Albrecht Dürer. Il privilegio dell’inquietudine

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Dopo Francisco Goya e Max Klinger, il Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo il suo percorso sulla storia dell’incisione presentando il più grande maestro di questo mezzo espressivo: Albrecht Dürer (1471-1528). La mostra Albrecht Dürer. Il privilegio dell’inquietudine, organizzata dal Comune di Bagnacavallo e curata da Diego Galizzi e Patrizia Foglia, si preannuncia come un evento espositivo di grande richiamo e rilievo, con più di 120 opere grafiche del maestro di Norimberga provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private italiane. Dürer è il “padre nobile” del pensiero grafico, colui che ha saputo innalzare il disegno e l’incisione a espressione artistica non più ancella della pittura, ma pienamente libera e autonoma.

Lo riconosceva lo stesso Max Klinger: «Un’opera grafica di Dürer non si riferisce né a un quadro replicato, né traduce sensazioni di colore in forme estranee alla tecnica adottata. È compiuta in se stessa e definitiva, priva solo di quanto l’idea, eternamente inarrivabile, rifiuta alle possibilità di ogni artista». Il progetto espositivo si pone come un invito ad incontrare le diverse anime di Dürer, sia come uomo che come artista. La sua personalità, il suo spirito e naturalmente la sua arte non sono semplici da cogliere nella loro unità. La critica lo ha definito ora un umanista, ora un gotico, ora un artigiano ora un teorico; la verità è che non è possibile separare le sue singole anime, era tutto questo insieme. Egli aveva in sé l’eterna contraddizione che contraddistingue i più grandi artisti.

«All’interno della narrazione che abbiamo fatto del grande maestro norimberghese –
spiega Diego Galizzi, direttore del museo e curatore della mostra – si potranno ammirare i
più noti capolavori dell’artista come il ciclo dell’Apocalisse, il Sant’Eustachio, il San
Girolamo nello studio e il Cavaliere la morte e il diavolo. La mostra avrà il suo punto focale
in quell’enigmatico capolavoro che è la Melanconia, un’opera pregna di intellettualismo fin
quasi all’esoterismo, che cela un vero e proprio autoritratto spirituale dell’artista, giunto
alla melanconica presa di coscienza che un approccio razionale all’arte e al mondo non può
che dare risposte insufficienti.»

È in una Germania ancora permeata da uno spirito gotico e medievale che prende il via
l’avventura artistica di Albrecht Dürer, un genio inquieto, un talento dell’arte nordica
fatalmente attratto dall’arte rinascimentale italiana e insolitamente disposto alla ricerca
teorica e scientifica. Non fosse stato per l’influenza dell’intellettuale e amico Willibald
Pirckheimer, probabilmente quest’umile figlio di un artigiano orafo avrebbe orientato i
suoi interessi artistici verso nord, verso la lezione fiamminga, come molti altri artisti suoi
conterranei. Invece Pirckheimer lo orientò alla dimensione culturale del nostro Rinascimento, spalancando la mente dell’artista a ricerche a lui aliene, in primo luogo
quella tesa a carpire i segreti della rappresentazione dello spazio e della bellezza. Ciò è
stato possibile essenzialmente per un motivo: Dürer come Leonardo era un ricercatore
universale, continuamente ansioso di produrre cose nuove, aveva, come diceva Carl
Gustav Carus, «un anelito incessante verso una perfezione irraggiungibile e un’acuta
coscienza di problemi insolubili». Per Dürer l’arte incisoria fu il mezzo ideale per
trasmettere una nuova iconografia, sacra o profana, un modo modernissimo per dialogare
con il proprio tempo, con la contemporaneità di quel Rinascimento che era caratterizzato
dall’avventura del sapere.

«In stretto collegamento con la mostra – anticipa Galizzi – dal 14 dicembre il museo
ospiterà un eccezionale e attesissimo ritorno, quello della Madonna del Patrocinio di
Albrecht Dürer, un vero capolavoro pittorico che dopo 50 anni torna dalla Fondazione
Magnani Rocca alla sede dove si trovava custodita fino al 1969, ovvero l’ex monastero
delle suore Clarisse Cappuccine di Bagnacavallo, oggi museo civico cittadino.»
La mostra Albrecht Dürer. Il privilegio dell’inquietudine, patrocinata dall’Istituto Beni
Culturali dell’Emilia-Romagna e sostenuta da Edison Stoccaggio, aprirà al pubblico sabato
21 settembre alle 17.30, presso il Museo Civico delle Cappuccine.
In occasione dell’inaugurazione si svolgerà un concerto dei San Marino harp ensemble
and Celtic boys, a cura di Emilia-Romagna Concerti.

 

Dal 21 settembre 2019 al 19 gennaio 2020

Bagnacavallo, Museo Civico delle Cappuccine, via Vittorio Veneto 1/a. Info & orari: museocivicobagnacavallo.it