Arrivano i Dunque – le pirotecnie linguistiche di Alessandro Bergonzoni in prima nazionale al Teatro Elfo Puccini di Milano

0
102

.

Un uomo che indossa un camice bianco. Luci rosse e un unico elemento di arredamento scenico: una strana cassa che fa anche da tavolo/arca/vasca/sepolcro in mezzo al palco. Alcuni libri sparsi sul tavolo. Sarà un tavolo operatorio? L’uomo dal camice bianco potrebbe essere un chirurgo ma il suo bisturi è la parola acuminata e stralunata. E il paziente? Forse è la società tutta, forse è il tempo bislacco e senza (più) umanità nel quale siamo stati gettati ma del quale siamo congiuntamente responsabili: lo sancisce la congiungivite.

È un torrente in piena Alessandro Bergonzoni in questo suo nuovo spettacolo Arrivano i Dunque (avannotti, sole blu e la storia della giovane saracinesca) che ha debuttato al Teatro Elfo Puccini di Milano in prima nazionale. Due ore di ininterrotto profluvio di parole e rocamboleschi giochi semantici che prende l’abbrivio da un’asta dei pensieri alla ricerca del «miglior (s)offerente per mettere all’incanto il verso delle cose». Ed è davvero un pa(r)tire allo sproposito per lanciarsi alla conquista di nuovi sentieri di significati, deragliando dal senso comune, dagli schemi mentali che ingabbiano, perché si sta così bene fuori contesto, assicura Bergonzoni. E, fraintendiamoci, il corpo a corpo con le parole di questo atleta del verbo è come una follata di aria fresca che improvvisamente irrompe nella stanza chiusa di un teatro che è spesso puro onanismo e sterile vacuità. Nel suo intento di disertare dal mondo, l’artista rigetta innanzitutto la banalità delle convenzioni e dei cliché: la vittoria sta nel cercare di non capirci.

Bergonzoni ringrazia Dio per la dote della rinfusa e il suo accumulo di fulminazioni, geniali intuizioni e pirotecnie linguistiche fanno piazza pulita di ogni stantio ragionamento.  La sua è anche un’arte dell’esagerazione e un depensare nel solco di Deleuze e Bene. Nel teatro si parla (e quante volte a sproposito!) di urgenza ma Bergonzoni ci indica con il dito i minuti che sono passati e che nessuno aveva notato mentre uscivano in fondo alla platea. Il tempo stringe ma non abbraccia. E allora, l’artista che sente davvero l’urgenza di questo scorrere immane degli attimi ha anche il dovere etico di non rimanere zitto e sordo dinanzi alle ingiustizie e ai crimini che hanno prodotto nella nostra società un’assuefazione all’orrore e alla banalità del male. Si ride con Bergonzoni e i neuroni vanno in visibilio ma la questione etica è una costante di questo spettacolo (l’assurdità della guerra contro la quale ci dovremmo sbellicare, la boria della classe politica). Abbiamo bisogno di altristi e di tealtro, di uno sconfinare continuo dai propri limiti e dai propri meschini interessi per dischiuderci verso il prossimo e per abbracciarlo in tutta la sua irriducibile umanità e alterità.

Insomma, è un pazzo carrabile scatenato Alessandro Bergonzoni ed è meglio aspettare pazientemente la fine (sempre rimandata) dello spettacolo perché, avverte, non vuole nessuno davanti quando esce pazzo. Una pazzia salvifica la sua, un surreale e straripante comicità che ci porta oltre i confini della realtà per approdare alla crealtà. E sia chiaro, ognuno di noi è chiamato a dare un significato alla realtà nella quale viviamo. Ognuno di noi dovrà scegliere se decidere o decedere. La (c)realtà avrà il volto di questa decisione.

.

ARRIVANO I DUNQUE
(avannotti, sole blu e la storia della giovane saracinesca)
di e con Alessandro Bergonzoni
regia Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi
scene Alessandro Bergonzoni
produzione Allibito
prima nazionale
visto all’Elfo il 30/11/2024

.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.