Nelle sale italiane dal 6 maggio ROOM 999 (Chambre 999, 2023) il film di Lubna
Playoust, ispirato a ROOM 666 (1982) di Wim Wenders, distribuito da CG Entertainment in collaborazione con Cinema Beltrade – Barz and Hippo.
Presentato al Festival di Cannes 2023, e alla Festa del Cinema di Roma, il film cerca di rispondere a questa domanda: “Il cinema è un linguaggio che sta per perdersi, un’arte che sta per morire?”. A Cannes, nel 1982, Wim Wenders chiese a 16 suoi colleghi registi (tra gli altri – Godard, Fassbinder, Spielberg, Antonioni e Herzog) di parlare del futuro del cinema, dando vita a Room 666. Uno dei film meno conosciuti di Wim Wenders.
Ora, 40 anni dopo, a Cannes, la regista Lubna Playoust pone a una nuova generazione di
registi la stessa domanda. A questa domanda hanno risposto Wim Wenders, Audrey Diwan, David Cronenberg, Joachim Trier, Shannon Murphy, James Gray, Arnaud Desplechin, Lynne Ramsey, Asghar Farhadi, Nadav Lapid, Claire Denis, Davy Chou, Buz Luhrmann, Alice Winocour, Ayo Akingbade, Olivier Assayas, Paolo Sorrentino, Agnès Jaoui, Kirill Serebrennikov, Christian Mungiu, Kleber Mendonça Filho, Albert Serra, Monia Chokri,Ninja Thyberg, Pietro Marcello, Rebecca Zlotowski, Ali Cherri, Ruben Östlund, Clement Cogitore, Alice Rohrwacher.
999, l’inverso di 666, ma in numerologia ha un forte significato simbolico. Segna la fine di
un ciclo e l’avvio di un nuovo inizio. Le riprese di ROOM 999 sono state effettuate in una camera d’albergo sulla Croisette nel 2022 durante il Festival di Cannes. Wenders diceva che si stava aprendo un “buco nero” nella storia del cinema. Era preoccupato che l’estetica televisiva avesse preso il posto dell’estetica cinematografica, che i film si copiassero invece di trarre ispirazione dalla vita, che la tendenza fosse verso i blockbuster a scapito dei “piccoli film”, che erano sempre meno. Era anche preoccupato che i film diventassero immediatamente disponibili in video e che la gente li guardasse a casa invece di andare al cinema. La domanda posta da Wenders negli anni Ottanta era decisamente profetica.
Dichiara la regista Lubna Playoust: “La morte del cinema è un concetto consueto e
ricorrente, spesso legato agli sconvolgimenti globali: la pandemia di Covid, la crisi ambientale, le guerre, le rivoluzioni tecnologiche e così via. Room 666 non è in alcun modo una risposta definitiva. È un tentativo di fare il punto della situazione dal punto di vista di diversi registi. Per me, ciò che conta è che rimanga una domanda. È ancora qui e verrà riproposta ancora una volta, 40 anni dopo, e perché no, anche tra altri 40 anni. Il film di Wenders e Room 999 non riguardano solo il cinema. Riguardano il mondo in cui viviamo…”