Vasco Brondi “illumina tutto” l’Estragon

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Vasco Brondi

Siamo andati a Bologna sabato scorso, 4 maggio, precisamente all’Estragon Club per il concerto di Vasco Brondi. Arriviamo con largo anticipo, ci smezziamo una piadina al chioschetto fuori dal locale e guardiamo gli aerei sorvolare sopra di noi. Entriamo nel locale e facciamo un salto al banchetto del merchandising dove non potevo non prendere i fiammiferi con la scritta “Illumina tutto“, una vera genialiata.

Prendiamo poi posto in prima fila, dove ad aprire il concerto di Brondi sale sul palco Umberto Maria Giardini, una delle più grandi penne del cantautorato italiano, che ci regala alcuni dei suoi pezzi, letteralmente da brividi.

Dopo un breve check dei tecnici addetti al palco, finalmente arriva Vasco, accompagnato dalla sua band. Tra i pezzi dell’ultimo album, Un segno di vita, dei suoi album precedenti e de Le Luci della Centrale Elettrica, che hanno segnato indelebilmente tantissime generazioni, canzoni che squarciano l’anima dove la poesia di Brondi, nostalgica e malinconica è al tempo stesso anche colma di speranza, tutto il pubblico canta ogni singola canzone, tutte quelle canzoni che abbiamo ascoltato migliaia di volte, in macchina sulla riviera adriatica, sotto le stelle o semplicemente nella nostra camera al buio, dove anche noi perdenti, ci sentiamo finalmente compresi, per continuare a sopravvivere, “poi continuare a vivere e non avere niente da perdere”.

Tra una canzone e l’altra Brondi racconta aneddoti, come quello di quando ha vissuto a Bologna e vedeva sempre Lucio Dalla seduto in un bar, oppure di quando mandò il suo demo a Umberto Maria Giardini, che gli rispose proprio nel suo 23esimo compleanno e che poi finì per supportarlo durante il suo tour per l’Italia. Sarà che per me Bologna è la mia seconda casa, perchè ci ho vissuto durante il periodo universitario, sarà che le canzoni di Brondi le sento perfettamente in linea con il mio essere, ed è incredibile come ogni disco e ogni canzone riescano sempre a raccontarci tutto quello che stiamo vivendo, vedere Vasco dal vivo “nella calma che hanno a notte fonda i viali di Bologna” “dove sono possibili cose impossibli”, come quando nessuno avrebbe scommesso un centesimo su di me, che mi sarei laureata.

Un concerto di meteore che hanno aperto i nostri chakra, la nostra mente e i nostri corpi hanno viaggiato attraverso tempeste interstellari. Ad un certo punto Vasco invita Umberto Maria Giardini sul palco, dove i due cantano un pezzo di Moltheni (progetto di Giardini concluso), Zona Monumentale. Semplicemente grandiosi. Brondi poi canta Cosa Sarà (cover Lucio Dalla e Francesco De Gregori), bellissimo omaggio a Dalla, a Bologna e a tutti noi bolognesi nel cuore. La serata si conclude con Per combattere l’acne, Piromani, Mistica, A forma di fulmine, Un segno di vita e Nel profondo Veneto, dove Brondi scende dal palco e si addentra in mezzo alla folla della platea, in mezzo a questo labirinto di emozioni indescrivibili, perchè anche Brondi è uno di noi e nonostante fuori di qua il mondo stia cadendo a pezzi, i concerti, quella voglia di urlare e cantare tutti assieme sono i segni di vita più veri e autentici, nei quali credo e che io abbia mai visto.

“Forse si tratta di affrontare quello che verràCome una bellissima odissea di cui nessuno si ricorderà”

L’esercito del SERT” se lo ricorderà.

Umberto Maria Giardini