“Rinuncia alla tua rabbia, mostra che sai cambiare”, con queste parole Emone chiede a Creonte di non uccidere Antigone, dopo che si è macchiata di un reato contro lo Stato: avere versato terra sul cadavere del fratello Polinice. Scritta da Sofocle nel 442 a.C. circa, Antigone colpisce per l’impressionante attualità dei temi e rimane «una delle azioni durature e canoniche nella storia della nostra coscienza filosofica, letteraria e politica» (Steiner, 1990 [1984]).
Nella rivisitazione di Giuseppe Scutellà – regista e attore di formazione damsiana, nonché fondatore insieme a Lisa Mazoni della compagnia Puntozero – il mito di Antigone rivive attraverso il coinvolgimento degli attori-detenuti dell’Istituto Penale Minorile Cesare Beccaria di Milano. Come ogni anno, dal 2009 ad oggi, Puntozero si confronta con uno dei testi cardine del proprio cammino, partendo dai ragazzi dell’Istituto e invitando tutti ad una riflessione collettiva su legge – che nella tragedia sofoclea si svela nella sua forma più dura –, coscienza, giustizia e libertà.
Non si tratta, quindi, di una semplice riproposizione, ma di una nuova tessitura nata dentro e fuori le mura di un penitenziario, dove le domande su diritto, giustizia, umanità e libertà risuonano con forza. Antigone diventa così un’eco contemporanea, una voce antica che scava nel presente, solleva dubbi e inquietudini.
Lo spettacolo ha come protagonista il coro, vestito di teli e cordami, che, commentando la storia, si muove su una scenografia essenziale, trasformandosi in un unico corpo gestuale e vocale, travolto dal ritmo delle percussioni. Il coro comunica con il pubblico, lo rende partecipe delle vicende che si svolgono sulla pedana, simbolo di Tebe, della città, della comunità dei cittadini: si crea così un’atmosfera di inquietudine, in cui non si riesce sempre a comprendere chi parli e da quale punto del palco.
Lo spettacolo è introdotto da un’energica performance corale, non a caso denominata proprio Khorós, ideata da Scutellà specificatamente in relazione all’Antigone: un training fisico e vocale del coro – ossia di tutti gli attori – che, sebbene nato come esercizio di riscaldamento, è diventato nel tempo una vera e propria azione scenica. Un’esplosione tribale e liberatoria di corpi e voci, in cui anche gli studenti di Unibo coinvolti nel laboratorio intensivo prenderanno parte, fondendosi con gli attori-detenuti in una vibrante esperienza collettiva.
Prima della performance, alle ore 19.30, presso l’Auditorium del DAMSLab (sempre in Piazzetta P.P.Pasolini 5/b) ci sarà una presentazione dello spettacolo a cura di Rossella Mazzaglia e Filippo Milani.
L’ingresso sia al seminario pubblico del 21 maggio sia allo spettacolo Antigone del 22 maggio è libero con prenotazione consigliata. Lo spettacolo sarà fruibile anche attraverso una proiezione in streaming presso l’Auditorium del DAMSLab, a ingresso libero fino a esaurimento posti.
Informazioni sul programma e per prenotarsi qui https://site.unibo.it/damslab/it/eventi/rinuncia-alla-tua-rabbia-mostra-che-sai-cambiare-domande-e-conflitti-d-antigone