EVAN ROTH. MONDI DISTORTI AL FMAV DI MODENA

0
24

Inaugura a FMAV Palazzo Santa Margherita il 24 novembre alle ore 18 la mostra personale di Evan Roth. Mondi Distorti a cura di Chiara Dall’Olio. L’artista americano, per la prima volta in Italia con una personale, opera tra fotografia, video, installazione e pittura.

Al centro della sua ricerca artistica ci sono le distorsioni presenti sia a livello tecnico che socio-politico nel mondo delle reti digitali. Attraverso le sue opere Evan Roth rende visibili agli occhi di tutti gli aspetti invisibili delle tecnologie legate alla comunicazione, sfidando così la normale percezione che si ha di esse.

Come altri artisti della sua generazione cresciuti negli anni Novanta”, spiega la curatrice, “Roth inizia a utilizzare la rete come piattaforma per la libera circolazione delle informazioni e condivisione delle opere d’arte create in formato digitale, lavorando in particolare con sistemi open-source e riflettendo in maniera critica sull’applicazione al mondo web delle leggi relative alla proprietà intellettuale. A partire dallo scorso decennio, la coscienza su cosa sia la rete cambia in Roth come in altri artisti, si pensi a Eva e Franco Mattes o a Paolo Cirio per citare artisti esposti a FMAV negli ultimi anni. Internet non è più quello spazio utopico, immateriale, atemporale in cui scambiare liberamente contenuti, ma è diventato un luogo dove si esercita un potere accentrato e monetizzato, e che viene utilizzato anche per il controllo e la sorveglianza. Questa nuova consapevolezza porta Roth ad interrogarsi su cosa sia effettivamente la rete, come funzioni, che aspetto fisico abbia e come sia gestita.

La mostra presso FMAV Palazzo Santa Margherita presenta opere realizzate tra il 2013 e il 2023 che riflettono sulla relazione tra internet e la società. Il percorso espositivo si apre con l’opera inedita “…” [dot dot dot] realizzata per l’occasione. Un prisma triangolare sospeso e rovesciato, formato da un intreccio di cavi ethernet che convergono verso la punta entro cui è collocato un router a cui i visitatori possono connettersi. L’immagine della piramide rimanda al logo di Kopimi ma anche all’antenna radio eretta a Poldhu in Cornovaglia, da Guglielmo Marconi nel 1901 come stazione di trasmissione per il telegrafo senza fili, da cui fu inviato il primo segnale radio transoceanico: tre punti nell’alfabeto Morse, che rappresentano la lettera S. Con questo parallelo si vuole sottolineare la similitudine tra internet e la radio, il primo strumento di comunicazione globale libero ed efficace, utilizzato per le comunicazioni pubbliche e private e per la diffusione di messaggi indipendenti, ad esempio durante la Seconda Guerra Mondiale. Sia la radio che internet utilizzano lo spettro delle onde elettromagnetiche per trasmettere dati, ma mentre per quanto riguarda la prima, chiunque può creare un proprio trasmettitore ed esserne proprietario, su internet siamo tutti utenti, anche laddove possediamo un sito o un profilo social, di una infrastruttura di proprietà di poche multinazionali. La radio utilizza infrastrutture ben visibili sul territorio, le antenne, internet invece, ha strutture fisiche celate e anche a livello percettivo tutto sembra immateriale, si pensi al “cloud”.

L’installazione “…”  è accompagnata dalla serie di dipinti in acrilico Strands, nata nel 2020 e ancora in corso, che sovrappone il sistema della cartografia alla rete, entrambi ritenuti affidabili, ma frutto di fraintendimenti causati dalle strutture di potere. I dipinti sono stati creati utilizzando un software personalizzato progettato dall’artista per la manipolazione delle immagini che utilizza 121 proiezioni cartografiche inventate da scienziati di tutte le epoche (dal 150 d.C. al 2018) che possono essere sovrapposte ad altre mappe, come quella della rete sottomarina dei cavi per le telecomunicazioni o quella dei cavi transoceanici del telegrafo del 1902, e a bandiere reali o inventate. Le immagini così deformate, danno origine ai disegni che Roth trasforma in maschere di vinile per poi dipingerle sulla tela con i colori utilizzati per la codifica dei cavi per la trasmissione di dati. Il software creato da Evan Roth insieme a Cezar Mocan è disponibile gratuitamente online su worldinfigures.com e un video tutorial in mostra ne spiega il funzionamento.

Il senso di deformazione storicizzata delle realtà che l’opera mette in luce è presente e stratificato anche nei sistemi digitali che utilizziamo quotidianamente. A collegare la scultura di “…” ai dipinti di Strands un’enorme stampa che copre tutto il pavimento anch’essa realizzata col software worldinfigures.

Sempre con lo stesso sistema e con analoghi obiettivi è stata creata nel 2020 la serie di video Skyscapes ancora in progress, prodotta a partire da fotografie manipolate attraverso la funzione “animazione” del software.  Roth ha inserito immagini reali del cielo di Modena scattate nel mese di aprile 2023 e le ha trasformate seguendo tutte le possibilità date dalle distorsioni cartografiche, continuando a seguire idealmente un’altra delle operazioni matematiche impossibili, la quadratura del cerchio, ovvero la costruzione di un quadrato che abbia la stessa identica area di un cerchio.

Il percorso espositivo prosegue con la videoinstallazione Landscapes (2016 – 2020), uno dei lavori più famosi dell’artista, che segna una svolta importante nella sua pratica artistica, da opere create on-line, a un’opera che si interroga su cos’è la rete, come è fisicamente costituito questo strumento che collega tutto il globo, su come è cambiato rispetto ai primi anni 2000, diventando anche un mezzo di controllo e potere.

Con queste premesse, Roth si è interessato alla materialità della rete, ai cavi che corrono sotto l’oceano e collegano fisicamente le placche terrestri fra loro. Questi fasci di cavi emergono dalle acque del mare in diversi punti strategici su tutti i continenti. Roth si è recato in alcuni di questi luoghi – Svezia, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Australia, Argentina, Hong Kong, Nuova Zelanda, Sud Africa, e Stati Uniti – e ha filmato la natura selvaggia che li caratterizza a infrarossi, utilizzando cioè la stessa frequenza dello spettro elettromagnetico che viene utilizzata nei cavi in fibra ottica sottomarini per la trasmissione dei dati internet. Solo guardando l’intero scorrere delle immagini con attenzione, ci si accorge che sono immagini in movimento e non fotografie. E’ questo livello di contemplazione attenta che Roth vuole attivare. Come le infrastrutture materiche della rete sono pressoché invisibili, altrettanto invisibili sono le infrastrutture di potere e controllo all’interno del web.

Chiude la mostra la serie di sculture Bent Networks, cominciata nel 2020, installazioni di cavi Ethernet collegati fra loro in forme originali su basi minerali (marmo, quarzo), rendendo visibile il collegamento dei cavi che corre sulle pareti e sul pavimento di tutta la mostra. Il router all’interno di “…” è connesso, con tutto il tessuto di cavi che lo circonda, a tutte le opere in mostra: al trasmettitore di Skyscapes, ai monitor di Landscapes e ai Bent Networks creando una rete fisica oltre che funzionale nel microcosmo che sono le sale espositive di FMAV Fondazione Modena Arti Visive. Queste sculture, nate durante il lockdown a causa della pandemia per il virus Covid-19, sono un monumento alla connessione, attraverso una pratica artistica lenta come la scultura che è opposta alla velocità, caratteristica della tecnologia e di tutto ciò che è web-based.

Evan Roth. Mondi distorti
24/11/2023 – 11/02/2024
FMAV Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande 103, Modena
Ingresso libero
Inaugurazione: 24 novembre ore 18-20
Visite guidate: sabato ore 18

Orari
mercoledì – venerdì: ore 11 – 13, 16 – 19;
sabato, domenica e festivi: ore 11 – 19

Informazioni:
biglietteria@fmav.org | www.fmav.org
tel. in orario di mostra: Palazzo Santa Margherita 059 2032919
Evan Roth, still da Skyscapes: Modena, video, 2023. Courtesy l’artista