Richard Galliano incanta Cesena, tra il jazz, Gershwin e Piazzolla

ph Daniel Carnevale

 

È il 1940 e Edith Piaf interpreta un delle sue canzoni più intense, l’Accordéoniste.

Nel testo, quella frase “Elle revoit son accordéoniste et ses yeux amoureaux suivent le jeu nerveux, et le doigts secs et longs de l’artiste”, sembra racchiudere tutta la malinconia di un amore sospeso, di un ricordo che vive soltanto nella musica.

Nata per accompagnare le feste popolari e suonata nei bistrot parigini, la fisarmonica ha rappresentato per decenni la voce delle piazze.

In Francia è stata a lungo considerata il piano du pauvre.

Nelle mani di Richard Galliano, però, questo strumento umile è diventato un ambasciatore universale, un pianoforte con le cinghie capace di conquistare le sale da concerto di tutto il mondo.

Richard Galliano non è soltanto un virtuoso ma è anche l’erede di una lunga tradizione musicale. Nato a Cannes nel 1950 da una famiglia di origini italiane, ha iniziato a suonare all’età di quattro anni guidato dal padre Lucien.

Dopo gli studi al Conservatorio di Nizza si è trasferito a Parigi nel 1975, incontrando Claude Nougaro, con cui ha collaborato per quai un decennio. Ma è Piazzolla che gli ha indicato la strada verso la “New Musette”.

Da allora ha suonato con giganti del jazz come Chet Baker, Ron Carter, Wynton Marsalis e Charlie Haden, e con icone della chanson come Aznavour, Gréco e Gainsbourg.

Tra il 2010 e il 2016 ha inciso per Deutsche Grammophon quattro album dedicati a Bach, Vivaldi, Nino Rota e Mozart, portando la fisarmonica a dialogare con i classici.

 

ph Daniel Carnevale

Lo spettacolo a Cesena

Il 1° settembre scorso, nel Chiostro di San Francesco a Cesena, quell’anima popolare e nobile insieme, è risuonata con una forza straordinaria. Inserito nel cartellone del 25° Emilia Romagna Festival, lo spettacolo di Galliano “Passion Galliano: Around Gershwin” ha portato il pubblico in un viaggio culturale senza confini.

Non un semplice recital, ma una serata che ha legato suggestioni francesi, tango argentino, jazz americano e il repertorio classico europeo, trasformando Cesena in un crocevia musicale internazionale. Ogni brano è stato una tappa di un itinerario immaginario, dall’America all’Europa, da Buenos Aires a Parigi, con una fisarmonica che respirava come un uomo, ora intima e malinconica, poi potente e travolgente.

Uno dei momenti più intensi è stato l’omaggio ad Astor Piazzolla. Con Oblivion Galliano ha evocato una malinconia struggente, un canto sospeso. In Libertango ha invece sprigionato tutta la forza ritmica del “nuevo tango”, trasformando il chiostro in una milonga ideale.

In queste due esecuzioni si è sentita tutta la gratitudine verso il maestro e il riconoscimento di un’eredità condivisa, Piazzolla e Galliano entrambi visionari, hanno portato strumenti popolari – bandoneon e fisarmonica – al centro della scena mondiale.

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ph Daniel Carnevale

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La serata ha regalato anche un tocco poetico con Les Forains, brano legato a Édith Piaf e intriso di grande malinconia.

Nelle mani di Galliano si è trasformato in un affresco musicale che ha portato il pubblico presente, in una Parigi dei circhi ambulanti, tra nostalgie e speranze.

Un momento sospeso accolto da un silenzio carico di emozioni.

A sorprendere ulteriormente è stato l’uso del Mellotron, raro strumento elettromeccanico che Galliano ha affiancato alla fisarmonica.

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ph Daniel Carnevale

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Le sue sonorità oniriche, capaci di evocare archi e cori, hanno creato un dialogo suggestivo con la voce viva della fisarmonica. Una scelta che ha mostrato ancora una volta lo spirito sperimentale del maestro, capace di fondere tradizione e ricerca, acustica ed elettronica.

Il pubblico ha seguito con attenzione e rispetto, interrompendolo solo con applausi calorosi ma misurati che hanno riportato più volte Galliano sul palco, suggellando una serata vissuta come un’esperienza unica.

«La musique ne connaît pas de frontières», ama ripetere Galliano. La musica non conosce confini perché parla a tutti. È una voce universale di un’umanità che, almeno per una sera, a Cesena, ha respirato all’unisono.

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1 COMMENT

  1. Bellissima recensione, gentile Sandro Tardugno! Grazie anche perché, visto che c’ero anch’io, è stato capace di far rivivere quelle potentissime emozioni. Con simpatia, M.A.

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