Mo i tira a te! di Maurizio Casali: memoria che respira

ph Matteo De Maria e Valentina Tisselli

.

Avevo già scritto, su Gagarin Magazine, di Mo i tira a tè. Racconti di guerra e di famiglia di Maurizio Casali, libro intessuto di voci familiari e di storie vissute, ascoltate, riascoltate, filtrate dalla distanza e dall’incantamento dell’infanzia.

Ieri sera, vedendolo prendere corpo e voce sul palcoscenico del Teatro Piccolo di Forlì, ho capito ancora meglio quanto questo materiale narrativo fosse destinato, da sempre, a rianimarsi.

Non c’è solo una trasposizione dal libro al teatro: c’è un passaggio di stato, quasi alchemico.

La vita vissuta dal padre si era fatta racconto per il bambino che ascoltava; il racconto si era fatto libro per l’autore adulto; ora il libro si fa carne e voce, si fa teatro, parola che nell’etimologia -vale sempre ricordarlo- è luogo di sguardi e visioni.

È una circolarità del tempo quella che il teatro di Casali mette in atto: il passato si scioglie nel presente e torna a farsi esperienza, viva e condivisa.

Un cerchio che si chiude – o meglio: che si apre continuamente a ogni spettatrice, a ogni spettatore.

 

RESPIRARE COL PUBBLICO

È un teatro che rifiuta ogni chiusura asfittica, ogni vezzo di intellettualismo fine a sé stesso.

Maurizio Casali viene da decenni di pratica nel teatro ragazzi, e si sente.

Non nel senso di una semplificazione, ma in quello più alto di un’arte pensata con e per il pubblico, dove la condivisione, l’ascolto, la risposta viva della platea sono parte integrante, finanche costitutiva, di ciò che è dato a vedere.

Durante Mo i tira a tè, il pubblico non è un semplice spettatore: è un testimone, un complice, un riverbero.

È come se Casali non raccontasse a noi, ma con noi.

Un teatro popolare, certo, ma nell’accezione più nobile: popolare come può esserlo solo qualcosa che riguarda tutte e tutti, senza abbassare l’intelligenza o raffreddare il cuore.

 

LA PRECISIONE DEL CORPO-VOCE

Accanto alla verità semplice della narrazione, si avverte la sapienza tecnica di una costruzione rigorosa.

La voce e il corpo di Casali si articolano in partiture precise, a tratti finemente stilizzate: pause misurate, gesti che si cristallizzano come ideogrammi del racconto, variazioni ritmiche che danno vita e respiro al testo.

È una precisione lieve, capace di custodire l’emozione senza mai ingabbiarla, lasciando che la scena respiri come un organismo vivo.

In questo disegno, la fisarmonica registrata non è mai semplice accompagnamento: è contrappunto, ora ritmico, ora melodico, su cui la parola si appoggia o da cui si lascia sospingere.

Casali si accorda alla partitura musicale di Marco Versari con un’esattezza che è respiro condiviso.

 

IL RISO COME ATTO DI RESISTENZA

Ma il vero colpo d’ala, forse, sta nella scelta coraggiosa di trattare i temi più duri – la guerra, la violenza, la paura – mettendone in risalto il lato comico, buffo, persino assurdo.

È una scelta rara, teatralmente parlando.

Più facile sarebbe cedere al tono grave, commosso.

Invece l’autore-attore forlivese, con intelligenza profonda, riconosce che ridere della guerra è una delle più alte forme di resistenza.

Il montaggio delle scene comiche è costruito con sapienza: sequenze che si concludono portando naturalmente alla risata, con una comicità di battuta a tratti irresistibile, quasi da cabaret partigiano.

Ridere qui non significa dimenticare il dolore, ma attraversarlo, tenergli testa, umanizzarlo.

 

TRE SERATE PER RIAPRIRE IL CERCHIO

Per chi vorrà entrare in questo cerchio vivo di memoria e teatro, Mo i tira a te! sarà in scena, questa sera, sabato 26 aprile, ore 21, al Ridotto del Teatro Masini di Faenza; domani, domenica 27 aprile, ore 21, al Ridotto del Teatro Goldoni di Bagnacavallo; lunedì 28 aprile, ore 21, al Teatro Comunale Walter Chiari di Cervia.

Tre occasioni (con la fiducia che questa creazione possa a lungo camminare, in futuro) per partecipare a un gesto artistico che è anche un gesto umano: ricreare, insieme, il miracolo fragile e tenace della memoria condivisa.

Incontrare storie che, ancora una volta, tornano a casa.

.

1 COMMENT

  1. Grazie a Casali per quel che fa e grazie a Michele per come ne racconta. Non sono recensioni, sono poesie…

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.