica, trombone, clarinetto… Si tratta di una grande chiusura per il festival: non solo per il ritorno di Yoshihide, ma anche perché non aveva mai fatto un workshop con gli studenti. Tovo molto bello che un musicista prima si presenti con una cosa direi anche un po’ noise ai giradischi e poi diriga gli studenti del conservatorio. È bello che chi dirige il workshop non sia solo un grande compositore contemporaneo, ma qualcuno che fa questo lavoro anche un po’ da un outsider”

Così si chiude la 33esima edizione di AngelicA, sottotitolata Veli & Velieri. “Le edizioni di Angelica dal 1991 e per almeno circa forse 15 anni hanno avuto dei sottotitoli. Poi, per diversi anni, si è chiamato Momento Maggio, per il periodo in cui si svolgeva”, specifica Simonini.

“Quest’anno era arrivato il momento di cambiare. Veli & Velieri dall’idea di navigare, di trovarsi in mezzo al mare della musica, ma anche dal lasciarsi andare al flusso. Mi sono immaginato i velieri trasportati dal vento e i numerosi veli che ci vengono messi davanti agli occhi”. La musica diviene metafora del vento che ci mostra ciò che prima di era precluso alla vista. “La musica risponde: noi facciamo e costruiamo qualcosa e la musica ci risponde, perché vuole dirci qualcosa. Oggi, quando attraversiamo molte musiche diverse come ad Angelica, viviamo un’esperienza che ci racconta il mondo in cui viviamo. Questo è un po’ il mondo di AngelicA”.