Torna a Bologna Gender Bender, il Festival internazionale su corpi, relazioni e identità

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Jump! - uno spettacolo di Opera Bianco - ph Dorin Mihai

 

Si tiene dal 9 al 22 settembre a Bologna la 20° edizione di Gender Bender, il festival internazionale che intercetta e presenta al pubblico le evoluzioni con cui mutano gli immaginari legati al genere nelle arti contemporanee.

14 giornate di programmazione, 60 appuntamenti, 9 prime nazionali, 20 spettacoli di danza, 18 titoli cinematografici, 5 party, 4 progetti in rete e molto altro ancora.

In arrivo opere e artisti da Australia, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Israele, Italia, Macao, Madagascar, Malesia, Paesi Bassi, Romania, Singapore, Slovenia, Spagna, Svezia, Taiwan, Ucraina, Ungheria, USA, Venezuela.

In programma alcuni appuntamenti imperdibili con la SEZIONE DANZA internazionale. Torna a Gender Bender il coreografo belga Jan Martens con la prima nazionale di Elisabeth gets her way un poliedrico ritratto danzato della clavicembalista polacca Elisabeth Chojnacka. Un solo in 4 capitoli che spazia tra stili di danza e generi musicali diversi, dal barocco alle composizioni di Gyorgy Ligeti e Michael Nyman, seguendo le interpretazioni straordinarie della Chojnacka nel corso della sua carriera (domenica 18 ore 21 e in replica lunedì 19 ore 19, Teatri di Vita).

Altra prima nazionale per il coreografo israeliano Michael Getman, che presenta Am I, un solo creato appositamente per la straordinaria performer cinquantaquattrenne Talia Paz, che porta in scena le trasformazioni dell’età che avanza, nel corpo e nella mente, con straordinaria ironia e in costante tensione tra consapevolezza e volontà di superamento dei propri limiti (mercoledì 21 ore 21 e in replica giovedì 22 ore 19,Das).

Prima volta al festival, invece, per la coreografa francese di origini malgasce Soa Ratsifandrihana, per anni solista della compagnia Rosas di Anne Teresa de Keersmaeker per la quale è stata interprete anche dell’assolo Fase, acclamato come “Migliore Spettacolo di danza del 2019” dal New York Times. Ratsifandrihana presenta al festival il suo G r oo v e spettacolo in cui la sequenza ritmica in crescita fa pulsare la musica e il corpo dell’interprete come un cuore, grazie anche alla prossimità tra artista e pubblico (venerdì 16 ore 20 e in replica sabato 17 ore 21,30, Mercato Sonato).

Prima nazionale anche per We are present, lo spettacolo del coreografo italiano, ma di casa in Danimarca, Fabio Liberti. Una performance-evento che invita il pubblico a partecipare e contribuire attivamente al processo artistico per la creazione di una coreografia, insieme al coreografo e ai due performer (sabato 17 ore 18,30 e in replica domenica 18 ore 16,30,Atelier Sì).

Altro appuntamento da non perdere è quello con Alcune coreografie, il lavoro del coreografo Jacopo Jenna, che mette la danzatrice Ramona Caia in dialogo con un flusso costante e variegato di frammenti video più vari provenienti da ogni parte del mondo e dalla storia della danza e della performance, dal cinema e da internet (mercoledì 21 ore 19 in replica giovedì 22 ore 21, DAMSLab).

In programma al festival anche My body, lo spettacolo di Stefania Tansini vincitore di DNAppunti Coreografici 2020: un intimo ed evocativo tentativo di connessione con l’altro da sé, in cui il lato vulnerabile dell’individuo viene esposto e offerto con generosità (martedì 20 settembre ore 21 e in replica mercoledì 21 ore 17,30, Atelier Si) e Jump! il lavoro di Opera Bianco (Marta Bichisao e Vincenzo Schino), che mette in scena quattro performer di diverse età e differenti fisicità, impegnati in azioni farsesche e da slapstick comedy alla Buster Keaton,  incentrate sulla figura del clown e sul rapporto tra salto e caduta, stabilità e disequilibrio (domenica 18 ore 18 e in replica lunedì 19 ore 21, DAMSLab).

 

O samba do crioulo doido – Uno spettacolo di Luiz de Abreu e Calixto Neto – ph ©Marc Domage

 

Grande attesa, poi, per O samba do crioulo doido, lo spettacolo creato dal coreografo brasiliano Luiz de Abreu e che lui stesso ha portato in scena per oltre un decennio. Poi, diventato non vedente, de Abreu ha trasmesso la coreografia al giovane danzatore Calixto Neto, protagonista di questo nuovo allestimento. Il lavoro di Luiz de Abreu è un atto radicale di attraversamento e decostruzione degli stereotipi dello sguardo coloniale legati al corpo nero (venerdì 16 ore 18 e ore 21,30, Ateliersi).

In programma anche Wannaplay la sessione di improvvisazione di danza e musica elettronica con le 14 coreografe e i coreografi, provenienti da sette Paesi diversi, del progetto europeo Performing Gender – Dancing In Your Shoes (sabato 17 ore 16, Das).

Si intitola invece I Versi delle mani il lavoro congiunto della coreografa Marta Bellu, dell’interprete Lucia Lucioli e della musicista Agnese Banti (lunedì 19 ore 18 e in replica martedì 20 ore 20, Teatro San Leonardo), mentre Attivare lo sguardo è la prova aperta del progetto Crisol, con Roberta Racis, Fabio Novembrini, Jereh Leung, Albert Garcia, che riflette e problematizza il concetto di Male Gaze, secondo cui le estetiche di pittura, televisione, cinema e pubblicità sono spesso filtrate da uno sguardo maschile demiurgico e oggettificante (mercoledì 14 ore 19, DAMSlab).

In programma anche ricche sezioni di cinema e incontri, nonché party a ingresso gratuito al Cassero LGBTI+ center.

Sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale, Gender Bender ha realizzato zaini, marsupi e pochette riciclando i banner pubblicitari in PVC delle edizioni passate del festival. Un’azione resa possibile grazie alla collaborazione con Malefatte Venezia, cooperativa che favorisce la riabilitazione professionale dei detenuti del Carcere maschile di S. Maria Maggiore. I pezzi della collezione sono in vendita durante il festival presso Il Cassero LGBTI+ Center.

 

9-22 settembre – Bologna, luoghi vari – tutti gli incontri (eccetto l’evento con Alessandro Fullin  e Marco Barbieri) e i party sono a ingresso gratuito. Per gli spettacoli di danza, l’ingresso intero è di 12 euro, il ridotto (under 30, over 65 e Card Cultura) è di 9 euro; per le proiezioni, l’intero costa 8 euro, il ridotto 6 euro. Sono disponibili formule di carnet e abbonamento