SARAH DAVACHI ALL’ORGANO DELLA BASILICA DI SANTA MARIA DEI SERVI. IL RICAVATO DEVOLUTO ALLA PROTEZIONE CIVILE  

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Sarah Davachi è una compositrice e interprete che, spaziando dal solo a opere per ensemble, dalla strumentazione acustica all’elettronica, si occupa delle complessità dello spazio timbrico e temporale, utilizzando durate estese e semplici strutture armoniche che enfatizzano sottili variazioni di consistenza, complessità armonica, fenomeni psico-acustici, temperamento e intonazione. Nel suo utilizzo di sintetizzatori analogici e nelle sue performance con organi a canne è possibile rintracciare un’intima e continua esplorazione di risonanze e spazi: la creazione di un mondo sonoro le cui voci emergono, si stratificano e dialogano nella nostra percezione.

Come per tutte le sue esibizioni soliste per organo a canne, anche quella di AngelicA, in programma per venerdì 25 maggio alle ore 20.30, sarà una performance unica, che esplorerà le complessità dello storico strumento della Basilica di Santa Maria dei Servi, combinata con rielaborazioni dai recenti lavori per organo dei suoi ultimi album, Two Sisters e Antiphonals.

Il ricavato del concerto sarà devoluto alla Protezione Civile per l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna.

 

«C’è un continuum tra il lavoro di Sarah Davachi con i sintetizzatori analogici e le sue composizioni e performances con organi a canne: un’esplorazione continua di risonanze e spazi, sia intima che respirante – queste le parole del compositore Giorgio Magnanensi, che ha curato il concerto in programma ad AngelicA. Se pensiamo all’organo come a un proto-sintetizzatore in grado di manipolare le onde sonore attraverso una varietà di combinazioni di registri e materiali risonanti, allora possiamo vedere come l’approccio di Sarah si armonizzi all’interno di questa apparente opposizione tecnologica in cui il suono si manifesta attraverso le orecchie sensibili di una artista di comprovata musicalità».

 

Sarah Davachi

Nata nel 1987 in Canada, Davachi vive e lavora a Los Angeles. Le sue composizioni spaziano da lavori per strumento solo a ensemble da camera, incorporando un’ampia gamma di strumenti acustici ed elettronici di diverse epoche. Ispirata sia da principi minimalisti e di espansioni temporali che dai concetti della musica, nonché dalle pratiche di produzione sperimentale nello studio di registrazione, nel suo suono si manifesta un’esperienza intima e paziente che riduce la percezione del familiare e del lontano.

A partire dal 2013 ha inciso 29 album, in solo o in collaborazione con Ariel Kalma, Sean McCann e Biliana Voutchkova, con strumentazioni che vanno dai sintetizzatori vintage (Arp, Buchla, Serge, ecc.) dell’esordio di The Untuning Of The Sky, alle composizioni cameristiche del recente Two Sisters (con Jessica Kenney, Apartment House, Judith Hamann ecc).

Oltre alla sua acclamata produzione discografica, Davachi si è esibita in tutto il mondo insieme ad artisti come Grouper, Quatuor Bozzini, William Basinski, la London Contemporary Orchestra, Oren Ambarchi, Suzanne Ciani, la BBC Scottish Symphony Orchestra, Apartment House, Catherine Lamb, Aaron Dilloway, Robert Aiki Aubrey Lowe, Ellen Arkbro, Michael Pisaro, Loren Connors e il regista Paul Clipson.

Il suo lavoro è stato presentato al Southbank Centre (Londra), Kontraklang (Berlino), Radio France (Parigi), Issue Project Room (New York), Elbphilharmonie (Amburgo), Organ Reframed (Londra), The Getty Center (Los Angeles), Orgelpark (Amsterdam), Le Guess Who? (Utrecht), Suoni Per Il Popolo (Montréal) Open Frame (Sydney), Tusk Festival (Newcastle), Mazeum Festival (Kyoto), Unsound (Cracovia), Museo Reina Sofia (Madrid), e Western Front (Vancouver).

Ha pubblicato per etichette come Cassauna, Important Records, Recital, Boomkat, Black Sweat, Another Timbre, e ha fondato la sua Late Music nel 2020, con la divisione etichette partner di Warp Records.

 

L’Organo Tamburini opus 544 della Basilica di Santa Maria dei Servi è stato costruito nel 1968 su progetto di Luigi Ferdinando Tagliavini e inaugurato il 1° aprile dello stesso anno. Possiede tre tastiere di 61 note ciascuna (Do1-Do6), e una pedaliera concavo-radiale di 32 (Do1-Sol3), per un totale di circa 5000 canne suddivise in 60 registri.

È stato suonato per diverse edizioni del festival a partire dal 2013: da Olivier Latry, Terry Riley, Francesco Filidei (in duo con Roscoe Mitchell), ed Hermann Nitsch. Tre di questi concerti sono stati pubblicati dall’etichetta i dischi di angelica.

 

Prevendita: www.boxerticket.it/angelica-33/

AngelicA

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