In una stazione surreale e senza tempo, fra treni annunciati già partiti o che non arriveranno mai, si intrecciano le storie appena accennate di viaggiatori che attendono, cercano qualcosa di smarrito, ritrovano qualcosa del passato. I pensieri si sfiorano, a volte qualcuno riesce ad afferrarli, altre volta scivolano via, con la leggerezza impalpabile della nebbia.
Lo spettacolo rappresenta la rielaborazione fantastica di un percorso che ha toccato i vissuti di ogni persona, emersi attraverso l’utilizzo di tecniche ed esperienze diverse. È il frutto di una ricerca dove il corpo e l’immagine – che rappresentano anche lo stile onirico ed evocativo della Compagnia – assumono un ruolo centrale, con le loro possibilità di diventare strumento di narrazione della poeticità del vivere, che ognuno porta dentro di sé. È un viaggio a tutto tondo verso una meta non prestabilita, metafora della vita, che coniuga le suggestioni e le visioni di brevi testi d’autore – da F. Pace, a C. Bobin, fino a D. Buzzati – con le proposte e gli scritti poetici degli interpreti, all’insegna di un grande lavoro corale.