Augusto Majani (1867-1959). La potenza dell’Idea

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Augusto Majani, Paesaggio romagnolo, 1918, olio su cartone, cm 28x36, collezione privata

Dal 4 dicembre al 30 gennaio l’Associazione Bologna per le Arti presenta a Palazzo d’Accursio Augusto Majani (1867-1959). La potenza dell’Idea, a cura di Francesca Sinigaglia, una mostra che per la prima volta indaga in maniera approfondita la produzione pittorica dell’artista contribuendo ad aggiornare gli studi sul suo lavoro.

Saranno esposte circa 90 opere, tra tele e tavole, dagli esordi fino agli anni Cinquanta del Novecento, molte delle quali provenienti da importanti istituzioni museali italiane – Pinacoteca Nazionale di Bologna, Istituzione Bologna Musei |MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, Museo Storico Giuseppe Garibaldi di Como, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Accademia di Belle Arti di Bologna –, dalla Pinacoteca civica “Domenico Inzaghi” di Budrio, città natale dell’artista, e da numerose collezioni private.

Augusto Majani nacque a Budrio nel 1867, figlio di commercianti. Si formò a Bologna e poi a Roma ed ebbe una eccellente carriera sia in campo grafico che pittorico grazie alla sua spiccata poliedricità. Nella capitale, in particolare, ebbe l’opportunità di avvicinare gli artisti di rilevanza internazionale che lì stavano compiendo il loro apprendistato, come gli acquerellisti Coleman e Carlandi, ma anche Giulio Aristide Sartorio, di cui Majani fu grande ammiratore. Insignito del titolo di Accademico d’Onore dall’Accademia di Belle Arti di Bologna e pittore apprezzato dagli artisti più illustri del suo tempo, come Telemaco Signorini, si avvicinò significativamente al Divisionismo italiano e fu toccato anche da influenze simboliste (Cannicci, lo stesso Signorini).

Augusto Majani, Spiaggia a Viserba – Tende al sole, 1928 (VI), olio su tavola, cm 25 x 50, collezione privata

La carriera pittorica di Majani si potrebbe suddividere in quattro momenti precisi. Gli anni compresi tra il 1884 e il 1894 sono quelli della formazione e dei primi contatti con il mondo dell’arte del suo tempo. Tra il 1895 e il 1924 partecipò invece alle esposizioni nazionali e internazionali, dalla Società Francesco Francia alla Biennale di Venezia, ed espose a Torino, Roma, Bruxelles, Firenze, interessandosi alle tematiche simboliste con un particolare riguardo alle tematiche del sociale e del divino.

Dal 1924, la frequentazione dei litorali romagnoli lo portò ad elaborare una nuova poetica legata a meditazioni sul dato umano, filtrato dalla tradizione locale. Dopo il 1950, in seguito al suo trasferimento a Buttrio (Udine), continuò la sua ricerca pittorica incentrando la sua riflessione su scene contadine e agresti, con una rinnovata attenzione al paesaggio del territorio friulano.

Majani lavorò a lungo su dipinti di ispirazione storico-sociale (noto è il cosiddetto Trittico garibaldino, oppure Mentana, intense narrazioni delle avventure dei Mille), sviluppando un vivo sentimento degli ultimi, appassionandosi alle questioni dei lavoratori (I disoccupati) all’idea dell’appartenenza sociale e infine misurandosi anche con i temi religiosi (Consummatum est e L’ombra della Croce).

Fu però la semplicità dell’uomo vissuta nella vita quotidiana ad attrarre il suo definitivo interesse.

Augusto Majani, Estate montanina, 1912, olio su tela, cm 98×200, Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, Roma

Come artista fu celebre soprattutto per le goliardiche caricature di personaggi e le situazioni ludiche della vita bolognese.

Con la mostra Augusto Majani (1867-1959). La potenza dell’Idea” – scrive la curatrice Francesca Sinigaglia – “si è potuto finalmente realizzare un aggiornamento doveroso riguardo la produzione pittorica dell’artista, meno considerata e limitata spesso alla stregua dell’opera grafica, tradizionalmente ben più titolata e riconosciuta. La sua cifra stilistica è riconoscibile attraverso un uso massiccio di contorni unito ad una pennellata ritmica e vivace, all’apprezzamento netto nei confronti di un punto di vista ribassato e alla possibilità di variare con i colori i toni di ogni tocco, cosicché attraverso la luce il singolo tratto possa avere un proprio guizzo di trascendenza”.

La mostra è accompagnata da un catalogo di 180 pagine, 90 illustrazioni a colori, con testi di Francesca Sinigaglia, Ilaria Chia, Ramona Loffredo, Elisa Spilinga. Il catalogo e il regesto dettagliato a colori di tutte le opere ad olio di Augusto Majani sono a cura di Francesca Sinigaglia.

Nel corso dell’esposizione, nel mese di gennaio 2022, ritornerà l’undicesima edizione dei Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio, un ciclo di conferenze sull’arte e le sue sfaccettature in programma presso la Cappella Farnese.

 

Bologna per le Arti è un’associazione culturale senza scopo di lucro nata nel 1999 per fornire un servizio diretto alla conoscenza e alla divulgazione delle arti figurative con specifico riferimento ai periodi dell’Ottocento e del Novecento. A tal fine, l’associazione si propone di organizzare mostre, conferenze e pubblicazioni finalizzate alla valorizzazione della tradizione artistico-culturale del territorio bolognese. Bologna per le Arti realizza i propri progetti collaborando con enti, associazioni e istituzioni di natura pubblica e privata. Dal 2010 realizza le proprie mostre annuali (circa 250mila visitatori) presso Palazzo d’Accursio in collaborazione con il Comune di Bologna, sempre corredate dal ciclo di incontri Dialoghi Culturali a Palazzo d’Accursio con la partecipazione dei maggiori professionisti della cultura in città e nel Paese.

 

Dal 4 dicembre 2021 al 30 gennaio 2022

Bologna, Palazzo d’Accursio, Piazza Maggiore, 6. 

Orari: Dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 18.30. Chiuso il venerdì mattina e il lunedì. Ingresso gratuito. Per visitare la mostra è obbligatorio il Green Pass e l’uso della mascherina.

Per informazioni: www.bolognaperlearti.it info@bolognaperlearti.it