Chagall: l’universo poetico, la visione onirica dello scorrere del tempo

Marc Chagall: Circo o Clown con i cerchi, 1966 Olio su tela, 92x65 cm. Collezione privata © Marc Chagall, by SIAE 2025

A Ferrara, Palazzo dei Diamanti inaugura la grande mostra Marc Chagall: Testimone del suo tempo, l’artista franco-russo (Vitebsk 1887 – Saint-Paul de Vence 1985), uno dei più importati e apprezzati del Novecento.

Il percorso espositivo vanta preziosissimi prestiti internazionali, si articola in 10 sezioni tematiche che ripercorrono i momenti salienti della vita dell’artista. 200 opere tra dipinti, incisioni e disegni, alcune delle quali presentate per la prima volta in Italia e due sue creazioni monumentali: il soffitto dell’Opéra di Parigi e le 12 vetrate per la sinagoga di Hadassah.

Una mostra che fa riflettere. Da saper leggere e guardare. Opere sempre attuali, nel passato come lo sono oggi.

Chagall, pur vivendo le correnti artistiche del suo tempo, le sue opere portano con sé una disarmante contemporaneità. Scevre dai condizionamenti del Futurismo, Cubismo, Surrealismo sino alla PopArt, le opere dell’artista sono uniche e riconoscibili: rievocano come in un sogno l’infanzia, la sua terra natia, il vissuto, la società. Elementi di narrazione che lo rendono caro ai poeti. Così come lo definì Apollinaire: “Lui è oltre la natura”.

Per comprendere Chagall occorre usare tutti i sensi. Lo stesso ipotizzava che forse esistono delle dimensioni che gli occhi non possono vedere. Apparentemente, a un primo sguardo, ci troviamo davanti a un’anarchia temporale. In realtà, dietro alle immagini surreali si nasconde un cronista della temporaneità del divenire interiore. La sua arte è libera di narrare una temporaneità affettiva capace di coinvolgere emotivamente l’occhio attento del visitatore.

È il pittore del sogno e del colore, dei simbolismi.
Il sogno, il viaggio onirico. Ci si addentra in un universo poetico che riporta alla fanciullezza riconoscibile in quei tratti a volte appena accennati di figure fluttuanti, nelle forme faunistiche dell’infanzia definite come farebbe un bambino. E ancora, il circo quale metafora della società. I doppi profili la ricerca di un’identità. I colori forti dei fiori, quasi materici, come se con suadente prepotenza volessero uscire dal quadro e rivivere.

Chagall, con un vissuto che rievoca con amore nostalgico l’infanzia nel villaggio di Vitebsk, la tragicità delle due guerre e il dolore dell’esilio, ha saputo meravigliarsi e guardare al passato con gli occhi di un bambino e trasferire nelle sue opere, nella dimensione del sogno, le persone, gli animali e le cose del suo villaggio.

“Per noi l’infanzia è finita, per Chagall fu senza fine.” (Vittorio Sgarbi, Presidente Ferrara Arte)

In questa mostra si parla di pace, portatrice di messaggi attuali e trasversali, il che rende Chagall ancora nostro contemporaneo. Emblematica “La pace” del 1949, opera inedita che chiude la mostra.

Si consiglia la visione.

CHAGALL. testimone del suo tempo, Ferrara, Palazzo dei Diamanti
11 ottobre 2025 – 8 febbraio 2026

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