DON ANTONIO: un genuino gesto d’amore verso la propria terra

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Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non e facile starci tranquillo.” (Cesare Pavese)

Il 28 luglio scorso è uscito il nuovo disco di Don Antonio Gramentieri, in arte Don Antonio, modiglianese doc, virtuoso della chitarra, produttore a autore di musiche anche per il cinema.

Sicuramente uno degli artisti più eclettici ed interessanti del nostro panorama italiano. Lacosta è il quarto album dell’artista, dopo Don Antonio (2017), La Bella Stagione (2021) e Colorama (2021), disponibile su tutte le piattaforme di streaming.
I proventi di questa prima tiratura del disco, fisici e digitali, concorreranno al fondo emergenziale per Modigliana gestito dalla Pro loco, Protezione civile e Nucleo volontari antincendio“. Il disco contiene “brani brevi, composti in solitudine, con pochissimi strumenti, in un casolare di campagna, con i musicisti con cui più ho collaborato in questi anni recenti – conclude l’autore –. Alcune composizioni, registrate in diverse versioni, sono state utilizzate per un film trasmesso da Rai Due, per un ciclo di spot di cantine vitivinicole delle nostre colline, per una docufiction di Netflix e per altri lavori“.
Lacosta è stato registrato a La Casina e Crinale Lab (Modigliana). Mixato da Brian Deck al Narwhal, Chicago, masterizzato da Jim DeMain a Yes Master and Alex McCollough al True Master, Nashville. Don Antonio per chitarre, bass, synth, melodica e con lui: Luca Giovacchini (chitarra e dobro), Piero Perelli (batteria e percussioni), Roberto Villa (basso), Nicola Peruch (organo, piano, synth), Vanni Crociani (fisarmonica), Enzo Vallicelli (batteria e chitarra su Vince, batteria su Blu Spazio Blu) eStefano Intelisano (organo e piano su Blu Spazio Blu).
“Lacosta è una riflessione su un luogo che per tutta la vita ha continuato a definirmi, ad accogliermi, a curarmi. È musica che parla di un rapporto molto intimo con la mia terra – spiega Don Antonio. Lacosta, (ovvero via della Costa, provinciale che unisce Modigliana a Brisighella, ndr), è una strada che percorro fin dall’infanzia, a cui lego tanti significati, e oggi una delle tantissime strade ferite del nostro paese, danneggiate o modificate irreparabilmente in seguito alle piene e alle frane di maggio”
14 pezzi strumentali suonati ed eseguiti magistralmente da Don Antonio ed ai suoi fidati amici e collaboratori musicisti, che fanno da colonna sonora a queste nostre giornate, un disco che sento molto vicino al mio essere dato che io stessa amo il mio paese e pur essendomene andata via più volte alla fine sono sempre tornata in queste dolci colline dove sono nata e dove ho vissuto la maggior parte della mia vita.
Colline che sono inesorabilmente cambiate con le frane e le piene di maggio scorso, che hanno cambiato l’aspetto esteriore del paesaggio che eravamo abituati a vedere. Oggi le ferite attorno a noi si sentono e la nostra terra è stata letteralmente devastata da questi eventi.
Malinconia intrisa a ricordi passati queste sono le senszoni ed emozioni che questo disco mi regala ma sopratuttto l’amore per la nostra terra dove siamo cresciuti, alla quale siamo legati anche se lontani. Don Antonio ha omaggiato la sua terra, dove è nato, quella terra che lo ha ispirato, ospitato e curato e quindi ha deciso di rendergli questo disco in cambio, cercando di restituigli qualcosa. Un genuino  gesto d’amore verso la propria terra che ci identifica e caratterizza.
Una gemma preziosa della musica indipendente italiana che vi consiglio di ascoltarvi, magari sdraiati in un bel prato al sole nella vostra terra, osservando le nuvole disegnandoci sorrisi, senza dimenticarci che siamo fatti della loro stessa sostanza, ovvero di quella leggerezza e forza che possiedono.
“Il mio paese è là dove passano le nuvole più belle” (Jules Renard)

 

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