Un groviglio di cavi intrecciati disegna una ragnatela sull’ampio bancone in legno al centro della stanza dall’alto soffitto arcato. L’occhio – addolcito da una luce soffusa – viene inevitabilmente attratto da quel reticolato: nel vano tentativo di inseguire la direzione dei fili ne resta ipnotizzato. Lungo i bordi del tavolo, una serie di dispositivi analogici e digitali: microfoni, computer, cuffie, auricolari e varie altre strumentazioni vanno a costruire l’ambiente di Tactus Radio Festival, una tre giorni dedicata agli universi sonori nelle loro diverse manifestazioni invisibili, tenutasi a San Marino dall’1 al 3 dicembre 2023 presso l’Antico Monastero di Santa Chiara. Ideato dal compositore, musicista e artista visivo Roberto Paci Dalò e realizzato con il suo Usmaradio – Centro di Ricerca per la Radiofonia in collaborazione con l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino, Tactus è un progetto internazionale di Radio Art, che ha coinvolto specialisti della scena radiofonica istituzionale e indipendente, podcaster ed esperti di produzione e creazione di narrazioni sonore, sound artist e musicisti italiani e stranieri.
Sul ritmo del battito del cuore – da cui Tactus, l’unità di misura del tempo espressa dal gesto della mano nella musica tra il XV e il XVI secolo – il festival è stato una sorta di trasmissione a flusso continuo: un’intensa serie di panel dedicati a differenti argomenti (dal rapporto radio-guerra, alle esperienze di radio comunitarie, fino alle pratiche di ascolto, o di ricerca e studio sulla sound art), si sono susseguiti intervallati da performance live, tutto anche in diretta su usmaradio.org, per ragionare insieme attorno alla radio come mezzo e luogo di creazione.
Grazie alle proprietà intrinseche del mezzo radiofonico e alle nuove potenzialità tecnologiche, lo spazio-tempo del salone si è espanso: oltre la Repubblica di San Marino e oltre l’Italia, Tactus è arrivato in UK e in Germania, negli USA e in Canada, in Cile e in Australia, non soltanto raggiungendo un bacino d’utenti più ampio, ma soprattutto rendendo protagoniste personalità della radio e dell’arte sonora internazionale.
Tactus / Temi, panel, artisti
Come la ragnatela di cavi sul tavolone, dunque, così i/le partecipanti e le loro esperienze si sono intrecciate, facendosi nodi attorno ai quali tessere una solida rete di confronto virtuoso sulle arti radiofoniche, sulle teorie e sulle tecniche sonore: un’occasione unica, e per nulla scontata, per incontrarsi e (ri)conoscersi, a partire dai fondamentali dell’arte radiofonica. I vari panel infatti – oltre a tracciare le evoluzioni del mezzo (Gianluca Nicoletti, Tiziano Bonini e Lefteris Krysalis) – si sono declinati a partire da alcuni macro-temi riconducibili alle proprietà intrinseche dei mondi auditivi. Tra questi, l’invisibilità del suono, rivendicata per il suo potenziale creativo e immaginativo, insieme alla sfida dell’incontrollabilità delle frequenze di trasmissione, un aspetto tanto difeso per la libertà che offre quanto indagato per il suo carattere “pericoloso” (come illustra Andrea Borgnino nel suo intervento sull’uso delle frequenze radio nelle comunicazioni in contesti bellici, dove «il nemico è sempre in ascolto»). Questo potere “infiltrante” mette in evidenza anche la permeabilità dei corpi al suono, rivelando come l’ascolto sia un mezzo di connessione intima con l’altro o con l’ambiente. Da qui, i panel dedicati alla narrazione nel podcasting con Gabriele Frasca, Matteo Cavezzali, Gianni Gozzoli, Radioimmaginaria; la ricerca sulle pratiche d’ascolto transculturale di Nathalie Singer; i focus dedicati alla voce, al linguaggio, agli ecosistemi e alla cura di Lucia Amara, David Monacchi, Daria Corrias, Leandro Pisano, Johann Merrich. La relazionalità e l’interazione favorite dalle pratiche di ascolto hanno inoltre posto l’attenzione sulle esperienze di radio comunitaria (Ilaria Gadenz e Carola Haupt / Radio Papesse, Graciela Martìnel Matìas, Elizabeth Zimmermann); all’art of transmission con il racconto delle sperimentazioni e degli studi di Roberto Paci Dalò, Tobia Bandini e Anna Friz. Non sono mancati gli approfondimenti sulla composizione musicale, con panel dedicati alle nuove frontiere della Sound Art (Franco Masotti, NicoNote e Meira Asher) e alla sperimentazione elettronica (L’impero della luce, Giacomo Fronti, alien productions/Andrea Sodomka, Norbert Math), sempre accompagnate da performance eseguite dal vivo dagli artisti ospiti. Tra queste, Velvet di Vittoria Assembri e Gaia Ginevra Giorgi, una ricerca acustica sulle “infestazioni sonore” fra gli scarti e i residui, realizzata attraverso registrazioni sul campo, strumenti analogici, rilevatori di onde magnetiche, microfoni a contatto.
Tactus / Continuum
Tactus, si diceva, più che un festival è stata una trasmissione a flusso continuo, un’immersione densa e totale in parole, suoni e musiche, accaduti in uno spazio-tempo “espanso”.
A riassumere perfettamente questi aspetti e i tanti temi affrontati è la performance di chiusura della tre giorni, Continuum: un’ora esatta di esecuzione musicale live in cui alcuni degli ospiti del festival hanno improvvisato in loco con i loro strumenti mentre altri si sono uniti da remoto. Un esperimento di creazione collaborativa e immersiva, trasmessa contemporaneamente su 12 realtà radiofoniche: Usmaradio e San Marino RTV (San Marino), bauhaus.fm (Germania), Wave Farm e ARTxFM / WXOX 97.1 (USA), Fango Radio, NEU Radio e Radio Raheem (Italia), Beware The Radio (UK), Radio Tsonami (Cile), diffusionFM (Australia), Radio Bloc ORAL (Canada). Al termine è stato come un risvegliarsi dal caldo torpore di un bel sogno.
Le particelle sonore di questo intenso festival non sono scomparse nell’etere, ma continuano il loro “flusso”: è possibile recuperare le voci e i suoni qui: https://www.spreaker.com/podcast/tactus-radio-festival–6030568
Inoltre, alcuni degli interventi faranno parte di un volume dedicato alla Radio Art e alla sperimentazione radiofonica a cura di Usmaradio, in uscita in italiano e in inglese nel 2024.
Per ulteriori informazioni usmaradio.org