Lavoravo all’OMSA

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P4115338«Cosa dite? È inutile? Lo so. Ma non ci si batte nella speranza del successo. Io so bene che alla fine mi metterete sotto, non importa. Io mi batto, io mi batto, io mi batto»: ecco, dal finale del Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, il senso del nuovo spettacolo del Teatro Due Mondi.

Il battagliero gruppo faentino non mette in scena Rostand, sia chiaro, ma il Brecht di Santa Giovanna dei Macelli. E lo fa per dar voce alla protesta contro un sopruso: la delocalizzazione in Serbia dell’attività produttiva della fabbrica OMSA di Faenza (non per crisi, ma per calcolo commerciale), a causa della quale 350 lavoratori (di cui 320 donne) hanno perso il posto di lavoro. Così sono nate le Brigate Teatrali, a seguito di un laboratorio ideato dal Teatro Due Mondi che ha coinvolto le operaie licenziate.

Lavoravo all’OMSA prosegue la collaborazione con le ex-operaie: una di loro è ora attrice nello spettacolo, e la sua storia, da lei raccontata in prima persona, si intreccia con il dramma brechtiano «in un continuo rimando di situazioni spesso descritte da canzoni di origine popolare, molte delle quali appartenenti alla tradizione dei canti di lavoro e di lotta», spiega il regista Alberto Grilli.

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«Marciavo innanzi ad ogni corteo, giovane e vecchia, singhiozzando e bestemmiando, fuori di me, finalmente!»: questo è il testo di Brecht, ridotto dal drammaturgo Gigi Bertoni e recitato in proscenio da Angela Pezzi, attrice verso la quale «trattengo male l’ammirazione», come direbbe Ennio Flaiano. Parole che in bocca a molti suonerebbero vuote e retoriche, ma che nel lavoro della compagnia faentina si incarnano in un percorso tra arte e vita, impossibile da riassumere qui, di inusuale, preziosissima coerenza.

lavoravo all'OMSA - foto di Stefano Tedioli

Una pecca bisognerà pur trovarla, in uno spettacolo in cui la precisione della partitura fisica deriva da 35 anni di rigoroso training quotidiano, e la ricchezza di quella vocale dalla feconda collaborazione con Antonella Talamonti. Dunque, eccolo, il difetto: quando inizia lo spettacolo, ci si sente subito parte dei buoni/oppressi, contro il cattivo/oppressore. Non si viene mai messi in dubbio, in discussione, in crisi. I buoni sono ottimi, e i cattivi pessimi.

Per il resto, per tutto il resto, bisogna davvero ringraziare.

MICHELE PASCARELLA

 Lavoravo all’OMSA, Teatro Due Mondi, regia di Alberto Grilli

Visto il 23 giugno 2013 alla Fabbrica delle Candele, Forlì

info: www.teatroduemondi.it