L’arte della domanda. Sulle interviste di Una Città alla studiosa di iconografia Chiara Frugoni

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Chiara Frugoni

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Il gesto del domandare è una forma di apertura, un modo di restare in ascolto del mondo e degli altri.

Una Città ha trasformato questa pratica in un progetto editoriale che unisce impegno intellettuale e resistenza culturale.

La rivista, mensile indipendente di interviste e fotografie fondato a Forlì nel marzo 1991, ha saputo creare uno spazio unico di dialogo, in cui il sapere non è mai autoritario, ma condiviso e in costante evoluzione.

La sua filosofia – sintetizzata nel claim Le domande vengono prima delle risposte – è un invito a rifiutare le semplificazioni e confrontarsi con la complessità del reale.

Chiara Frugoni, figura centrale della storiografia italiana, ha trovato in questo contesto un luogo ideale per raccontarsi e per esplorare: le interviste a lei, realizzate da Una Città tra il 1994 e il 2015 e nel 2023 raccolte nel volume Cosa intendi dire?, non sono semplici conversazioni di presentazione di suoi libri, ma veri e propri percorsi di conoscenza, in cui il dialogo si fa strumento per illuminare, di volta in volta, la vita quotidiana del Medioevo, i dettagli nascosti delle immagini sacre, le dinamiche culturali e politiche di un più o meno recente passato e, in tutta evidenza, del nostro presente.

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LA FORZA SOVVERSIVA DI FRANCESCO E CHIARA D’ASSISI

Particolarmente imponente è il lavoro di Frugoni sulle vite di Francesco e Chiara d’Assisi, figure chiave del Medioevo cristiano, et ultra.

Approfondire queste storie, soprattutto per una studiosa non credente come Frugoni, ha un valore profondamente culturale, persino sovversivo.

Nel suo caso, la scelta di analizzare il significato storico e politico di due santi non implica un’adesione religiosa, piuttosto la volontà di interrogare come le arti visive, la narrazione e la memoria abbiano plasmato il loro messaggio (e il nostro immaginario) nel corso dei secoli.

Francesco d’Assisi, con il suo invito alla povertà e all’amore per il creato, è stato al centro di un processo di istituzionalizzazione, finanche di normalizzazione, che ne ha reso il messaggio universale, ma non privo di contraddizioni e brutali riduzioni.

Allo stesso modo, Chiara ha incarnato la costante tensione tra la ribellione ai ruoli femminili tradizionali e il tentativo di limitarne la portata rivoluzionaria.

Frugoni esplora queste figure con una straordinaria capacità di narrazione visiva.

Alternando “campi larghi” che abbracciano i grandi movimenti storici a “zoom” sui dettagli più minuti, come un’espressione di un viso sdentato o una briciola raffigurata in un affresco, riesce a rendere la storia viva e pulsante. I suoi racconti sono caratterizzati da un equilibrio unico tra rigore accademico e sensibilità narrativa: ogni immagine o episodio diventa un racconto capace di catturare chi legge in una dimensione immaginativa, visiva e vivente.

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Giotto di Bondone, San Francesco riceve le stimmate, Basilica superiore di Assisi, 1295-1299, 230×270 cm

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IL VALORE DEL LAVORO E DEL PENSIERO FEMMINILI

Un aspetto centrale che emerge dal dialogo tra Frugoni e Una Città è il riconoscimento e la valorizzazione del pensiero femminile. Questo tema, trascurato per lungo tempo nella storiografia e nel dibattito culturale, trova nella rivista un’attenzione costante e rigorosa.

L’edizione 2024 del 900fest – Festival di Storia del Novecento curato da Una Città, dedicata al lavoro e al contributo delle donne nella cultura, è un esempio di questo impegno.

Attraverso dibattiti, testimonianze e analisi, il Festival -dall’esplicito titolo/tema femminismi– ha messo al centro figure femminili che hanno saputo ridefinire i confini del pensiero, spesso affrontando ostacoli imposti da contesti patriarcali.

Anche Chiara Frugoni diventa un simbolo di questo approccio. La sua attenzione alle vite di Chiara d’Assisi o delle donne comuni del Medioevo non era solo un interesse accademico, ma un atto politico: un modo per restituire spazio e dignità a soggettività troppo spesso -in passato e, ahinoi, ancora oggi- relegate ai margini.

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IL VALORE DELLA DOMANDA COME PRATICA CULTURALE

La rivista Una Città si distingue per il suo approccio rigoroso e dialogico, che attraversa temi apparentemente distanti, ma uniti dalla necessità di comprendere il presente (anche) attraverso il passato.

Con contributi di firme culturali di grande prestigio e un’attenzione al dettaglio raro nel panorama editoriale italiano, la rivista non si limita a porre domande: costruisce ponti tra mondi e discipline diverse.

Un esempio emblematico di questa pratica è proprio il 900fest, che esplora le eredità del Novecento con lo stesso spirito critico e interrogativo che caratterizza le sue pagine. Il Festival, con la sua capacità di coinvolgere studiosi, scrittori e lettori, è una dimostrazione tangibile di come il dialogo possa farsi esperienza collettiva e viva.

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DIECI PIÙ UNA

Oltre alle dieci interviste pubblicate, un elemento di grande nutrimento nel libro Cosa intendi dire? è l’introduzione di Gianni Sofri, che offre un’analisi lucida e appassionata del lavoro di Chiara Frugoni e del contesto in cui si colloca.

Sofri restituisce la profondità intellettuale della studiosa, mettendone in luce non solo la vastità degli interessi, ma anche la sensibilità con cui affrontava i temi più complessi.

La sua introduzione funge da guida, preparando chi legge a entrare in un dialogo con una pensatrice capace di rendere il passato sorprendentemente vivo.

Questo tributo iniziale si rivela essenziale per comprendere l’importanza di Frugoni non solo come storica, ma anche come figura culturale in grado di lasciare un segno duraturo nel panorama intellettuale contemporaneo.

L’introduzione di Sofri, con il suo tono appassionato e al contempo riflessivo, rende omaggio alla capacità di Frugoni di intrecciare rigore e creatività, erudizione e accessibilità.

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UNA MEMORIA CHE ILLUMINA IL PRESENTE

In sintesi: approfondire temi legati alla Storia (della religione, dell’arte, del proprio luogo d’origine, del Medioevo), come ha fatto Frugoni, non è mai esercizio di erudizione fine a sé stesso, ma atto di resistenza culturale.

Significa riconoscere che il passato non è un monolite, ma un luogo di interrogazione e scoperta.

La rivista Una Città, con il suo metodo dialogico paziente e appassionato, offre uno spazio in cui le storie e la Storia si intrecciano con le grandi questioni della modernità: la memoria, il potere, la libertà.

In un tempo in cui le risposte facili prevalgono sul dubbio e sull’approfondimento, l’esempio di Frugoni e il lavoro di Una Città ci ricordano che è nell’arte della domanda che si trova la vera forza del sapere.

Un’eredità preziosa, che occorre custodire e rilanciare.

E per cui bisogna -e molto- ringraziare.

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1 COMMENT

  1. Articolo perfetto
    Non conoscevo Chiara ma il vortice di significati che l’arte e la controcultura hanno ‘nascosto’ nel rinascimento e’ il seme più interessante di quella che si può definire rivoluzione

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