Henry Chapman a Bologna con “Prudent Triangle”

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Gowanus, 2019, acrylic and ink on canvas

Il Labs Contemporary Art di Bologna, dal 20 febbraio al 17 aprile, propone Prudent triangle, la nuova mostra personale dell’artista americano Henry Chapman. La mostra, curata da Domenico de Chirico, è composta da dodici dipinti realizzati durante questi mesi difficili, segnati dagli sconvolgimenti che hanno paralizzato gli Stati Uniti con la presa d’assalto a Capitol Hill. Il progetto racchiude un testo scritto da Chapman per questa occasione e un’intervista tra il curatore e l’artista. Prudent triangle indaga la sintassi della pittura e l’autenticità del linguaggio data dall’uso del colore.

Il titolo della mostra rimanda alla poesia dell’autore serbo Vasko Popa (1922-1991), nella quale l’artista trova una profonda sensibilità nella forma triangolare che richiama le forme Costruttiviste, dove la figurazione e l’astrazione si incontrano.

C’era una volta un triangolo

Aveva tre lati

Il quarto lo teneva nascosto

Nel suo centro ardente

Di giorno ha scalato le sue tre cime

E ne ha ammirato il centro

Di notte si riposava

In uno dei suoi tre angoli

Ogni alba guardava i suoi tre lati

Trasformarsi in ruote infuocate

E svanire nel blu del non tornare mai più

Come lo stesso Chapman scrive nel testo che accompagna la mostra: “Lì ho trovato la forma centrale di questo lavoro, che suggerisce una ruota dei colori o un orologio. In alcuni, è come una figura con le braccia tese; in altri, una forma floreale o stellare. Le parole serigrafate si muovono intorno o all’interno di questi segni e sfumature di colore, spesso nei punti in cui si trovano numeri su un quadrante. L’idea è il movimento. Le parole stesse non sono il “linguaggio” del dipinto, ma parte del linguaggio. Una parte di colore. Qui sono tornato al colore, percependo il suo centro ardente”.

Nei dipinti di Chapman fuoriescono, con una forza sorprendente data dall’uso del colore, tematiche e problematiche attuali, sociali e politiche: identità etnica, colonialismo, ricerca delle proprie origini, sopravvivenza e supremazia bianca. L’impegno di questi lavori fa scaturire una serie di quesiti. Di quali parole ci possiamo fidare oggi? Quali parole userebbero i nostri antenati? Di quali colori ci fidiamo oggi? Quali colori avrebbero usato i nostri antenati?

Il testo di Chapman che accompagna la mostra fa emergere l’importanza che il linguaggio e la pittura possiedono: “Ho sempre desiderato che la pittura – il corpo pensante e sensibile di un dipinto – parlasse.”

L’inaugurazione si terrà sabato 20 febbraio dalle 15.00 alle 20.00.