Van Morrison, niente di nuovo ma niente di male

Il nuovo album del Cowboy di Belfast mostra un artista in vena ritrovata: Keep Me Singing ha almeno due brani davvero eccellenti mentre il resto è su un buon standard di qualità, con il pregio che tutto sembra più curato che nel recente passato. La recensione.

David Gilmour, storie di barche adagiate che attendono

Quarto album solo per l’ex voce e chitarra dei Pink Floyd – Rattle That Lock è un lavoro a tratti molto intrigante e professionalissino in tutti i dieci brani che lo compongono. Ospiti Phil Manzanera, Robert Wyatt, Crosby & Nash e Jools Holland. La recensione.

Bob Lind, fra Magellano e farfalle elusive

Magellan Was Wrong è la conferma di un come back che sembrava impossibile: quello dei uno dei grandi maestri del folk-rock anni Sessanta. Fra le varie composizioni originali anche una cover di un famoso brano di Tom Paxton. La recensione.

Neil Young, gli anni Ottanta che bisogna riscrivere

Il Loner compie settant’anni e senza molti preamboli si regala un doppio dal vivo registrato nel 1988 che sputa fiamme e fiati ovunque – ecco Bluenote Café, cavalcata di oltre venti brani fra i meno scontati dell’artista. La recensione.

John Doe, l’uomo del West

Con la produzione di Howe Gelb (Giant Sand), il cantante, bassista e autore degli X con The Westerner pubblica un lavoro crepuscolare, in parte ispirato alla morte di Michael Blake, lo scrittore di Balla coi lupi. Ospite in un brano Debbie Harry (Blondie). La recensione.

Thomas Dutronc, l’enfant de la patrie!

Terzo album per il campione d’incassi francese figlio di Jacques Dutronc e Françoise Hardy – che conferma tutto il suo DNA e il suo valore.

Ethan Johns, un inglese in cerca del vecchio American Dream

Affermato produttore per Tom Jones, Kings Of Leon e Ryan Adams, il rampollo di Glyn Johns giunge al quarto album in proprio – Silver Liner è un lavoro fatto di solide basi e grandi brani. Ospiti Gillian Welch e Bernie Leadon (Eagles). La recensione.

Bert Jansch, passeggiando giù per la strada

Live At The 12 Bar/An Authorised Bootleg è la riedizione su larga scala di un magnifico disco dal vivo del 1996 per breve tempo venduto privatamente dallo scomparso Pentangle – la performance è di quelle che non si dimenticano.

Lasciate cantare Trey Anastasio

Grande ritorno del leader dei Phish, che quest’anno ha vissuto anche un altro momento di gloria come protagonista dei concerti di addio dei Grateful Dead. Paper Wheels è il suo miglior album solista, una raccolta di canzoni per larghi tratti sorprendente. La recensione.

Station To Station, dal treno all’Internet

Abbiamo visto l’interessante pellicola documentario di Doug Aitken, frutto di quasi un mese di happening durante un viaggio in treno fra New York e San Francisco. Fra i tanti participanti si contano Beck, Cat Power, Patti Smith, i Calexico, Jackson Browne, Thurston Moore, Giorgio Moroder, Mavis Staples e i Suicide, oltre ad altri nomi noti di altre discipline artistiche. La recensione.

Dead Weather, sentire l’amore ogni milione di miglia

Terza prova per la band guidata da Jack White e Alison Mosshart – Dodge And Burn è un bel disco dove istinto e ragione sono in giusto equilibrio fra loro, come vuole regola di ogni opera con protagonista l’ex mente dei White Stripes. La recensione.

“Un viaggio, dalle radici profonde”: il racconto folk-blues di Ugo Fagioli

Il suo progetto musicale è un racconto a tinte autobiografiche che raccoglie “quegli istanti in cui la malinconia fa da amplificatore a tutto”, racconta,...

Mick Harvey alla corte dell’uomo con la testa di cavolo

Eccellente terzo volume dedicato alle riletture in inglese dei capolavori di Serge Gainsbourg da parte del musicista australiano. L’ex Nick Cave & The Bad Seeds ed ex Crime And The City Solution cuce un lavoro dove le sue profonde doti di background tecnico e di filologia musicale sono esaltate al meglio. La recensione.

Red Hot Chili Peppers, ritorno al piccante

Sembravo persi nei videoclip e nei festival corporate-trendy – invece il gruppo di Los Angeles con The Gateway ha un bello scatto di reni dove trapelano tutte le loro migliori influenze, da George Clinton a Mike Watt. Ospiti Elton John e Mauro Refosco, produce Danger Mouse. La recensione.

Blind Willie Johnson, notte scura e terra fredda

Cast di prim’ordine per il tributo al grande bluesman texano: in God Don't Never Change sono protagonisti nientemeno che Tom Waits con due pezzi, Rickie Lee Jones, i Cowboy Junkies, Lucinda Williams, Sinéad O'Connor e diversi altri. La recensione.

Ronnie Spector, il cuore inglese di New York

Impeccabile ritorno della ex voce delle Ronettes, che in English Heart infila una selezione di (non scontati) pezzi all-british di classici anni Sessanta: Stones, Animals, Kinks, Beatles, Fortunes, Bee Gees, Gerry & The Pacemakers e altri. La recensione.

Jack White, lo zucchero non è mai stato così buono!

Acoustic Recordings 1998-2016 è l’imperdibile doppio CD che il signor Seven Nation Army dà alle stampe proprio in questi giorni: ventisei brani unplugged presi dal proprio repertorio solista, da quello dei White Stripes e da quello dei Raconteurs. La recensione di una grande lezione di stile e di musica.

Willie Nelson, rapsodia per Gershwin

Il grande artista texano omaggia il padre fondatore della musica americana: ne risulta Summertime/Willie Nelson Sings Gershwin, un album di assoluta classe prodotto dal fido Buddy Cannon e con un paio di ospiti di nome quali Cindy Lauper e Sheryl Crow. La recensione.

Il 13 aprile esce “Auguri Alberta”: il pop-folk immaginato di Farnedi

Lo sanno tutti: se oggi vuoi fare musica ci sono due strade, i talent e l'indie. Poi c'è Enrico Fanedi, che non lo sapeva...

Love, serenate a cinque corde

Imperdibile ristampa di un disco dimenticato del gruppo di Arthur Lee, Reel To Real del 1974 – spettacolare nell’attraversare più strati di musica americana e non solo, capace di far intendere a chi si rifece Jimi Hendrix quanto anticipare di quindici anni abbondanti i Massive Attack. La recensione.