La tua felicità sei tu. Su La Via degli Occhi Limpidi di Annamaria Gyoetsu Epifanìa

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Annamaria Gyoetsu Epifanìa

Ci sono un sacco di cose, nel nuovo libro che la monaca e maestra zen Annamaria Gyoetsu Epifanìa ha da qualche mese pubblicato con le Edizioni Lindau.

Riflessioni, memorie autobiografiche, brevi dialoghi, citazioni (filosofiche e non solo) e alcuni stranianti quanto illuminanti Kōan si intrecciano in una struttura a sette petali che pare costruita in un farsi al presente che rispecchia lo stare vigile e gioioso che questo libro irriducibile incoraggia.

Irriducibile: un po’ come il Pierre Menard di Borges alle prese con il Don Quijote de la Mancha, o come dediti amanuensi medioevali, forse l’unico modo plausibile per far (ri)vivere questo esattissimo fluire sarebbe restituirlo quale è, tanto la «esperienza vissuta vibra nella lingua di Gyoetsu», come suggerisce Filippo La Porta in chiusura della sua appassionata postfazione.

L’io a cui l’autrice con mite veemenza si rivolge è invitato a farsi artefice della propria trasformazione, nella direzione della pienezza della propria esperienza.

Detto altrimenti: questa introduzione all’arte di manifestarsi senza rumore rende più esigente di vita la vita di ciascuno.

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«La tua felicità sei tu»: un frammento del libro di Epifanìa, posto a titolo di queste brevi note, pare suggerirne almeno tre elementi sostanziali.

Il primo: l’arte dell’incoraggiamento. Con attitudine testimoniale ed esortativa, Epifanìa si pone avanguardisticamente come attivatrice di processi di cambiamento. Di consapevolezza. Dell’accorgersi.

Il secondo: lo scandaloso, vertiginoso, parlar di felicità. Come non pensare a un’altra donna valorosa, Elsa Morante, nella sua Canzone dei Felici Pochi e degli Infelici Molti, là dove suggeriva -citiamo parafrasando- che l’unica strada che ha senso percorrere è quella che ha la gioia come unica partenza e direzione?

Il terzo: la smisurata questione dell’essere. In queste pagine commoventi -termine qui usato nel senso letterale del far muovere insieme chi scrive e chi legge- declinata in una prassi di sorridente accoglienza e minuziosa attenzione, benevola accettazione e visionaria tensione al cambiamento.

«Stare quietamente in compagnia dei pensieri di una maestra gentile ed esperta»: se si ascolta il suggerimento del direttore editoriale di Lindau Ezio Quadrelli si attraverseranno pagine dense di spiazzante semplicità.

Di inviti a guardare la realtà che attraversiamo quale essa è: sempre mutevole, sempre potenzialmente nutriente.

Di fenomenologica fiducia nelle cose.

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Trisha Brown, Primary Accumulation, 1972

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Vien da ricordare Yoko Ono, gigantesca artista del movimento Fluxus che nell’installazione Painting to let the evening light go through, nel 1961, attraverso una superficie trasparente e mobile invitava a creare nuovo sguardo sulla realtà, spesso percepita come ordinaria, grigia, insignificante.

E, undici anni dopo, a Primary Accumulation di una delle protagoniste della postmodern dance, Trisha Brown: sequenza di trenta movimenti che si costruiva a partire dal primo, a cui si aggiungevano via via gli altri, ricominciando ogni volta da capo la serie, accresciuta di uno.

Fiducia nelle cose per quali esse si manifestano, appunto: è la rivoluzione dello e nello sguardo che può dar luogo a vere e proprie mondane epifanie (dunque, etimologicamente, apparizioni).

Epifanìa è, appunto, anche il cognome dell’autrice: nomen omen!

Moltissimi sono i frammenti de La Via degli Occhi Limpidi che si potrebbero riportare, rischiando però di spezzettare un continuum che solo l’esperienza incarnata che ha fatto da scaturigine a quelle precise parole le libera dal rischio della scivolosa banalizzazione.

Almeno uno, però, lo vogliamo restituire.

Posto in apertura dell’introduzione, evoca una consapevolezza che, da sola, basterebbe a rivoluzionare, nella direzione della gioia, la vita di tutti e di ciascuno:

«Non sappiamo niente, non siamo niente, possiamo amare tutto».

Dire grazie, almeno.

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Yoko Ono, Painting to let the evening light go through, 1961

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Approfondimenti

Conversazione con Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Filippo La Porta di presentazione del libro | Uomini e Profeti, Radio3 Rai, puntata del 2 giugno 2024 | ascolta

Sito del Centro Zen Anshin di Roma in cui Annamaria Gyoetsu Epifanìa vive e lavora insieme a Guglielmo Doryu Cappelli, compagno di vita e di fede | visita

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