Electric Soul Festival, hammond che passione

Il 22 giugno torna a Cesenatico al Bagno Clipper per la seconda edizione l’Electric Soul Festival per la direzione artistica di Sam Paglia. 

“L’edizione di quest’anno rispetto a quella dello scorso anno è più raccolta ma comunque interessante.  -racconta Sam Paglia – E’ una sorta di club all’aperto, e come sai sono molto legato alla parola club e all’immaginario che questa evoca. “Club” è stata fino a diversi anni fa la condizione ideale perché la mia musica, e quella di altre formazioni come la mia, potesse continuare a sopravvivere con un pubblico dedicato e selezionato. La fine di quella dimensione ideale, per motivi che non sto ad elencare, ha creato culturalmente un cratere, un buco che non è stato possibile colmare. Questo piccolo festival è anche la volontà  di ricreare quel microcosmo ideale per svolgere il lavoro di musicisti”.

Il 22 giugno è dedicato all‘hammond, sul palco ci sarà trio di Sam Paglia insieme ad Alberto Gurrisi, il miglior organista jazz italiano al momento, che sa miscelare la tradizione organistica classica  di Jimmy Smith, Jimmy McGriff e Don Patterson al jazz moderno. Oltre ai due set di musica live ci sarà una valida selezione di dischi in vinile con DJ Volumetrica e di Vinyl Wiz.

Disegnatore, pittore, musicista, scrittore e ora anche curatore di festival. Come è nata l’idea di questo festival?”

“Mi verrebbe da citare la signorina Silvani di Fantozzi: “Anche poeta! (ptu’!)” Guarda sinceramente sarebbe più facile saper far male una cosa sola armati di determinazione e grande spocchia. In Italia chi sa districarsi in più ambiti con discreto successo viene visto con preoccupante sospetto. E’ più credibile e rispettato un cialtrone che ricopre una carica importante, ispira più simpatia, è più facile riconoscersi in quanto popolo di navigatori, poeti e cialtroni. Ma questo rimane uno dei misteri di questo Paese dell’incontrario. Non voglio però allontanarmi dalla tua domanda, ti rispondo brevemente. Curare un festival, nella speranza che cresca e possa diventare un punto di riferimento qui in Romagna, nasce dall’esigenza proprio di essere creativo per non soccombere alla quiete. Per me l’arte nelle sue forme varie è un appiglio per non sprofondare nella noia quotidiana. Vorrei poter rispondere che invece lo faccio per soldi, per mettere insieme un gruzzoletto e potermi vantare al bar, ma purtroppo nessuna delle mie avventure è mai nata con questo fine. Per far soldi bisogna nascere diversi da come sono. Bisogna molto spesso non aver altro desiderio che far soldi, per farli. Se ti diverti troppo con le discipline artistiche e ti riempi l’anima con quella roba lì, i soldi scappano via, stanno alla larga da te. L’Electric Soul Festival nasce per riempire un tassello, uno spazio in cui divertirsi e ballare musica suonata, cosa che per tradizione in questa regione abbiamo sempre fatto molto bene in vari generi musicali e troppo spesso ce lo dimentichiamo. Poi c’è la passione per i ritmi afroamericani, per il jazz elettrico, per quella musica che sbrigativamente qualcuno ha definito “Acid Jazz”, termine che non ho mai apprezzato molto essendo di fatto musica colta, molto morbida e suadente, anche difficile da suonare se la si vuol approfondire.

Come è nata la tua passione per l’hammond, strumento a cui è dedicato la giornata?

“La passione per l’organo Hammond nasce verso la fine degli anni 80, grazie ad una cassettina registrata da un mio compagno di classe che mi duplicò per intero una raccolta dell’ Atlantic di Booker T. & the MG’S. Era un suono che in tutto e per tutto mi rappresentava e non aspettavo altro che incontrarlo. Negli anni la passione è quasi diventata una ossessione. Oltre a comprare centinaia di dischi che lo celebravano come interprete di soul, jazz, funk e blues, misi da parte i soldi per comprarne uno e dedicarmici a tempo pieno. Per oltre 30 anni me lo sono caricato in furgone e portato ovunque ci fosse spazio per lui e la mia musica, a pensarci bene una vera e propria follia. Mi divertiva troppo farlo e a ripensarci bene molti locali me li sarei potuti risparmiare: era più la fatica del tornaconto economico. Ecco, quello è stato il mio unico vizio di gioventù: l’ostinazione a far vedere a tutti quanti quanto mi divertisse farlo. Oggi, complice una tecnologia che è riuscita a riprodurre quel suono in un ventesimo del peso e dell’ingombro, nessuno o quasi si sognerebbe di fare quella vita. La gente è molto attenta a calcolare quanto sia o non sia conveniente fare certe scelte. Il mio festival comunque è dotato di un organo Hammond C3 vero abbinato ad un Leslie valvolare (il suo diffusore meccanico a trombe rotanti) perché se è vero che voglio riproporre musica da club al mare in mezzo a spritz e a piatti di pesce fritto, è anche vero che il vero protagonista della festa deve essere lui, con i suoi 200 kg di stazza e voce inconfondibile che arriva alla pancia e al cuore”.

Electric Soul Festival volume 2.  Domenica 22 Giugno a Zadina di Cesenatico- Bagno Clipper 100. Dalle ore 17.00.

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