Si avvicina la finale di Il rock è tratto, l’ormai storico contest di musica giovane, organizzato dal Comune di Savignano sul Rubicone in collaborazione con l’associazione culturale Retropop Live, che quest’anno compie trent’anni.
Sabato 28 giugno, alle 21, per festeggiare il compleanno saliranno sul palco gli Offlaga Disco Pax, che sono tornati a fare concerti dopo una decina di anni di assenza per celebrare il ventennale del primo disco “Socialismo tascabile (prove tecniche di trasmissione)”.
In apertura i vincitori di questa edizione i ravennati Asianoia e Tonino 3000, che invece a Savignano è di casa.
Abbiamo raggiunto Tonino 3000 fondatore del collettivo Falafel Fazz Familia, che si muove tra rap e una sorta di dj set, rimescolando brandelli di brani folk del Sud del mondo per comporre che definisce lui stesso “inni disperati e mantra incoraggianti”.
“Il mio processo compositivo ha principalmente due fasi. – spiega Tonino 3000 – La prima quando da solo o insieme ai miei soci di Falafel Fazz Familia (su tutti Jason Farfuglio e Joey Diretto) ascoltiamo una canzone che ci piace e inziamo a sostituire il testo (in una lingua spesso per noi incomprensibile) con le nostre parole. In questa fase è tutto divertimento, solo emozione, gioco e risoluzione di problemi molto intimi. La seconda fase inizia quando mi trovo da solo al computer e cerco di far funzionare la mia orchestra sintetica. Qui la parte divertente è proprio immaginare cosa succederà quando le porterò dal vivo, con il pubblico e le casse a tutto volume (spesso succede esattamente quello che ho immaginato). Per riassumere il mio approccio compositivo: “create like a child, edit like a scientist”.
Suoni da tanti anni, sei polistrumentista, autore, hai avuto esperienze con numerosi gruppi e diversi generi musicali. Oggi, la tua musica segue le traiettorie imprevedibili dell’elettronica, viaggia tra i continenti eppure ci è molto vicina, per i temi e i luoghi che racconti, e ce la proponi in maniera essenziale, esibendoti principalmente da solo, con poca strumentazione e con qualche amico. Come sei arrivato qui? E a che punto sei del tuo percorso?
“Fin da quando andavo al liceo la musica è il mio piano A, B e C. Dopo il liceo non ero interessato a proseguire gli studi e ho cercato di suonare il piu possibile con persone che avessero i miei stessi obiettivi, meglio ancora se piu esperti di me. L’ho presa come la mia università. Fin da subito insieme all’entusiasmo di scoprire tanti modi nuovi di fare musica ho subito notato che l’intero sistema su cui si basava la musica dal vivo stava collassando, per mille motivi sui quali non mi dilungherò. Quando nel 2014 ho fondato il mio collettivo Falafel Fazz Familia avevo già capito che se volevo campare con la musica dovevo sposare un approccio molto più pragmatico, meno strumentazione e meno attenzione a dettagli inutili che piano piano sono diventati lussi. Su questo la mia passione per la musica africana, sudamericana e in generale la musica delle strade del mondo (FOLK) mi è stata di grandissima ispirazione, grazie YouTube”.
Quali sono – se ci sono – gli artisti che senti ti hanno più ispirato, non solo nell’ambito musicale?
“Ce ne sono tantissimi! Tra quelli che mi hanno influenzato all’inizio del mio percorso e sono molto importanti per me tutt’ora dico Manu Chao, Fela Kuti e gli Skiantos. Poi ce ne sono veramente tantissimi…tra i contemporanei su tutti direi Tyler, the Creator e JPEGmafia, entrambi miei coetanei americani a cui mi sono ispirato da quando ho iniziato a lavorare col computer e a performare da solo sul palco, entrambe cose in cui li considero i migliori al mondo. Per quanto riguarda le persone con cui ho suonato sicuramente la più grande ispirazione viene dai maestri e fratelli del Duo Bucolico, che mi hanno fatto guardare alla forma canzone come qualcosa di libero e godereccio, e da Alfredo Nuti dei Supermarket, che con le parole e con i concerti fatti insieme ha aperto la mia visione sulla componente estetica della musica e sul vivere con spirito critico la contemporaneità”.
Cosa significa per te essere libero?
“Provo un certo fastidio per le persone che si autodefiniscono libere o che hanno questa presunta libertà come priorità assoluta nella vita, spesso a spese di qualcun’altro. Provo molto fastidio per come l’occidente si sia impossessata nei secoli della parola libertà mentre sottometteva il resto del mondo al suo volere. So di essere percepito nel mio lavoro e nella vita privata come una persona che si esprime liberamente, dico sempre la mia su quello che non mi sta bene, ma per me è una forma di autodifesa dagli ostacoli (persone) che incontro sul mio cammino, non qualcosa a cui puntare. Il mio mondo ideale non è un mondo in cui ognuno si sente libero di fare come vuole”.
In questo periodo in cui sei impegnato con i concerti, ti stai dedicando anche alla composizione di nuova musica?
“Si. Insieme a Jason Farfuglio e Joey Diretto in realtà componiamo senza sosta, anche quando non siamo fisicamente insieme. I nostri cellulari sono strapieni di bozze e come dico sempre ai nostri fan per rassicurarli: ‘tranquilli anche se dovessimo smettere di comporre in questo preciso momento, abbiamo abbastanza materiale per i prossimi 10 album’. E non esagero. Ora stiamo raccogliendo i brani per il mio prossimo album che si chiamerà “SAGRA”. Punto a farlo uscire all’inizio del 2026 per dare il via a un tour che spero sarà memorabile”.
Ti auguriamo il meglio per questo tour estivo. Tu ci vuoi augurare qualcosa?
“Grazie mille, auguro tante belle cose anche a voi è stato un piacere”.
28 giugno, Savignano sul Rubicone, Piazza Borghesi, ore 21, ingresso libero.